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  • Venerdì 17 aprile 2015

Il peschereccio italiano fermato in Libia

Le notizie sono ancora molto confuse: il governo italiano ha confermato di averne preso il controllo, dopo che l'imbarcazione era stata "sequestrata" dalla guardia costiera libica

A Libyan militiaman stands at a check point near the border of Bani Walid in Misrata, Libya, Sunday, July 15, 2012. Tensions between the National Army and the former Gadaffi stronghold of Bani Walid have eased following the release of kidnapped journalists Abdelkader Fusuk and Youssef Baadi. (AP Photo/Manu Brabo)
A Libyan militiaman stands at a check point near the border of Bani Walid in Misrata, Libya, Sunday, July 15, 2012. Tensions between the National Army and the former Gadaffi stronghold of Bani Walid have eased following the release of kidnapped journalists Abdelkader Fusuk and Youssef Baadi. (AP Photo/Manu Brabo)

La Marina Militare italiana ha preso il controllo del peschereccio “Airone”, dopo che questa notte l’imbarcazione era stata sequestrata dalla Guardia costiera libica a circa 90 chilometri a nord-ovest di Misurata, città costiera della Libia. Del sequestro – o “fermo” – del peschereccio italiano si è parlato per diverse ore, senza però riuscire a capire con certezza cosa stesse succedendo. Nelle prime ricostruzioni, la stampa italiana aveva scritto che “Airone” era stato sequestrato da uomini armati senza segni di riconoscimento, poi da “miliziani”, poi da “pirati”; e che era stata portata al porto di Misurata, città contesa tra diverse milizie libiche. Tra le altre cose i giornali hanno scritto che il personale a bordo si sarebbe ribellato ai sequestratori e li avrebbe chiusi nella stiva, con l’intenzione di portare “Airone” a Lampedusa. Nessuna di queste cose risulta essere accaduta con certezza.

Verso le 13 il ministero della Difesa italiano ha detto che l’imbarcazione era stata sequestrata da un rimorchiatore, “presumibilmente appartenente a forze di sicurezza libiche”. BBC ha scritto che la Guardia costiera libica ha confermato di avere sequestrato “Airone” perché l’imbarcazione era entrata nelle acque territoriali libiche senza un regolare permesso. Un portavoce della Guardia costiera libica ha detto che si è trattato di una “operazione pacifica, dove non è stato sparato alcun colpo di arma da fuoco”. A bordo di “Airone” c’erano tre cittadini italiani e quattro tunisini: al momento non si conosce la posizione di “Airone” – a parte il fatto che è scortata dalla Marina italiana – e non si conoscono nemmeno le condizioni del personale a bordo.

La situazione è ancora molto confusa. Il Corriere ricostruisce così quello che è successo:

«Secondo notizie apprese via radio, uno o due libici sarebbero saliti a bordo del motopesca per una perquisizione ma l’equipaggio si sarebbe ribellato rinchiudendo i due nella stiva. Poi è scattato il blitz della Marina Militare che starebbe scortando la nave verso le coste italiane.»

La situazione in Libia continua a essere molto confusa. Il paese, in cui praticamente si combatte una guerra civile da mesi, è diviso in due: a est si trova il governo riconosciuto dalla maggior parte della comunità internazionale, che ora è insediato a Tobruk. A ovest c’è “Alba della Libia”, una coalizione di forze islamiste che ha il suo governo e il suo parlamento a Tripoli, la capitale del paese. In Libia ci sono decine di milizie diverse e da diverse settimane ha imposto la sua presenza anche l’ISIS (o Stato Islamico).