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  • Domenica 22 marzo 2015

Il nuovo attacco contro Tripoli

Gli ultimi attacchi aerei sulla capitale libica rischiano di far saltare i colloqui di pace in Marocco, mediati dall'ONU (e potrebbe averci guadagnato l'ISIS)

Libya Dawn fighters look at Islamic State (IS) militant positions near Sirte March 19, 2015. The Libya Dawn armed group backs the self-declared government in the capital Tripoli. REUTERS/Goran Tomasevic
Libya Dawn fighters look at Islamic State (IS) militant positions near Sirte March 19, 2015. The Libya Dawn armed group backs the self-declared government in the capital Tripoli. REUTERS/Goran Tomasevic

Negli ultimi giorni il governo libico di Tobruk – quello riconosciuto dalla maggior parte della comunità internazionale, opposto al governo di Tripoli, guidato dalla coalizione islamista “Alba della Libia” – ha compiuto diversi attacchi aerei contro Tripoli, che formalmente continua a essere la capitale del paese. Bernardino Leon, l’inviato speciale delle Nazioni Unite che da mesi sta cercando di organizzare dei colloqui di pace tra i due governi, ha detto che i nuovi attacchi aerei renderanno i futuri colloqui molto più difficili. Le delegazioni dei due governi si trovano attualmente a Rabat, in Marocco: i colloqui che avrebbero dovuto cominciare venerdì sono però stati sospesi a causa degli attacchi aerei. Leon ha condannato gli attacchi «nei termini più duri possibile».

Alcuni abitanti di Tripoli hanno detto a Reuters che la situazione, a parte gli attacchi aerei, sembra piuttosto tranquilla. Gli scontri via terra si stanno verificando invece a diverse decine di chilometri dalla capitale: le milizie di “Alba della Libia”, per esempio, dicono di avere catturato alcuni miliziani nemici a 35 chilometri dalla città. Secondo diversi testimoni che si trovano sul posto, l’offensiva dell’esercito libico, che risponde al governo di Tobruk, ha spinto “Alba della Libia” a ritirare i suoi miliziani che si trovavano nei pressi di Sirte, una delle città libiche dove è presente l’ISIS (o Stato Islamico). Secondo alcuni giornalisti, attualmente l’ISIS controlla tutta la città di Sirte.

 

La situazione di questi giorni è il risultato di diversi avvenimenti cominciati la scorsa primavera, quando in seguito alle elezioni vinte dai partiti laici la Libia si è di fatto divisa in due. A occidente si è insediato il governo islamista appoggiato da “Alba della Libia”, che è una coalizione molto variegata di forze islamiste, alcune più estremiste di altre. A est, nella città costiera di Tobruk, si è insediato il governo riconosciuto dalla comunità internazionale. La confusione risultata dalla formazione dei due governi ha permesso a molte milizie di rafforzare il controllo su alcune parti del territorio libico (già dalla caduta dell’ex presidente Mu’ammar Gheddafi, in Libia avevano cominciato ad agire decine di milizie, alcune delle quali legate anche ad esponenti del governo o del Parlamento). Tra le milizie che non fanno riferimento a un gruppo di potere locale, la più forte sembra essere quella che lo scorso ottobre ha dichiarato la sua affiliazione all’ISIS. L’ISIS libico, formato da miliziani locali, libici ritornati dopo aver combattuto in Siria e un numero non identificato di combattenti stranieri, attualmente occupa una parte della città di Derna e Sirte e ha compiuto attacchi e attentati a Tripoli e in altre parti del paese.