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  • Lunedì 8 dicembre 2014

Il Giappone a 6 giorni dal voto

L'economia è in recessione e va persino peggio di quanto si temesse, ma il primo ministro Shinzo Abe non ha veri avversari e salvo sorprese vincerà di nuovo

di Anna Fifield – Washington Post

Japan's Prime Minister Shinzo Abe gives a press conference during the Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC) summit in Beijing on November 11, 2014. Top leaders and ministers of the 21-member APEC grouping are meeting in Beijing from November 7 to 11. AFP PHOTO / FRED DUFOUR (Photo credit should read FRED DUFOUR/AFP/Getty Images)
Japan's Prime Minister Shinzo Abe gives a press conference during the Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC) summit in Beijing on November 11, 2014. Top leaders and ministers of the 21-member APEC grouping are meeting in Beijing from November 7 to 11. AFP PHOTO / FRED DUFOUR (Photo credit should read FRED DUFOUR/AFP/Getty Images)

L’economia giapponese è in condizioni ancora peggiori di quanto si temesse, secondo una revisione dei dati diffusa lunedì. A pochi giorni dalle elezioni parlamentari anticipate – si vota il 14 dicembre – i dati confermano che la terza economia più grande del mondo è in recessione. Il governo ha rivisto le statistiche del mese scorso, che mostravano un’improvvisa e inaspettata contrazione del PIL dell’1,6 per cento nel terzo trimestre, comparata al terzo trimestre dell’anno precedente; i dati rivisti dicono che la contrazione è stata dell’1,9 per cento. La gran parte degli economisti del paese si aspettava dalla revisione un dato migliore.

Il primo ministro Shinzo Abe ha indetto le elezioni anticipate per domenica, presentandole come un referendum sulla sua politica economica – soprannominata dalla stampa “Abenomics” – e cercando così un mandato popolare per le riforme che intende ancora implementare su questa linea, che finora non ha prodotto risultati. Ritornato al potere due anni fa dopo una larga vittoria, il primo ministro Abe aveva presentato una strategia economica basata su un’aggressiva politica monetaria e un vasto aumento della spesa, seguito subito dopo da una fase di tagli e austerità. La prima fase ha portato nel primo trimestre a un’esplosione del PIL, che è cresciuto a un tasso annualizzato del 6,8 per cento. La seconda fase ha portato nel secondo trimestre a un calo speculare, di nuovo del 6,8 per cento. La terza fase – riforme strutturali del mercato del lavoro e del diritto industriale, liberalizzazioni – non si è ancora materializzata.

La nuova diminuzione del PIL nel terzo trimestre, e quindi l’entrata in una fase di recessione tecnica, ha portato Abe a rinviare un previsto aumento della tassa sui consumi – il secondo in pochi mesi, dopo che il primo aveva secondo molti innescato la recessione – e indire il rinnovo anticipato della Camera bassa del Parlamento, in cerca di un nuovo mandato popolare. Lo slogan dei liberaldemocratici – il partito di Abe – in vista delle elezioni è: “Questa strada è l’unica strada”. I sondaggi mostrano che l’opposizione è debole e non ha grandi idee alternative per risanare l’economia: il partito di Abe dovrebbe tornare al potere con una maggioranza forte, forse persino più forte di quella attuale.

© Washington Post / 2014