Nel pomeriggio di oggi il presidente francese François Hollande ha tenuto un discorso davanti al Parlamento, riunito in seduta comune a Versailles, in seguito agli attentati terroristici di venerdì scorso a Parigi, in cui sono morte 130 persone. Hollande ha annunciato che la Francia è “in guerra” e che intensificherà i suoi bombardamenti contro l’ISIS (o Stato Islamico), che ha rivendicato gli attacchi di Parigi. Durante il suo discorso, Hollande ha anche annunciato che si incontrerà con il presidente statunitense Barack Obama e con quello russo Vladimir Putin per collaborare alla risoluzione della crisi politica in Siria, e ha chiesto al Parlamento di estendere lo stato di emergenza in Francia per tre mesi. Hollande ha inoltre proposto di modificare la Costituzione, in modo da adattarla meglio alla guerra contro il terrorismo.
Oggi sono intanto proseguite le indagini e le attività di polizia per identificare i responsabili degli attacchi. La procura di Parigi ha identificato due altri presunti attentatori: Ahmad Al Mohammad si è fatto esplodere allo Stade de France, era nato nel 1990 a Idlib in Siria, stando alle informazioni sul passaporto trovato vicino al suo corpo e quindi ancora in fase di verifica; Samy Aminour era invece al Bataclan, era nato nel 1987 e si era recato in Siria dove si era unito all’ISIS, secondo una testimonianza del padre. In molte città della Francia sono stati effettuati controlli e perquisizioni, che hanno portato al ritrovamento di armi e agli arresti domiciliari di 23 persone. Si è trattato di operazioni antiterrorismo in generale, non necessariamente legate alle indagini sui fatti di Parigi.
A Molenbeek, un quartiere di Bruxelles in Belgio, nella mattina di oggi è stata condotta una grande operazione di polizia con l’obiettivo di trovare Salah Abdeslam, ricercato per gli attentati di venerdì: l’iniziativa è terminata nel primo pomeriggio senza portare ad arresti. La polizia belga ha rilasciato Mohamed Abdeslam, fratello di Salah Abdeslam – tuttora ricercato – e di Ibrahim Abdeslam, morto nel corso degli attacchi di venerdì a Parigi. Altre quattro persone sono state rilasciate, mentre due sono ancora in arresto da sabato scorso con l’accusa di terrorismo.
I media francesi hanno detto che l’organizzatore degli attacchi terroristici a Parigi è Abdelhamid Abaaoud, un belga che ora vive in Siria e che ha aderito all’ISIS. I magistrati in Belgio hanno detto però che si tratta di “indiscrezioni non confermate”. Le notizie sono ancora confuse in merito e non ci sono comunicazioni ufficiali.
Nel primo pomeriggio di oggi diversi giornali italiani hanno scritto che una Seat Ibiza scura era ricercata in Italia in relazione agli attacchi di Parigi. La notizia è stata ripresa da diversi media stranieri, ma in seguito il questore vicario di Torino, Sergio Molino, ha detto che “l’allarme c’è stato, ma è rientrato: smentita la notizia della presenza di un presunto terrorista sul nostro territorio, non risulta alcun transito”.
Un allarme bomba ha portato questa mattina a un’operazione degli artificieri intorno a uno degli edifici della Commissione europea a Bruxelles, pare si sia trattato di un falso allarme.
Alle 12 a Parigi e in molte città europee è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo delle persone uccise venerdì negli attacchi terroristici. Da questa sera e per tre giorni la Torre Eiffel sarà illuminata con i colori della bandiera francese.
Secondo Reuters e AFP le autorità tedesche hanno arrestato un 39enne richiedente asilo algerino ad Arnsberg, in Germania, in relazione agli attacchi di Parigi. Secondo un procuratore tedesco, domenica o lunedì della settimana scorsa l‘uomo aveva detto ad altri richiedenti asilo che quattro giorni dopo sarebbe scoppiata una bomba a Parigi. Per il momento non si hanno altre notizie più solide sul suo arresto.
Il governatore della Louisiana Bobby Jindal ha detto di aver emesso un ordine esecutivo per impedire che dei rifugiati siriani si stabiliscano in Louisiana. Altri quattro governatori Repubblicani hanno detto che per varie ragioni impediranno ad altri rifugiati siriani di stabilirsi nel proprio stato (al momento l’amministrazione americana ha detto che accetterà almeno 10mila rifugiati siriani). Jindal domenica aveva già scritto una lettera a Obama chiedendo in sostanza di fermare l’accoglienza dei siriani da parte degli Stati Uniti in seguito agli attacchi di Parigi. Jindal è candidato per i Repubblicani alle elezioni presidenziali, ma dai sondaggi nazionali è dato sotto all’1 per cento.
Bobby Jindal issues Executive Order to prevent resettlement of Syrian refugees in Louisiana pic.twitter.com/BJ8rCINSd2
— BuzzFeed News (@BuzzFeedNews) November 16, 2015
La Torre Eiffel illuminata con i colori della bandiera francese.
La Tour Eiffel n'a jamais été aussi belle ! pic.twitter.com/RhFPoEDaUf
— Maxime Riou (@MaximeRiou) November 16, 2015
Attentats de #Paris : La Tour Eiffel en bleu-blanc-rouge jusqu'à mercredi https://t.co/XXb2vbqdT9 pic.twitter.com/vXn4EWamK6
— France Bleu 107.1 (@FBleu1071) November 16, 2015
Le borse europee che avevano iniziato la giornata abbastanza male, con perdite poco sotto l’1 per cento si sono riprese e hanno chiuso quasi tutte con perdite molto leggere: la borsa di Parigi con un -0,16 per cento. Le ultime volte che erano avvenuti attentati di questa portata – a Londra nel 2005 e a Madrid nel 2004 – le borse erano crollate e ci erano voluti diversi giorni per recuperare.
Durante gli attacchi terroristici di venerdì a Parigi e nelle ore successive, diverse aziende attive su Internet hanno messo a disposizione servizi per aiutare le persone in difficoltà in vario modo. BuzzFeed ha messo insieme un elenco:
• Facebook ha attivato il suo servizio che permette di dire ai propri amici dove ci si trova e in che condizioni, nel corso di un’emergenza;
• Uber ha disattivato a Parigi il sistema che fa aumentare il prezzo delle tariffe quando la domanda per le sue auto aumenta;
• Airbnb ha invitato i suoi iscritti ad aprire le loro case e a offrire ospitalità a chi non poteva tornare a casa per via dei blocchi stradali a Parigi;
• Twitter ha messo a disposizione account e la nuova funzione “Moments” per dare informazioni e aggiornamenti sugli attacchi;
• Google ha reso gratuite tutte le chiamate internazionali verso la Francia tramite la sua applicazione Hangouts.
Sta girando molto online una foto che mostra un poliziotto francese piangere sulla spalla di un suo collega vicino a uno dei luoghi degli attentati, a Parigi. BuzzFeed ha pubblicato un commento del fotografo che l’ha scattata, Benjamin Filarski:
Domenica sera verso le 20 era in rue Fontaine au roi, vicino a place de la République, uno dei luoghi degli attacchi. Questi due poliziotti erano in piedi davanti a fiori e candele lasciate dai passanti. Poi si sono allontanati, e uno dei due poliziotti è scoppiato a piangere sulla spalla di un collega. È durato cinque secondi, e poi se ne sono andati»
Rue de la Fontaine au roi, les pleurs d'un policier. © Benjamin Filarski / @StudioHansLucas pic.twitter.com/N5wsPDl7T8
— Benjamin Filarski (@BenFilarski) November 15, 2015
Il ministero dell’Interno francese ha condiviso su Twitter uno dei messaggi che circolano per SMS ed email in questi giorni, nei quali si parla di pericoli di vario tipo legati ad attacchi informatici. L’SMS di esempio dice che si potrebbe ricevere un’email con oggetto “Siamo tutti Parigi” all’interno della quale c’è la foto di un noenato, sul cui braccialetto identificativo c’è scritto “Siamo tutti Parigi”. L’immagine è cliccabile e secondo l’SMS rimanda a un virus che permette a utenti non autorizzati di accedere al proprio computer o smartphone. Il messaggio cita come fonte i servizi di sicurezza informatica del ministero della Difesa, ma in realtà non ha nulla di ufficiale.
Des Hoax de ce type circulent en ce moment par SMS ou par mail. Soyez attentifs, vérifiez l'information #hoaxbuster pic.twitter.com/wqbf8HoHwI
— Ministère Intérieur (@Place_Beauvau) November 16, 2015
Il Consiglio per la sicurezza nazionale americano, un organo che consiglia il Presidente in materia di difesa, ha detto che oggi al G20 Obama ha parlato con Cameron, Merkel e Renzi. Sempre secondo il Consiglio per la sicurezza Obama e i leader politici europei si sono anche impegnati ad instaurare un nuovo governo in Siria nel giro di sei mesi, e di assicurare che nuove elezioni si tengano entro un anno e mezzo.
Today, @POTUS met w/ PM Cameron of the UK, Chancellor Merkel of Germany, PM Renzi of Italy, & FM Fabius of France pic.twitter.com/sl3RPYAz1j
— WH National Security (@NSCPress) November 16, 2015
Nel suo discorso, Hollande ha detto che la Francia è “in guerra” e che se resterà unita supererà anche questa sfida. Ha detto che per contrastare l’ISIS è necessaria la collaborazione della comunità internazionale, e ha annunciato che si incontrerà presto con il presidente statunitense Barack Obama e con quello russo Vladimir Putin. Ha chiesto al Parlamento, riunito a Versailles in seduta comune, di approvare l’estensione dello stato di emergenza in Francia per tre mesi. Hollande ha anche proposto una modifica della Costituzione per adattarla meglio alla guerra contro il terrorismo, ha annunciato pene più dure per i reati di terrorismo e annunciato un aumento dell’organico per la magistratura, i servizi penitenziari e la polizia di confine.
Il discorso di François Hollande è durato circa 40 minuti, dopo l’applauso dei parlamentari, l’aula ha intonato l’inno nazionale francese.
Hollande rivolgendosi ai parlamentari: “Voi rappresentate qui un popolo libero, che è invincibile quando è unito”. Ha poi confermato che le elezioni regionali si terranno come previsto e così anche la conferenza sul clima (COP21) che inizierà a Parigi il 7 dicembre.
Hollande ha anche chiesto al governo di Manuel Valls di aumentare le risorse per le forze di polizia, annunciando anche nuove risorse per la magistratura e la polizia penitenziaria. Fino al 2019 non potranno essere ridotti gli organici.
Poco dopo pranzo diversi giornali italiani hanno scritto che una Seat Ibiza scura è ricercata in Italia in relazione agli attacchi di Parigi. Molti giornali hanno pubblicato la targa della macchina e il nome di un presunto sospettato. Nel primo pomeriggio però l’agenzia AGI ha pubblicato una parziale smentita della notizia citando fonti della polizia. Le fonti dell’AGI hanno spiegato che la macchina di cui si sta parlando è già stata ritrovata ieri sera in un quartiere di Parigi. Nel pomeriggio il questore vicario di Torino Sergio Molino ha detto che «l’allarme c’è stato ma è rientrato. Smentita la notizia della presenza di un presunto terrorista sul nostro territorio: non risulta alcun transito».
La smentita riportata dall’AGI è da collegare al fatto che già da domenica infatti sappiamo che a Montreuil, in periferia di Parigi, è stata ritrovata una Seat Leon nera con a bordo tre Kalashnikov, che secondo le fonti di molti giornali è stata usata dagli attentatori di venerdì.
In tutta questa vicenda ci sono però ancora due punti poco chiari. Per prima cosa la Seat ritrovata domenica a Montreuil è un modello Leon, e non Ibiza. Inoltre, la stampa italiana ha diffuso dettagli molto precisi sul presunto sospettato, mai citato da giornali francesi o internazionali in relazione alle indagini: secondo i giornali italiani si tratta del francese Baptiste Burgy, nato nel 1983.
La Stampa ha inoltre diffuso una notizia potenzialmente interessante ma ancora poco ripresa da altri giornali e non confermata: secondo loro fonti la Seat di cui si sta parlando «avrebbe attraversato la frontiera di Ventimiglia dall’Italia alla Francia nei giorni precedenti l’attentato. Da qui il sospetto che uno degli attentatori di Parigi potrebbe ora aver deciso di fare il percorso inverso».
Tra le misure proposte da Hollande ci sono anche inasprimenti delle pene per quanto riguarda i reati di terrorismo. Secondo il presidente francese, la magistratura deve poter “usare tutti i mezzi permessi dalle nuove tecnologie” per condurre le proprie indagini.
Hollande ha anche detto che la Costituzione francese deve essere modificata per adattarsi meglio alla guerra contro il terrorismo. Si deve intervenire sugli articoli 16 e 36 del testo costituzionale per comprendere nuove regole sullo stato d’assedio e di guerra in generale.
Hollande ha annunciato che dal prossimo mercoledì il Parlamento discuterà l’estensione dello stato di emergenza in Francia per una durata di tre mesi. Lo stato di emergenza è stato dichiarato poche ore dopo gli attentati di Parigi, venerdì scorso.
Hollande: “È essenziale che l’Europa accolga in modo dignitoso coloro che fanno richiesta d’asilo. Ma coloro che non ne hanno titolo devono essere rimandati indietro, per assicurare una protezione efficace delle frontiere”. Ha poi aggiunto che se l’Europa non riuscirà a controllare i suoi confini sarà inevitabile il ripristino dei controlli nazionali alle frontiere.
Per Hollande Bashar al Assad non può essere la soluzione per la crisi in Siria. Ha poi aggiunto che “il nostro nemico in Siria è il Daesh”, cioè l’ISIS (o Stato Islamico). Hollande ha anche criticato la comunità internazionale per non avere trovato una posizione unitaria e condivisa sulla crisi in Siria e sulla necessità di attaccare e contrastare l’ISIS.
Hollande conferma di avere chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di riunirsi, mentre la Francia continuerà le sue operazioni in Siria, intensificando i bombardamenti. La capacità di fuoco sarà triplicata grazie alla partenza giovedì della portaerei Charles de Gaulle, che raggiungerà la zona del Mediterraneo orientale.
Hollande ha detto nel suo discorso che gli attacchi terroristici di venerdì a Parigi sono stati organizzati in Siria preparati in Belgio con la collaborazione di complici in Francia.
Hollande: “Invito tutti i francesi a dare nuovamente prova delle loro virtù: la perseveranza, l’unità e il sangue freddo. Pensiamo a quelle centinaia di giovani, di persone che sono state toccate, ferite e traumatizzate da questo terribile attacco. Ringrazio il lavoro dei servizi di soccorso e di chi si è mobilitato dopo venerdì. Ringrazio le forze dell’ordine, che si sono spese a pieno per assicurare la sicurezza della Francia”.
Hollande: “Non siamo in una guerra di civiltà, perché questi assassini non ne rappresentano certo una. Siamo in una guerra contro il terrorismo jihadista che minaccia il modo intero”.
Hollande: “La Francia è in guerra: ci attaccano perché siamo il paese della libertà e dei diritti dell’uomo”.
Davanti al Parlamento francese in seduta congiunta, a Versailles.
Al termine del G20 ad Antalia, in Turchia, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato che l’intelligence statunitense condividerà più informazioni con quella francese, ricordando che i due paesi “hanno dato un segnale incontrovertibile: siamo uniti contro queste minacce”. Obama ha anche escluso un intervento degli Stati Uniti via terra per combattere l’ISIS, spiegando che «sarebbe un errore» e che «assisteremmo a una ripetizione di cose che abbiamo già visto». Obama ha aggiunto che la strategia per combattere l’ISIS in futuro sarà la stessa, ma intensificata.
POTUS on why he's ruled out pouring in thousands of ground troops: "We would see a repetition of what we've seen before."
— Jim Acosta (@Acosta) November 16, 2015
Obama: will intensify but continue same military strategy: airstrikes training Iraq forces working w/Syrians #ParisAttack
— Andrea Mitchell (@mitchellreports) November 16, 2015
Il Guardian ha pubblicato nuovi particolari su Abdelhamid Abaaoud, che secondo diversi giornali internazionali è il sospetto organizzatore degli attacchi di venerdì (anche se alcuni magistrati belgi hanno detto a Reuters che quelle su Abaaoud sono “indiscrezioni non confermate”). Il Guardian ha scritto che Abaaoud in luglio ha ricevuto una condanna di 20 anni da un tribunale belga per terrorismo. Secondo AFP nel processo erano coinvolte in tutto 32 persone, accusate di fare parte di una delle più grosse organizzazioni di reclutamento di terroristi islamici in Belgio. L’agenzia belga Belga ha aggiunto che Abaaoud è stato condannato in contumacia.
Secondo un funzionario della Turchia, c’è un legame tra gli attacchi di Parigi e il piano sventato per un attentato a Istanbul sempre da parte di membri dell’ISIS.
ANKARA, Turkey (@AP) – Turkish official: police arrested IS suspects last week in Istanbul plot linked to Paris
— BuzzFeed News (@BuzzFeedNews) November 16, 2015
FiveThirtyEight, un sito di news americano che si occupa di dati e statistiche, ha messo insieme alcuni grafici sui recenti attacchi terroristici nell’Unione Europea e in Francia. Nel primo vengono mostrate le morti per terrorismo in Europa e in Francia dagli anni Settanta ad oggi: il grafico mostra che escludendo il 2004 – anno in cui ci furono gli attentati terroristici a Madrid – il numero di morti per terrorismo sta complessivamente calando in tutta Europa. FiveThirtyEight si spiega questi dati col fatto che rispetto a trenta o quarant’anni fa sono calati gli attentati mortali legati ai movimenti separatisti. Secondo FiveThirtyEight dal 2006 al 2014 nell’Unione Europea sono morte per terrorismo solamente 48 persone, più o meno un terzo delle persone morte finora per gli attacchi di venerdì a Parigi.
Un altro dato interessante è quello relativo agli arresti legati al terrorismo religioso, che negli ultimi anni sono aumentati sia in Europa sia in Francia.
Due persone sono state accusate di terrorismo in Belgio per gli attacchi di venerdì a Parigi.
#BREAKINGBelgium charges two with terrorism over Paris attacks: prosecutor
— Agence France-Presse (@AFP) November 16, 2015
Sono due delle sette persone arrestate sabato scorso, le restanti cinque sono state rilasciate questa mattina.
La Stampa scrive che secondo le sue fonti «l’autovettura Seat Ibiza avrebbe attraversato la frontiera di Ventimiglia dall’Italia alla Francia nei giorni precedenti l’attentato. Da qui il sospetto che uno degli attentatori di Parigi potrebbe ora aver deciso di fare il percorso inverso»
Questa sera la Torre Eiffel sarà illuminata con i colori della bandiera francese, ha detto il sindaco Anne Hidalgo.
Ce soir à 19h, la Tour Eiffel s’allumera en bleu, blanc, rouge #FluctuatNecMergitur
— Anne Hidalgo (@Anne_Hidalgo) November 16, 2015
L’illuminazione blu, bianca e rossa sarà utilizzata lunedì, martedì e mercoledì, dalle 19 all’una di notte del giorno seguente.
Il pianista tedesco Davide Martello (che ha suonato davanti al Bataclan il giorno dopo gli attacchi) suona il piano in Place de la Republique.
Marine Le Pen, la leader del Fronte Nazionale da sempre molto critica contro le politiche per i migranti adottate dalla Francia, ha detto che “almeno un migrante era con i terroristi: fermiamo l’ingresso dei migranti sul nostro territorio”.
« Au moins un migrant parmi les terroristes: arrêtons l’entrée de migrants sur notre territoire » | Mon communiqué : https://t.co/5MxMrT3Gwe
— Marine Le Pen (@MLP_officiel) November 16, 2015
In realtà sono ancora in corso verifiche per assicurarsi con certezza che uno dei terroristi fosse stato effettivamente registrato tra i migranti siriani in Grecia, lo scorso ottobre.
Gavine Lee di BBC racconta su Twitter la testimonianza di Grégoire Philonenko, presente al Bataclan al momento dell’attacco terroristico: si è salvato grazie alla protesi che ha al posto di una gamba, colpita da uno degli assalitori per vedere se fosse vivo.
A survivor of the #Bataclan shootings says he survived because of his prosthetic leg.Gunman pushed his leg twice before moving on.1/3
— Gavin Lee (@GavinLeeBBC) November 16, 2015
Philonenko Gregoire says gunman was firing at every 3rd person in a line of people lying down. He + his son said goodbye to each other 2/3
— Gavin Lee (@GavinLeeBBC) November 16, 2015
He remembers having a red laser pointed at his forehead, as police monitored those escaping from the #Bataclan 3/3 #Paris
— Gavin Lee (@GavinLeeBBC) November 16, 2015
Andrea Giambartolomei è un giornalista del Fatto Quotidiano.
+++ Fonti di polizia: nota della polstrada è un semplice allerta alle pattuglie. Non ci sono prove che la Seat Ibiza Nera sia in Italia +++
— AndreaGiambartolomei (@AGiambartolomei) November 16, 2015
• La procura di Parigi ha identificato due altri presunti attentatori: Ahmad Al Mohammad si è fatto esplodere allo Stade de France, era nato nel 1990 a Idlib in Siria, stando alle informazioni sul passaporto trovato vicino al suo corpo e quindi ancora in fase di verifica; Samy Aminour era invece al Bataclan, era nato nel 1987 e si era recato in Siria dove si era unito all’ISIS, secondo una testimonianza del padre.
• A Molenbeek, un quartiere di Bruxelles, nella mattina di oggi è stata condotta una grande operazione di polizia con l’obiettivo di trovare Salah Abdeslam, ricercato per gli attentati di venerdì: l’iniziativa è terminata nel primo pomeriggio senza portare ad arresti.
• La polizia del Belgio ha rilasciato Mohamed Abdeslam, fratello di Salah Abdeslam – tuttora ricercato – e di Ibrahim Abdeslam, morto nel corso degli attacchi di venerdì a Parigi.
• Nella notte tra domenica e lunedì, in Francia sono stati effettuati controlli e perquisizioni in molte città, che hanno portato al ritrovamento di armi e alla messa agli arresti domiciliari di 23 persone. Si è trattato di operazioni di antiterrorismo in generale e non necessariamente legate alle indagini sui fatti di Parigi.
• Nella mattina alcune fonti dei media francesi hanno detto che l’organizzatore degli attacchi terroristici a Parigi è Abdelhamid Abaaoud, un belga che ora vive in Siria e che ha aderito all’ISIS. I magistrati in Belgio hanno detto a Reuters che si tratta di “indiscrezioni non confermate”.
• Alle 12 è stato osservato un minuto di silenzio a Parigi, nel resto della Francia e in Europa su invito dell’Unione Europea ai suoi stati membri. Alle 16 il presidente francese, François Hollande, parlerà davanti al Parlamento francese a camere riunite in seduca congiunta a Versailles.
• Una fonte del Guardian ha detto che le autorità turche avevano segnalato per due volte a quelle francesi Omar Ismail Mostefai, uno degli uomini che ha attaccato il Bataclan. Il nome di Mostefai era emerso nel corso di un’inchiesta su altri, compiuta in seguito a una richiesta di informazioni da parte della Francia. La stessa fonte ha aggiunto che la Turchia ha segnalato Mostefai sia nel dicembre del 2014 sia nel giugno del 2015, senza però ottenere risposta dalla Francia.
• Un allarme bomba ha portato questa mattina a un’operazione degli artificieri intorno a uno degli edifici della Commissione europea a Bruxelles, pare si sia trattato di un falso allarme.
Diversi importanti giornali italiani fra cui il Corriere della Sera e Repubblica stanno scrivendo che una automobile Seat è cercata in Italia in relazione agli attacchi di Parigi. Per ora i giornali internazionali non hanno ripreso questa notizia.
I giornali scrivono che sabato è stata diffusa questa nota alla polizia italiana: «Si prega di voler ricercare una autovettura Seat modello sconosciuto di colore nero, targa GUT 18053 con ingresso a Ventimiglia. Possibile collegamento con gli attentati in Francia». Il modello e la targa della macchina sono le stesse che erano ricercate sabato in Francia. Diversi giornali internazionali hanno scritto che una Seat nera è stata ritrovata domenica a Montreuil, nei dintorni di Parigi, ma non è chiaro se si tratta della stessa macchina.
La Stampa ha da poco pubblicato questa notizia, confermando in qualche modo le indiscrezioni pubblicate da altri giornali e aggiungendo ulteriori dettagli:
La polizia stradale ha appena diramato le ricerche «a tutte le pattuglie in servizio sulle autostrade del Piemonte e sulla tangenziale di Torino» di una Seat Ibiza nera che avrebbe attraversato il confine a Ventimiglia ieri. A bordo un ragazzo francese classe 1983, Baptiste Burgy, che le autorità francesi sospettano possa essere uno dei terroristi che hanno agito a Parigi l’altra notte.
Ci sono ulteriori conferme ufficiali circa la fine dell’operazione di polizia a Molenbeek, non ci sono stati arresti.
Secondo la televisione nazionale belga il sindaco di Molenbeek ha detto che le operazioni di sicurezza sono finite.
#ParisAttacks #AttentatsParis Selon la bougmestre de #Molenbeek l'intervention est terminée
— RTBF info (@RTBFinfo) November 16, 2015
Le Monde scrive che stamattina al confine fra Bulgaria e Turchia si è formata una coda di camion di una decina di chilometri a causa dell’inasprimento dei controlli di sicurezza.
Il giornalista di Channel 4 Patrick O’Brien si trova a Molenbeek, e dice che nonostante sia complicato da capire sembra che la polizia stia precauzionalmente cercando una bomba, dopo l’arresto di stamattina.
Difficult to be sure but police operation in #Molenbeek now seems like precautionary explosive search after arrest
— Paraic O'Brien (@paraicobrien) November 16, 2015
Il padre di Samy Amimour, uno dei sospettati terroristi suicidi degli attacchi di Parigi, era stato intervistato da Le Monde nel dicembre del 2014, quando aveva raccontato al giornale di essersi recato in Siria nel giugno precedente per convincere suo figlio a tornare in Francia e a lasciare l’ISIS (o Stato Islamico). Il padre si chiama Mohamed, ha 67 anni e lavora in un negozio di abbigliamento nel dipartimento Seine-Saint-Denis. A Le Monde raccontò di avere raggiunto il confine tra Turchia e Siria, da dove proseguì il viaggio su un pulmino con il quale raggiunse il campo dove si trovava il figlio, ma non riuscì a convincerlo a ritornare con lui:
Samy era con un altro tizio che non ci ha mai lasciati soli. È stato un incontro con grandi freddezze e non mi invitò a vedere la sua casa, né mi disse quali fossero le cause delle sue ferite e se avesse combattuto.
Reuters riferisce che in un nuovo video, attribuito all’ISIS, ci sono minacce nei confronti degli altri paesi che partecipano alla coalizione internazionale per combattere lo Stato Islamico in Siria e Iraq. Contiene anche la minaccia di un attacco contro Washington, DC, negli Stati Uniti.
BREAKING: New IS video warns countries taking part in Syria airstrikes, they will suffer France's fate, threatens attack in Washington.
— Reuters Top News (@Reuters) November 16, 2015
Le Monde ha realizzato un’infografica interattiva che mostra efficacemente che cosa è successo venerdì al Bataclan, dove l’attacco terroristico ha causato la morte di 89 spettatori e il ferimento di altre decine di persone. La trovate qui.
L’account del Bataclan su Twitter ha pubblicato un breve comunicato sull’attacco di venerdì e le successive reazioni.
Cari amici,
nessuna parola è sufficiente per esprimere il nostro dolore.
I nostri pensieri vanno alle vittime, ai feriti e ai loro cari.
In tanti volete riunirvi al Bataclan, ma purtroppo le autorità hanno ancora bisogno di lavorare sul posto. Vi terremo informati su quando sarà possibile riunirsi davanti alla sala.
Vi ringraziamo per il vostro sostegno che ci tocca profondamente.
Chers amis … pic.twitter.com/tnGDFUZZin
— Le Bataclan (@le_bataclan) November 16, 2015
Una mappa pubblicata da Le Figaro mostra le numerose operazioni di polizia condotte nelle ultime ore in Francia.
Luca Sofri sulle reazioni che abbiamo quando violenze o catastrofi riguardano una parte del mondo, vicina a noi, o remota e distante in più sensi.
Ogni volta che ci sono violenze o catastrofi con molti morti, in una parte del mondo o l’altra, a molti vengono da paragonare le diverse reazioni che prevalgono in questa parte di mondo, nelle nostre teste, sui nostri giornali e siti di news, nelle conversazioni: e domandano perché quelle che sembrano uguali sofferenze, uguali numero di morti, o addirittura maggiori, vengono trattati con minore commozione, minore scandalo, minore preoccupazione, solo perché avvengono in luoghi lontani, o in luoghi diversi. In alcuni casi domandano davvero e in buona fede, ponendosi il problema essi stessi; in altri la domanda è strumentale a un’accusa di ipocrisia o di discriminazione nei confronti di alcuni popoli o di alcune sofferenze (ieri questa inclinazione ha generato un caso di accecamento collettivo sui social network).
Le discriminazioni esistono, e di certo a molte persone ci sono popoli e luoghi del mondo che sono più cari per ragioni personali, biografiche, politiche, religiose. E spesso sono anche ragioni comprensibili: le violenze compiute da quelli che sentiamo aggressori nel torto, per esempio, sono meno tollerate da quelle compiute da chi riteniamo reagisca o si difenda da quell’aggressione, spesso con uguali spietatezze e uguali sofferenze inferte. Anche se spesso è il pregiudizio fazioso a farci decidere chi sia l’aggressore e giudicare di conseguenza.
Per questi casi – forse per tutti – probabilmente bisognerebbe a priori fare uno sforzo per trattenersi dal paragonare, e ancora di più dal paragonare a forza di numeri di morti: le storie sono diverse, ognuna drammatica a modo suo, e nessuna merita di diventare un argomento di paragone con qualcos’altro.
Il minuto di silenzio dei dipendenti di Disneyland Paris: il parco a tema è chiuso da sabato scorso e riaprirà il 18 novembre.
Una giornalista di LCP, un canale televisivo francese incentrato sulla politica, ha postato su Twitter un video che mostra i parlamentari francesi osservare il minuto di silenzio fuori dall’Assemblea Nazionale, la camera più importante del sistema politico francese. Gli stessi parlamentari, poco dopo il minuto di silenzio, hanno cantato la Marsigliese, l’inno nazionale francese.
Silence glacial dans la cour d'honneur #directAN @LCPan pic.twitter.com/arIXEClcUV
— Astrid de Villaines (@adevillaines) November 16, 2015
#marseillaise entonnée dans la cour d'honneur @LCPan pic.twitter.com/Yk46zQ30wc
— Astrid de Villaines (@adevillaines) November 16, 2015
Un po’ di immagini del minuto di silenzio tenuto alle 12 in Francia.
La #France s'est arrêtée pendant la #minutedesilence. Suivez notre #direct https://t.co/8VYfpFF98k pic.twitter.com/hV6iCuAwJZ
— Le Monde Live (@lemondelive) November 16, 2015
#minutedesilence devant la grande mosquée de Paris. Une vingtaine de personnes presentes pic.twitter.com/1YU6sJMyMp
— Cecile Chambraud (@CecileChambraud) November 16, 2015
Silence dans l'atrium du @Le_Figaro. #NousSommesUnis #DeuilNational pic.twitter.com/ssuEwhWvHJ
— Quentin Périnel (@quentinperinel) November 16, 2015
Hollande durante il minuto di silenzio si trovava all’università della Sorbona, per ricordare gli studenti e insegnanti morti venerdì.
Hollande entouré de Valls, NVB et Mandon s'est mis au cœur de l'arc formé par les étudiants. #minutedesilence pic.twitter.com/hO25QjoC05
— Nicolas Chapuis (@nicolaschapuis) November 16, 2015
Il giornalista Peter Spiegel del Financial Times si trova nel quartiere di Bruxelles nei pressi della sede della Commissione Europea dove sono in corso dei controlli anti bomba. Spiegel ha detto di aver visto in azione degli artificieri e di aver sentito due “botti”.
Police expanding the perimeter around bomb alert near @EU_Commission HQ pic.twitter.com/fQMBEjAYci
— Peter Spiegel (@SpiegelPeter) November 16, 2015
Some kind of bang just heard where police bomb disposal unit is near @EU_Commission HQ. Not big enough to be actual explosion
— Peter Spiegel (@SpiegelPeter) November 16, 2015
Second bang near bomb disposal unit in street near @EU_Commission HQ. Small bang, tho
— Peter Spiegel (@SpiegelPeter) November 16, 2015
Per ora secondo Le Monde ne sono stati identificati 5. Le autorità hanno comunque identificato solamente i primi tre della lista qui sotto. Fra questi non c’è la persona che secondo fonti di giornali e agenzie è l’organizzatore degli attentati. Secondo Le Monde i cinque sospettati sono:
• Ismaël Omar Mostefaï, che ha 29 anni, è nato nella periferia di Parigi ed era già noto alle autorità francesi per il suo islamismo radicale. Faceva parte di quelli che hanno attaccato il Bataclan.
• Samy Aminour era nato il 15 ottobre 1987 a Parigi, viveva nel nord-est della città nel comune di Drancy. Già nel 2012 aveva ricevuto una condanna per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo. Anche lui faceva parte degli uomini che hanno attaccato il Bataclan.
• Ahmad Al Mohammad invece si è fatto esplodere allo Stade de France. Era nato il 10 settembre del 1990 a Idlib in Siria, sulla base del passaporto trovato vicino al suo corpo e quindi ancora in fase di verifiche. Secondo Le Monde è lui che in ottobre è arrivato in Europa attraverso la cosiddetta “rotta dei Balcani”.
• Bilal Hadfi è nato il 22 gennaio 1995 ed era residente in Belgio. La sua identità non è ancora stata confermata dalle autorità. Secondo il Washington Post ha combattuto in Siria per l’ISIS. Faceva parte dei tre attentatori che si sono fatti esplodere allo Stade de France.
• Ibrahim Abdeslam è nato il 30 luglio del 1984. Era francese ma abitava a Bruxelles. Si è fatto esplodere davanti al locale Comptoir Voltaire. Anche lui è stato identificato dal Washington Post. È lui che secondo diversi giornali ha noleggiato la Seat nera vista durante gli attentati. Suo fratello invece è Salah Abdeslam, la persona di cui la polizia ha diffuso l’identikit ieri.
Secondo fonti di giornali e agenzie importanti – fra cui Associated Press e Libération – il sospetto organizzatore degli attentati è Abdelhamid Abaaoud. Il Guardian ha aggiunto che Abaaoud è «un noto estremista» che compare in diverse indagini di polizia legato ad Ibrahim Abdeslam. Secondo il Guardian e altre fonti ora Abaaoud si trova in Siria.
Secondo un funzionario turco contattato dal Guardian, le autorità turche hanno segnalato per due volte a quelle francesi Omar Ismail Mostefai, uno degli uomini che ha attaccato il Bataclan. Lo stesso funzionario ha detto che il nome di Mostefai è emerso nel corso di un’inchiesta su altri individui compiuta in seguito a una richiesta di informazioni da parte della Francia. La stessa fonte ha aggiunto che la Turchia ha segnalato Mostefai sia nel dicembre del 2014 sia nel giugno del 2015, senza però ottenere risposta dalla Francia.
C’è un’altra operazione in corso a Bruxelles, dice Marco Zatterin della Stampa.
Sono arrivati gli artificieri per l'autobomba nel quartiere Ue a BXl. Tutto bloccato. Allerta per una Golf targata francese @la_stampa
— Marco Zatterin (@straneuropa) November 16, 2015
Secondo AFP la polizia belga sta compiendo una nuova operazione nel quartiere di Molenbeek.
#BREAKING Belgian police launch new operation in Molenbeek: AFP
— Agence France-Presse (@AFP) November 16, 2015
Un riassunto in cifre dei risultati delle perquisizioni, avvenute in 19 dipartimenti: 23 persone arrestate, 19 armi pesanti sequestrate (in tutto sono 31) e 18 ritrovamenti di sostanze stupefacenti. In un passaggio precedente Cazeneuve ha detto inoltre che negli ultimi due giorni 104 persone sono finite agli arresti domiciliari.
.@BCazeneuve "23 individus interpellés, 19 armes saisies, 18 découvertes incidentes de stupéfiants" au cours des perquisitions
— iTELE (@itele) November 16, 2015
Cazeneuve ha confermato che stanotte la polizia ha compiuto 168 perquisizioni.
.@BCazeneuve "cette nuit, les policiers et gendarmes ont procédé à 168 perquisitions administratives"
— iTELE (@itele) November 16, 2015
Cazeneuve ha detto che dalla primavera del 2015 ad oggi sono stati evitati sei attentati terroristici.
.@BCazeneuve "6 attentats ont été déjoués ou évités depuis le printemps de cette année" #ParisAttacks
— iTELE (@itele) November 16, 2015
Il ministro degli Interni francese Bernard Cazeneuve sta tenendo una conferenza stampa, che potete seguire in diretta qui.
Anche secondo fonti di Libération l’organizzatore degli attentati è Abdelhamid Abaaoud. Il Guardian ha aggiunto che Abaaoud è «un noto estremista» che compare in diverse indagini di polizia legato ad Ibrahim Abdeslam, uno degli attentatori di Parigi.
Liberation quotes investigation sources: orchestrator of #ParisAttacks was Abdelhamid Abaaoud from Molenbeek district, Brussels
— katya adler (@BBCkatyaadler) November 16, 2015
Nel frattempo, secondo Sky News il portavoce del primo ministro britannico David Cameron ha detto che a ottobre le autorità del Regno Unito sono riuscite a evitare a un attacco terroristico nel proprio territorio.
David Cameron's spokesman has confirmed that British security services have foiled a terror attack on the UK in the last month
— Sky News Newsdesk (@SkyNewsBreak) November 16, 2015
Secondo un funzionario francese contattato da Associated Press il sospettato principale per aver organizzato gli attacchi è un cittadino belga di nome Abdelhamid Abaaoud.
BREAKING: French official identifies suspected mastermind of Paris attacks as Belgian Abdelhamid Abaaoud.
— The Associated Press (@AP) November 16, 2015
Sempre secondo AFP i famigliari di Samy Aminour, uno dei due attentatori da poco identificati, hanno detto che due anni fa era andato in Siria.
#BREAKING: Newly-identified suspected #ParisAttacks bomber Samy Amimour went to #Syria two years ago: family via AFP
— Julia Macfarlane (@juliamacfarlane) November 16, 2015
Secondo AFP la polizia ha arrestato tre famigliari di uno dei due attentatori che sono stati identificati per ultimi.
#BREAKING Police detain 3 relatives of newly-identified Paris bomber: prosecutor
— Agence France-Presse (@AFP) November 16, 2015
Il primo ministro belga Charles Michel ha detto in un’intervista alla radio che il suo governo considererà l’idea di «chiudere le moschee problematiche» nel quartiere di Molenbeek, il paese alla periferia di Bruxelles dove sono avvenuti gli arresti in relazione agli attacchi di Parigi. Il Financial Times scrive anche che secondo alcuni ministri del governo, lo stato ha «perso il controllo» di Molenbeek.
Ci sono nuove informazioni sulle perquisizioni e le operazioni di polizia compiute fra domenica e lunedì: Le Figaro scrive che secondo un suo giornalista sono state circa sessanta e che sono state scoperte diversi tipi di armi fra cui anche un lanciarazzi.
Altri dettagli forniti dalla procura di Parigi.
Uno degli attentatori identificati si chiamava Ahmad Al Mohammad e si è fatto esplodere allo Stade de France. Era nato il 10 settembre del 1990 a Idlib in Siria, sulla base del passaporto trovato vicino al suo corpo e quindi ancora in fase di verifiche.
Samy Aminour era invece al Bataclan, era nato il 15 ottobre 1987 a Parigi, viveva nel nord-est della città nel comune di Drancy.
Le Figaro riferisce che due altri presunti attentatori sono stati identificati dalla procura di Parigi. Uno ha agito presso lo Stade de France, l’altro al Bataclan. Tre familiari di quest’ultimo sono stati sottoposti a fermo di polizia per ulteriori accertamenti. Uno degli identificati era già stato sottoposto ad alcuni controlli in passato per sospetti legami con il terrorismo.
La procura ha anche annunciato che ci sono compatibilità tra le impronte di uno dei terroristi allo Stade de France con quelle rilevate a ottobre durante un controllo su alcuni migranti in Grecia. L’autenticità del passaporto siriano trovato al Bataclan non è stata ancora confermata, invece.
Piccola nota empirica dal valore scientifico nullo: stamattina sul mio autobus non volava una mosca. Silenzio assoluto. Mai successo #Parigi
— Stefano Montefiori (@Stef_Montefiori) November 16, 2015
Anne Hidalgo, sindaco socialista di Parigi eletta nel 2014, ha rivolto oggi un breve discorso al consiglio comunale della città, riunito per la prima volta dopo gli attentati di venerdì notte che hanno portato alla morte di almeno 129 persone:
«A nome nostro e di tutti parigini, voglio dire solennemente una cosa al mondo intero: noi non abbiamo paura.»
L’Unione Europea invita tutti i cittadini dei suoi stati membri a osservare un minuto di silenzio alle 12 di oggi, come annunciato sabato scorso.
Il New York Times scrive che per la prima volta gli Stati Uniti hanno condotto attacchi aerei contro convogli dell’ISIS che trasportano petrolio. I bombardamenti sono stati realizzati nei pressi di Deir al-Zor nella Siria orientale e hanno portato alla distruzione di 116 camion, utilizzati dal gruppo estremista per contrabbandare il petrolio con ricavi stimati intorno ai 40 milioni di dollari al mese. Gli Stati Uniti stimano che la flotta di camion utilizzata dall’ISIS sia composta da un migliaio di mezzi: finora non era stata colpita nel timore di causare molti morti tra i civili. I piani per eseguire questa operazione erano stati comunque avviati dal Pentagono tempo fa, ben prima degli attacchi terroristici di Parigi.
La televisione francese BFMTV dice che un quarto assalitore sarebbe stato identificato dalle autorità: secondo fonti di polizia si tratta di “Samy”, nato nel 1987 a Parigi. Non ci sono conferme ufficiali.
Quasi tutte le borse europee stanno aprendo in calo: In Francia si perde lo 0,9 per cento. Le contrattazioni alla borsa di Parigi si svolgeranno regolarmente. Gli ultimi attacchi terroristici in Europa paragonabili a quelli di venerdì scorso sono quelli avvenuti a Madrid nel 2004 e a Londra nel 2005: in questi casi seguirono dei pessimi giorni in borsa, e ci vollero alcune settimane per recuperare.
Le persone ancora ricoverate in ospedale per le ferite riportate venerdì negli attentati di Parigi sono circa 250. I feriti gravi o in condizioni critiche, ha detto ieri la procura, sono quasi 100.
Le préfet de police de Paris Michel Cadot : 250 personnes restent hospitalisées à la suite des attentats de vendredi soir. #ConseildeParis
— Sylvain Tronchet (@SylvainTronchet) November 16, 2015
Nella puntata di ieri sera di Last Week Tonight, il programma comico di informazione in onda sul canale statunitense HBO, John Oliver ha dedicato alcuni minuti agli attacchi terroristici di Parigi usando parole molto dure nei confronti di chi li ha organizzati ed eseguiti. Oliver ha concluso dicendo: “Niente di ciò che questi stronzi stanno cercando di fare potrà funzionare: la Francia avrà la meglio. E vi dico anche il perché: se ti ficchi in una guerra sulla cultura e lo stile di vita con la Francia, buona fottutissima fortuna”.
Qualche spunto per fare un po’ ordine, e assicurarsi di avere tutti i pezzi:
• La cronologia degli attacchi di venerdì sera
• Cosa sappiamo finora sugli attentatori
• Le foto false che circolano online sugli attacchi
• Il momento in cui c’è stato un falso allarme ieri sera a Place de la République (video)
Per approfondire:
• L’ISIS ha cambiato strategia con Parigi?
• Un articolo di BuzzFeed costantemente aggiornato con foto e storie dei morti di Parigi
• Un’analisi “tecnica” del Washington Post sugli attacchi di venerdì
• L’infografica del New York Times con gli attentati compiuti o ispirati dall’ISIS
• Il discorso di Madonna sui morti di Parigi durante un concerto a Stoccolma
Negli ultimi anni il Belgio è diventato uno dei paesi europei in cui l’attività islamista radicale è più forte. Diversi giornali si occupano oggi, in particolare, del quartiere belga di Molenbeek-Saint-Jean, nella regione di Bruxelles, indicato come una delle basi europee del terrorismo islamista. Gli arresti di sabato sera in diretta connessione con gli attentati di Parigi hanno rafforzato questa ipotesi: «L’elenco delle persone che hanno transitato per Molenbeek, prima di essere coinvolte in attività terroristiche è impressionante», scrive Le Monde.
Al comune sono connessi l’attentato al Museo Ebraico di Bruxelles (maggio 2014), la cellula jihadista di Verviers che stava organizzando attentati in Europa smantellata nel gennaio del 2015 e l’attentato fallito sul treno francese dell’agosto 2015: tutti casi legati a questo comune popolare nella zona ovest di Bruxelles, che è anche una delle zone con più immigrazione da paesi arabi e Nord Africa.
Le Monde ricorda che andando ancora più indietro nel tempo, è da questo quartiere che sono partiti i due terroristi che – fingendosi due giornalisti – hanno ucciso due giorni prima dell’11 settembre 2001 il militare e politico afghano Ahmed Shah Massoud, principale oppositore del regime dei talebani, e che qui avevano vissuto due dei protagonisti degli attentati di Madrid, che hanno causato 191 morti nel 2004.
Alle 10:30 il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, darà informazioni ufficiali circa le perquisizioni e le operazioni di polizia condotte in diverse città della Francia nella notte tra domenica e lunedì. La lista delle città coinvolte si allunga, man mano che i media francesi ottengono nuove informazioni. Ora si parla di: Strasburgo, Lille-Roubaix, Grenoble, Marsiglia, Tolosa e Lione.
La riunione del consiglio comunale di Parigi è iniziata oggi con un minuto di silenzio.
Minute de silence des élus de #Paris unis et rassemblés au #ConseildeParis pic.twitter.com/qs7GTu3Qes
— Anne Hidalgo (@Anne_Hidalgo) November 16, 2015
Il Wall Street Journal, da giorni molto informato sull’attacco allo Stade de France, ha pubblicato un nuovo articolo secondo cui è stato François Hollande in persona – che in quel momento si trovava proprio allo Stade de France – a decidere di non interrompere Francia-Germania. Secondo le fonti del WSJ, Hollande «ha giudicato troppo pericoloso che la folla invadesse le strade mentre c’era ancora il pericolo che qualche miliziano li stesse attendendo».
Qui abbiamo raccontato come si è svolto l’attacco allo Stade de France.
In questa foto, alcuni bambini passano vicino a uno dei locali degli attentati di venerdì, mentre vanno a scuola.
Children walk to school past the restaurant where 12 died in Paris. @bbc5live pic.twitter.com/R6Rz5ai694
— Nick Garnett (@nicholasgarnett) November 16, 2015
Domenica sera c’è stata un po’ di confusione sull’effettivo numero di persone morte a Parigi a causa degli attentanti terroristici. La notizia della morte di 3 feriti gravi data dal procuratore di Parigi – François Mollins – aveva portato i media a rivedere il bilancio da 129 a 132, ma in seguito la procura ha chiarito che nei 129 erano già stati compresi gli ultimi decessi. Il bilancio provvisorio è quindi di 129 persone morte cui si aggiungono i 7 terroristi. I feriti sono 352, 99 dei quali sono ancora in condizioni gravi o critiche a seconda dei casi.
Le operazioni di polizia a Lione hanno portato al fermo di cinque persone, dicono alcune fonti a Le Figaro. Gli agenti hanno trovato “un arsenale da guerra” con un lanciarazzi, alcuni giubbotti antiproiettile, pistole automatiche e un kalashnikov. Non ci sono per ora conferme ufficiali da parte della polizia.
Alcuni media italiani – qui un esempio – scrivono che Salah Abdeslam, ricercato perché ritenuto uno dei terroristi coinvolti negli attentati di venerdì a Parigi, potrebbe essere “forse in Italia”. In realtà al momento non ci sono elementi per dirlo: la polizia francese si è limitata a diffondere un avviso ai paesi confinanti sul ricercato, come avviene sempre in casi come questi. Oltre all’Italia, l’avviso ha riguardato diversi altri paesi come la Spagna e la Germania.
Questa mappa mostra le principali località in cui sono stati eseguiti controlli e perquisizioni nella notte in Francia.
French police carry out anti-terror raids across country following Paris attacks https://t.co/McxAoC5Swz pic.twitter.com/uv5QVb9o0P
— ITV News (@itvnews) November 16, 2015
Oggi in Francia alle 12 sarà osservato un minuto di silenzio in segno di lutto e di ricordo delle 129 persone morte negli attentati di venerdì a Parigi: si fermeranno anche i mezzi pubblici in città.
Ajd à 12h #RATP interrompra le trafic des bus, métros, tramways, RER pr observer 1 minute de silence en hommage aux victimes des #attentats
— Groupe RATP (@GroupeRATP) November 16, 2015
In Italia molti comuni hanno dichiarato un giorno di lutto e organizzato discussioni e incontri sul tema del terrorismo. Nelle scuole e nelle università sarà osservato un minuto di silenzio e sarà dedicata almeno un’ora di lezione a parlare dei fatti di venerdì con gli studenti.
Nella notte la polizia ha condotto ispezioni non solo a Parigi, ma anche a Tolosa, Grenoble e lungo il confine con il Belgio, da dove si pensa sia stata organizzata l’operazione terroristica. Sono stati condotti anche alcuni arresti – dicono i media francesi, ma per ora non ci sono molti altri dettagli e si parla del sequestro di armi in seguito a una perquisizione a Tolosa nell’ambito di una più ampia operazione antiterrorismo, non legata strettamente ai fatti di Parigi. Sempre a RTL, Valls ha detto che le perquisizioni sono state circa 150 in diverse località della Francia.
Nel corso di una intervista radiofonica su RTL, questa mattina il primo ministro francese Manuel Valls ha detto che “dovremo convivere a lungo con la minaccia del terrorismo” e ha confermato che la Francia ha condotto attacchi aerei nella zona di Raqqa, in Siria.
Le prime pagine dei giornali di oggi in Italia si possono scorrere qui. Questa è quella della Stampa.