Chi sono i candidati a presidente della FIFA
Sono sette: c'è anche Michel Platini, nonostante sia stato sospeso dalla FIFA, ma i favoriti sono Gianni Infantino e uno sceicco del Bahrein
La FIFA – l’organizzazione internazionale che regola e governa il calcio mondiale – ha reso noti i nomi delle sette persone che si sono candidate per il ruolo di presidente della FIFA. Sono Michel Platini, Gianni Infantino, lo sceicco Salman bin Ebrahim Al Khalifa, il principe Ali bin al-Hussein, Tokyo Sexwale, Jérôme Champagne e Musa Hassan Bility. Le elezioni – in cui ognuno dei 209 stati membri esprimerà un voto – si terranno il 26 febbraio 2016 durante il congresso straordinario indetto alcuni mesi fa da Sepp Blatter, che alcuni giorni dopo essere stato rieletto presidente per la quinta volta avevo annunciato di volersi dimettere, a causa delle indagini che riguardavano la FIFA e che, da alcune settimane, riguardano direttamente anche lui. Blatter è stato sospeso dal suo incarico di presidente che è al momento ricoperto da Issa Hayatou, 69enne camerunese e presidente della confederazione calcistica africana.
Le sette candidature erano note, seppur non ancora ufficiali, da alcuni giorni. L’unica sorpresa è l’assenza di David Nakhid, 51enne ex calciatore di Trinidad e Tobago che aveva detto di volersi candidare ma che poi non l’ha fatto. Nakhid non ha trovato le necessarie cinque firme di supporto da parte di altrettante federazione: come a qualsiasi elezione per candidarsi serve infatti dimostrare di avere una piccola “base di partenza”. Tra i candidati non c’è nemmeno un altro ex calciatore di cui si era molto parlato: Zico, ex attaccante e poi allenatore e dirigente sportivo brasiliano. Nemmeno lui ha trovato il supporto di almeno cinque federazioni nazionali.
Tra i sette candidati per il momento accettati dalla FIFA, tre sono europei, due africani e due asiatici. Solo uno in passato giocato a calcio a livello professionistico.
Michel Platini
È stato un ottimo calciatore della Juventus e della nazionale francese e ha vinto tre volte il Pallone d’oro, il premio assegnato ogni anno al miglior calciatore europeo (dal 1995 è invece diventato un premio “mondiale). Platini è stato anche allenatore e co-presidente del comitato organizzatore dei Mondiali francesi del 1998. Dal 1998 al 2002 Platini ha lavorato per Blatter, ed è in seguito membro del comitato esecutivo della FIFA e, dal 2007, presidente della UEFA, il massimo organo di governo del calcio europeo.
Le recenti indagini su Blatter hanno riguardato anche Michel Platini, che è in una posizione ambigua e complicata. Platini non è direttamente indagato, ci sono però dei dubbi su dei soldi che ha ricevuto da Blatter: questi dubbi hanno portato il Comitato etico della FIFA a sospenderlo da «ogni attività legata al calcio a livello locale o internazionale» e quindi dal suo ruolo di presidente dell’UEFA. Dopo l’annuncio delle dimissioni di Blatter, Platini era dato come favorito per le elezioni FIFA; dopo le inchieste su Blatter – e indirettamente su di lui – non era nemmeno chiaro se Platini potesse candidarsi. Lo ha fatto, ma come gli altri sei candidati dovrà essere “approvato” da un comitato elettorale. Il comitato dovrà aspettare la fine della sospensione di Platini: solo allora potrà esprimere un parere sulla sua candidatura.
Gianni Infantino
È svizzero, ha 45 anni e dal 2009 è segretario generale dell’UEFA: ha molti incarichi, tra cui anche quello di dirigere i sorteggi di Champions League ed Europa League. Infatino parla inglese, francese, tedesco, spagnolo e italiano; è un avvocato specializzato in diritto sportivo. Dal 2000 lavora per la UEFA, dove fu assunto come direttore della divisione Affari Legali e Licenze per club. Da quando è diventato segretario generale ha anche l’incarico di gestire i rapporti con entità politiche come la Commissione europea e il Consiglio europeo.
È considerato molto vicino a Platini, di cui ha praticamente ereditato i compiti di presidente in seguito alla sua sospensione. Infantino ha anche preso il posto di Platini come principale favorito per le elezioni di febbraio: è esperto, “giovane”, europeo e del tutto al di fuori dalle indagini che da mesi riguardano la FIFA. Rispetto a Platini è però molto meno “mediatico”: non è stato un calciatore, e fuori dal suo ambiente il suo nome è quasi sconosciuto; e lo sarebbe anche la sua faccia, se non fosse per i sorteggi di Champions League ed Europa League che conduce ogni anno. Infantino avrà sicuramente almeno il sostegno dell’UEFA.
Lo sceicco Salman bin Ebrahim al Khalifa
Ha 49 anni ed è un dirigente sportivo del Bahrein, il piccolo stato del Golfo Persico. È cugino del re del Bahrein, è vicepresidente della FIFA e presidente dell’AFC, che è in Asia quello che l’UEFA è in Europa. Si dice che abbia il supporto di molte federazioni e che possa provare a competere con Infantino per la presidenza. Owen Gibson spiega però sul Guardian che nei suoi anni all’AFC lo sceicco non è stato estraneo ad accuse di corruzione e che è stato più volte accusato di aver imprigionato decine di atleti che nel 2011 avevano protestato contro il governo del Bahrain e in favore di una maggiore democrazia. Lo sceicco non è mai stato condannato a seguito di queste accuse e ha sempre negato un suo coinvolgimento. Nelle elezioni FIFA dello scorso maggio aveva supportato Blatter; dopo che Blatter aveva annunciato le sue dimissioni aveva supportato la candidatura di Platini.
Il principe Ali Bin al Hussein
È figlio del re di Giordania Hussein, morto nel 1999. Ha 39 anni ed è il più giovane dei candidati. È l’attuale presidente della federazione calcistica della Giordania e in passato è stato vicepresidente della FIFA. In passato è stato piuttosto critico con Blatter: fu lui per esempio a chiedere che venisse diffuso l’intero “rapporto Garcia”, un’indagine del Comitato Etico FIFA sull’assegnazione a Russia e Qatar dei Mondiali di calcio 2018 e 2022. A maggio è stato l’unico sfidante di Blatter, ricevendo tra l’altro il supporto di Platini: ha ricevuto 73 voti su 209. Ha il merito di essere stato molto critico nei confronti di Blatter quando ancora Blatter era potente e apparentemente inattaccabile. Non ha però un grande seguito: la stessa federazione asiatica sembra parteggiare per lo sceicco Salman bin Ebrahim al Khalifa.
Tokyo Sexwale
Ha 62 anni ed è un importante politico e imprenditore sudafricano: faceva parte del comitato che gestì la candidatura del Sudafrica per i Mondiali del 2010, i primi giocati in Africa. Oggi è piuttosto ricco ed è stato il protagonista e conduttore della versione sudafricana di The Apprentice: in Italia quel ruolo è stato di Flavio Briatore e negli Stati Uniti di Donald Trump. È stato un attivista anti-apartheid, imprigionato per anni a Robben Island, nello stesso carcere di Nelson Mandela. Ha una storia importante e peculiare, ci sono però anche nel suo caso sospetti di corruzione e la sua passata vicinanza a Blatter non lo aiuterà a proporsi come un candidato “pulito”.
Jérôme Champagne
Ha 57 anni ed è un ex diplomatico francese, “passato” al mondo del calcio in occasione dei Mondiali francesi del 1998. Ha ricoperto alcuni ruoli dirigenziali nella FIFA e in passato aveva detto di volersi candidare contro Blatter, senza però mai farlo. Il Telegraph scrive di lui che non è però mai riuscito a togliersi di dosso il sospetto di essere una “marionetta di Blatter“.
Musa Bility
Ha 48 anni, è il presidente della federazione calcistica della Liberia, la nazione famosa soprattutto grazie a George Weah, forte attaccante del Milan degli anni Novanta e ora uomo politico. Negli ultimi anni ha spesso cercato di riformare la CAF, l’organizzazione che regola il calcio africano, ma i giornalisti che si occupano delle questioni FIFA scrivono che non ha particolari simpatie né nella CAF, né nella FIFA. Non ha possibilità di vittoria, la sua candidatura potrebbe però portare via da Sexwale alcuni importanti voti africani.