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  • Martedì 5 maggio 2015

La boxe dopo “l’incontro del secolo”

L’atteso incontro tra Floyd Mayweather e Manny Pacquiao è stato tutt’altro che spettacolare: il New York Times suggerisce allora altri bravi pugili da tenere d'occhio

LAS VEGAS, NV - DECEMBER 13: A general view of the ring as Amir Khan and Devon Alexander battle during their welterweight bout at the MGM Grand Garden Arena on December 13, 2014 in Las Vegas, Nevada. Khan won by unanimous decision. (Ethan Miller/Getty Images)
LAS VEGAS, NV - DECEMBER 13: A general view of the ring as Amir Khan and Devon Alexander battle during their welterweight bout at the MGM Grand Garden Arena on December 13, 2014 in Las Vegas, Nevada. Khan won by unanimous decision. (Ethan Miller/Getty Images)

Si è molto parlato in questi giorni dell’incontro di boxe tra Floyd Mayweather e Manny Pacquiao, definito “l’incontro del secolo”, e vinto ai punti da Mayweather. L’incontro di sabato 2 maggio era stato molto promosso dai pugili, dai loro agenti, dal mondo della boxe e, di conseguenza, dai siti di tutto il mondo, specializzati e non, come un evento imperdibile. Questo perché i due pugili – che erano e tuttora sono considerati i due migliori della loro generazione – non si erano mai incontrati e si era pensato negli ultimi mesi che non l’avrebbero mai fatto.

Nelle ore e nei giorni successivi all’incontro commentatori, esperti e appassionati di boxe hanno però descritto la sfida tra Mayweather-Pacquiao come ben lontana dal poter essere definita “l’incontro del secolo”, dal punto di vista del divertimento e della qualità dell’incontro. In generale, la maggior parte delle persone che hanno visto l’incontro sono d’accordo: è stato poco avvincente, poco spettacolare, vinto ai punti (e non per KO) grazie allo stile molto tattico e difensivo usato da Mayweather.

Il New York Times ha scritto che “l’incontro del secolo è finito, ma potrebbe non essere stato nemmeno l’incontro dell’anno”: e anche l’altro pugile molto noto anche ai non appassionati – Volodimir Klitschko, ucraino, 39 anni, campione olimpico ad Atlanta 1996 – combatte in modo poco spettacolare e molto attendista, ed è peraltro ormai alla fine della sua carriera. Il New York Times ha presentato allora altri pugili che – per capacità, qualità e stile di combattimento – potrebbero offrire uno spettacolo migliore di quello offerto dai Mayweather e Pacquiao (che peraltro ha detto di aver combattuto con un infortunio alla spalla destra, aggiungendo “non voglio usarlo come alibi, ma è dura combattere potendo usare un solo braccio”).

Saul Alvarez, James Kirkland, Genny Golovkin
Alvarez è un pugile messicano di 24 anni: il suo soprannome è “El Canelo”, un riferimento alla cannella, che a sua volta richiama il colore dei capelli di Alvarez. È un pugile della categoria superwelter (sotto i 69,85 chili di peso) e finora ha vinto 44 dei suoi 46 incontri, pareggiandone uno e perdendone un altro, proprio contro Mayweather, il 14 settembre 2013. L’incontro è stato vinto ai punti da Mayweather: a detta di molti immeritatamente. Il 9 maggio Alvarez sfiderà James Kirkland, pugile statunitense che ha vinto 32 incontri su 33, 28 dei quali per KO. La sfida tra Alvarez, conosciuto per il suo stile offensivo, e Kirkland – che tendenzialmente vince ben prima di arrivare ai punti – promette quindi molto spettacolo.

Gennady Golovkin, settimo nella classifica pound-to-pound, è un pugile kazako di 33 anni: ha vinto i suoi ultimi 18 incontri mettendo KO l’avversario, alcuni dei quali in maniera molto spettacolare. È un pugile della categoria dei pesi medi (fino a 72,57 chili) non elegantissimo nei movimenti ma altamente efficace nei risultati. E combatte molto: ha disputato tre incontri nel 2014 e quattro nel 2013 (alcuni pugili fanno ormai anche un solo incontro l’anno). Il prossimo incontro di Golvkin è il 16 maggio: sarà probabilmente spettacolare, ma di certo non di altissimo livello. Golovkin sfiderà infatti Willie Monroe Jr., un pugile giovane e non particolarmente forte. Vincerà quasi sicuramente Golovkin, quasi sicuramente al KO: un KO che potrebbe essere spettacolare a livello televisivo, ma non così rilevante a livello sportivo.

Roman Gonzalez, Andrew Ward e Nicholas Walters
Roman Gonzalez è un peso mosca (fino ai 52 chili) attualmente terzo nella classifica pound-to-pound della rivista Ring. Ha 27 anni, è nato in Nicaragua e nella sua carriera non ha ancora perso un incontro. Gonzalez, il cui soprannome è “El Chocolatito”, ha vinto 36 dei suoi 42 incontri per KO ed è un pugile agile e veloce. A rendere poco televisivamente interessanti gli incontri di Gonzalez è stata finora la sua stazza: è alto meno di un metro e 60 ed è quindi lontano dall’immaginario del classico pugile. Nonostante questo il New York Times ne elogia tecnica e attitudine.

Il New York Times aggiunge alla sua lista di candidati per il match dell’anno anche Andrew Ward, il pugile dei pesi supermedi considerato da molti il pugile più “tecnico” al mondo, che ha vinto 25 incontri senza mai perderne nemmeno uno, e Nicholas Walters, pugile peso piuma (fino a 66 chili) giamaicano di 29 anni – e anche lui finora imbattuto – che combatterà il 13 giugno al Madison Square Garden di New York: ancora si attende la comunicazione di chi sarà l’avversario.

Tutti questi pugili, alcuni dei quali fanno parte della stessa categoria di peso, sono tra i possibili protagonisti della boxe di quest’anno e dei prossimi anni. Sempre nell’attesa che il “match del secolo” possa essere ripetuto da Floyd Mayweather e Manny Pacquiao: cosa al momento data per possibile ma comunque molto improbabile.

foto: Ethan Miller/Getty Images