Che cos’è l’ANAS

Breve guida per capire cos'è e da dove viene la società che ha in carico la gestione di buona parte delle strade e delle autostrade italiane, il cui presidente si è appena dimesso

© Mauro Scrobogna / LaPresse
17-11-2009 Roma
Interni
ANAS - cantieri stradali
Nella foto: cantieri di costruzione della strada statale SS 675 umbro laziale, prefabbricazione in cantiere travi precompresse di viadotti
© Mauro Scrobogna / LaPresse 17-11-2009 Roma Interni ANAS - cantieri stradali Nella foto: cantieri di costruzione della strada statale SS 675 umbro laziale, prefabbricazione in cantiere travi precompresse di viadotti

Dopo il crollo di un pilone lungo l’autostrada l’A19, che mette in collegamento Palermo con Catania in Sicilia, e dopo la nomina di Graziano Delrio come nuovo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo Renzi, Pietro Ciucci ha annunciato le sue dimissioni da presidente dell’ANAS.

Cos’è l’ANAS
L’ANAS è una società per azioni di proprietà dello Stato Italiano che gestisce buona parte delle strade e delle autostrade italiane. ANAS ha un unico socio – il ministero dell’Economia – ed è sottoposta al controllo e alla vigilanza tecnica e operativa del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il numero dei dipendenti della società (aggiornati al 2013) è 6.109.

ANAS

L’ANAS è organizzata in tre principali aree, ognuna delle quali fa riferimento a un co-direttore generale che risponde a sua volta al presidente. La prima ha a che fare con tutte le attività tecnico-operative; la seconda con quelle legali e di patrimonio e si occupa dei contenziosi, degli acquisti, delle gare e dei contratti; la terza riguarda i processi amministrativi e commerciali. La società ha poi sul territorio e nelle varie regioni diverse unità distaccate. Possiede inoltre delle quote in altre società.

Cosa fa l’ANAS
Sulla rete che ANAS ha in gestione diretta, deve:

– occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria;
– adeguare e migliorare le strade e le autostrade occupandosi anche della segnaletica;
– fornire servizi di informazione agli utenti;
– attuare le leggi e i regolamenti che hanno a che fare con la tutela della rete e la tutela del traffico e della segnaletica;
– adottare i provvedimenti necessari per la sicurezza del traffico;
– realizzare e partecipare a studi, ricerche e sperimentazioni in materia di viabilità, traffico e circolazione.

Una delle principali attività dell’ANAS è anche la progettazione. La società gestisce direttamente il ciclo completo delle attività di progettazione e di controllo per le nuove opere stradali di importo superiore ai 15 milioni di euro, a partire dallo studio di fattibilità fino alla fase di appalto per la realizzazione effettiva.

Fino al 30 settembre del 2012 l’ANAS è stata anche l’ente concedente della rete autostradale a pedaggio e ha svolto attività di vigilanza sulle società concessionarie attraverso l’Ispettorato Vigilanza Concessioni Autostradali, che dipendeva direttamente dal presidente e che era separato dalle altre strutture aziendali. Dal primo ottobre del 2012 le attività di vigilanza sull’esecuzione dei lavori di costruzione delle opere date in concessione e su quelli di controllo della gestione delle autostrade sono state trasferite al ministero delle Infrastrutture dei Trasporti. Bisogna fare attenzione a non confondere l’ANAS con Autostrade per l’Italia: per capirci, la prima concede la gestione delle tratte autostradali alla seconda. Autostrade per l’Italia fu costituita nel 1950 dall’IRI, quindi dallo Stato, e firmò nel 1956 la prima convenzione con l’ANAS; nel 1999 è stata privatizzata e oggi l’azionista di riferimento è la famiglia Benetton.

Quali strade
La rete di strade e autostrade che ANAS ha in gestione diretta è costituita da 25.388,815 chilometri. Di questi, 937,748 chilometri sono di autostrade. L’elenco completo diviso per ciascuna regione si può vedere qui.

ANAS

Come è nata
Nel 1865, dopo l’unificazione dell’Italia, ci fu una prima classificazione delle strade in nazionali, provinciali, comunali e vicinali. La competenza di queste strade era affidata rispettivamente allo Stato, alle province e ai comuni. Dopo un primo sviluppo della rete ferroviaria, a partire dal 1868, si iniziò a capire che le ferrovie dipendevano dalla viabilità minore: e poiché i comuni non potevano provvedere economicamente a costruire nuove strade, lo Stato iniziò a intervenire. La legge numero 4613 del 30 agosto 1868 rese obbligatoria la costruzione da parte dei comuni di alcune strade di importanza strategica, ma stabilì anche che una parte dei fondi necessari doveva essere fornita da sussidi statali.

Negli anni successivi furono emanate diverse altre leggi che prevedevano la costruzione di nuove strade a nord, a sud e al centro del paese, comprese quelle di collegamento per le stazioni ferroviarie, i porti e i capoluoghi. All’inizio del Novecento la rete stradale italiana raggiunse i 138.097 chilometri contro gli 89.765 del 1864. Superata la guerra e i primi anni del dopoguerra venne inventata l’autostrada, cioè “una nuova strada riservata esclusivamente al traffico a motore”. Nel 1922 l’ingegner Piero Puricelli elaborò il progetto dell’autostrada Milano-Laghi. Il 21 settembre 1924 ne fu inaugurata la tratta iniziale, Milano-Varese. Anche per ragioni propagandistiche, lo sviluppo della rete stradale era uno degli obiettivi principali del governo fascista che nel 1928 creò l’AASS, Azienda autonoma statale della strada. Con l’invasione dell’Etiopia e la creazione delle colonie, l’AASS fu coinvolta nella realizzazione di oltre 7 mila chilometri di strade nei territori occupati.

Dopo la Seconda guerra mondiale e il referendum per la creazione della repubblica, l’AASS venne soppresso e al suo posto, con un decreto del giugno 1946, venne creata l’ANAS, Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali. Nel 1994 l’ANAS è stata trasformata in Ente nazionale per le strade, un ente pubblico economico, pur mantenendo la stessa denominazione e nel 2002 viene trasformata in una S.p.A.