Al Pacino, il più grande

E sapete quanti Oscar ha vinto? E per cosa, poi? Foto e film di un formidabile settantacinquenne, oggi

Al Pacino alla prima del film "Sfida senza regole" a Parigi, nel 2008 
(JOEL SAGET/AFP/Getty Images)
Al Pacino alla prima del film "Sfida senza regole" a Parigi, nel 2008 (JOEL SAGET/AFP/Getty Images)

Dice Al Pacino, ancora adesso, che Michael Corleone nel Padrino è stata la parte più difficile della sua carriera, per via della “qualità enigmatica” del personaggio, non un gangster qualsiasi. Sono passati 43 anni, lui ne aveva 32, allora. Era giovane. Era nato a Manhattan, ma i suoi nonni erano tutti siciliani: quelli materni, per giunta, di Corleone. Il suo nome di battesimo è Alfredo, per gli appassionati di riferimenti “padriniani”.
Da ragazzo crebbe nel Bronx, in mezzo a situazioni e abitudini reali non distantissime da quelle che avrebbe raccontato da attore in molti film di crimini e criminali: ma cominciò presto a recitare e fu allievo del leggendario Lee Strasberg all’Actor’s Studio. Nel 1968, a 28 anni, partecipò a una rappresentazione al Festival dei Due Mondi di Spoleto, e in quegli anni fu già premiato negli Stati Uniti per le cose che faceva a teatro. Quando Coppola lo volle per Il Padrino, nel 1972, aveva fatto solo due film, e la produzione avrebbe voluto qualcuno di più famoso.

Dopo di allora, è diventato uno dei più grandi attori del cinema americano, e qualcuno dice il più grande, tra i viventi. Ha vinto un Oscar per Profumo di donna, decisamente non il suo film migliore, e ha avuto otto nomination. Ma ognuno ha i suoi quattro o cinque film migliori di Al Pacino da elencare: tra Scarface, Carlito’s way, Serpico, Un pomeriggio di un giorno da cani, The heat, Ogni maledetta domenica, i due primi Padrino, e forse altri ancora (ringraziando anche i suoi doppiatori italiani, Amendola e Giannini soprattutto). Compie 75 anni il 25 aprile 2015: e sono tanti anni, dice, da che non può più salire su una metropolitana o entrare in un negozio di alimentari.