I 75 anni di Faye Dunaway

Gran foto di una con un nome da diva che manco a inventarselo, e con quel viso che aveva solo lei

Faye Dunaway agli Oscar del 1968
(AP Photo)
Faye Dunaway agli Oscar del 1968 (AP Photo)

Ha un nome da diva, Faye Dunaway, ed è pure il suo nome vero, non ha neanche dovuto inventarselo come diversi suoi colleghi e colleghe: dal suono così da diva, in ogni lingua, che pure Lucio Battisti la scelse per la rima in quella canzone su cinema e coppie che diceva “Dustin Hoffman, Al Pacino, la Dunaway… entriamo c’è anche lei”.

E ha un viso unico, con quel taglio di occhi e quel naso, una bellezza che non ce n’erano altre, negli anni Sessanta e Settanta in cui andava per la maggiore e in cui vinse un Oscar ed ebbe due nomination. Ognuno che c’era, se la ricorda per un film in particolare: sia Gangster story o Il piccolo grande uomo (tutti e due di Arthur Penn), sia Chinatown o Gli occhi di Laura Mars, sia Quinto potere per cui vinse appunto l’Oscar, sia L’inferno di cristallo o sia la parte limitata ma commovente nella storia tutta maschile dei Tre giorni del Condor con Robert Redford. A essere nati più tardi, c’è stato sempre il tempo di vederla in Arizona Junior dei fratelli Coen, tra gli altri film.

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Nel 2011 il Festival di Cannes ha usato una sua foto per il manifesto ufficiale. Oggi 14 gennaio compie 75 anni.

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