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  • Mercoledì 13 maggio 2015

Sono state pubblicate le lettere del principe Carlo ai ministri

Finora erano sempre state confidenziali e private, ma una decisione della Corte suprema del Regno Unito ha cambiato le cose

Britain’s Prince Charles walks through the library in the Armed Forces Retirement Home in Washington, Thursday, March 19, 2015. (AP Photo/Andrew Harnik)
Britain’s Prince Charles walks through the library in the Armed Forces Retirement Home in Washington, Thursday, March 19, 2015. (AP Photo/Andrew Harnik)

Oggi, mercoledì 13 maggio, sono state rese pubbliche le 27 lettere scritte tra il 2004 e il 2005 dal principe Carlo a politici e ministri del governo del Regno Unito. La decisione di pubblicarle ha a che fare con un caso vecchio di dieci anni ed era stata presa lo scorso 26 marzo dopo una sentenza della Corte suprema del Regno Unito.

Le lettere – che come tutte quelle spedite dal Carlo sono soprannominate “black spider memos” (i “promemoria del ragno nero”) per via della penna nera con cui sono scritte e della calligrafia poco ordinata – sono state pubblicate sul sito del gabinetto verso le 16 (le 17 ora italiana). Dieci sono state scritte a mano; 14 sono state scambiate con ministri e tre con segretari privati. Riguardano soprattutto temi che stanno da sempre a cuore a Carlo, come per esempio l’agricoltura e il rispetto per l’ambiente. In particolare nelle lettere parla dell’allevamento bovino, di riforme delle politiche agricole europee, dei problemi dei lavoratori dell’industria casearia, del Cherry Knowle Hospital (un ex ospedale psichiatrico nel Northumberland), di pesca illegale e uccelli marini, della pratica di abbattere i tassi responsabili della diffusione della tubercolosi tra i bovini, dei pasti serviti nelle scuole del South Gloucestershire, dell’organizzazione di eventi di beneficenza, della ricostruzione di edifici storici nell’Irlanda del Nord e dell’equipaggiamento dei soldati durante la guerra in Iraq.

Un portavoce di Clarence House – la residenza di Carlo e della moglie Camilla, del principe William e Kate Middleton insieme ai loro due figli, e del principe Harry – ha detto che «Il principe del Galles [Carlo, ndr] si preoccupa molto del suo paese, e cerca di sfruttare la posizione unica in cui si trova per aiutare gli altri. Ha dedicato gran parte del suo lavoro ad aiutare le singole persone e le organizzazioni, a fare la differenza per un paese e un mondo migliore».

Il caso è iniziato nel 2005 quando il giornalista del Guardian Rob Evans aveva chiesto, appellandosi al Freedom of Information Act del 2000 (la legge sulla libertà di informazione del Regno Unito), che le lettere diventassero pubbliche. Nel 2010 una prima sentenza aveva respinto la richiesta dicendo che “il principe Carlo aveva pieno diritto di scrivere ai ministri”, e che “era giusto, addirittura di vitale importanza, non rendere pubbliche quelle lettere”. Sentenze successive avevano però dato ragione al Guardian, dichiarando lecita la richiesta.

La sentenza del 26 marzo della Corte Suprema aveva confermato quella decisione e David Cameron, primo ministro conservatore britannico rieletto la scorsa settimana per un secondo mandato, aveva commentato dicendo che si trattava di una scelta «profondamente deludente» aggiungendo anche che andava difeso «il principio secondo il quale i membri della famiglia reale possono esprimere la propria opinione al governo in modo confidenziale». Il principe Carlo sosteneva che le lettere fossero private e confidenziali. L’accusa sosteneva invece che provassero il suo tentativo di influenzare le scelte politiche dei ministri britannici. I funzionari di Clarence House, l’ufficio del Principe di Galles, hanno fatto sapere di non essere particolarmente preoccupati dalla pubblicazione delle lettere prevista per oggi e che chi ha sempre sostenuto che il loro contenuto potrebbe minare la neutralità politica di Carlo non ha fatto altro che esagerare il caso.