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  • Domenica 2 agosto 2015

No, il fratello del leone Cecil non è morto

Un'associazione ambientalista ha diffuso sabato sera la notizia della morte di Jericho, ma è stata subito smentita da diversi ricercatori e ambientalisti

Una foto non datata del leone Cecil (Andy Loveridge/Wildlife Conservation Research Unit via AP)
Una foto non datata del leone Cecil (Andy Loveridge/Wildlife Conservation Research Unit via AP)

Sabato 1 agosto la ONG ambientalista Zimbabwe Conservation Task Force ha scritto su Facebook che poche ore prima era stato ucciso Jericho, un leone maschio definito «fratello» di Cecil, il leone “simbolo” dello Zimbabwe ucciso la settimana scorsa dal dentista statunitense Walter Palmer. La notizia della presunta morte del fratello di Cecil è stata ripresa da diversi siti internazionali: il caso Cecil-Palmer è fra le notizie di cui più si è discusso questa settimana, data anche la sua enorme diffusione sui social network. La notizia della morte di Jericho però è falsa, come hanno confermato al Guardian diversi ricercatori e associazioni ambientaliste. Un ricercatore dell’università di Oxford ha inoltre detto a NPR che Jericho e Cecil non sono fratelli, nonostante abitassero nello stesso parco (lo Hwange National Park dello Zimbabwe).

Brent Stapelkamp, il ricercatore che sta seguendo Jericho con un collare satellitare, ha detto al Guardian che Jericho «è vivo e vegeto», e che secondo i dati rilevati dal collare è stato in movimento per tutta la giornata di sabato. Drew Abrahamson, un fotografo che lavora in zona e ha accesso ai dati del collare di Jericho, ha pubblicato su Facebook la schermata coi dati inviati dal collare.

Jericho’s collar is sending out normal collar movement up untill 20 mins ago! I have just had a call from Zim & this images sent to me…have tried to let CNN know!!!

Posted by Drew Abrahamson on Sabato 1 agosto 2015

Stephen Long, che fa parte di un’associazione ambientalista che collabora col parco dove vive Jericho, ha detto al Guardian che la Zimbabwe Conservation Task Force – l’associazione che ha diffuso la notizia su Jericho – «ha la stessa credibilità di un tabloid».