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  • Martedì 28 ottobre 2014

I peshmerga stanno andando a Kobane

I miliziani curdi iracheni, dopo l'autorizzazione della Turchia la settimana scorsa, sono in viaggio per raggiungere la città siriana e combattere contro lo Stato Islamico

Syrian Kurdish refugees from Kobani watch fighting across the border in Kobani from a hilltop on the outskirts of Suruc, Turkey, near the Turkey-Syria border, Sunday, Oct. 26, 2014. Kobani, also known as Ayn Arab, and its surrounding areas, has been under assault by extremists of the Islamic State group since mid-September and is being defended by Kurdish fighters. (AP Photo/Vadim Ghirda)
Syrian Kurdish refugees from Kobani watch fighting across the border in Kobani from a hilltop on the outskirts of Suruc, Turkey, near the Turkey-Syria border, Sunday, Oct. 26, 2014. Kobani, also known as Ayn Arab, and its surrounding areas, has been under assault by extremists of the Islamic State group since mid-September and is being defended by Kurdish fighters. (AP Photo/Vadim Ghirda)

Martedì 28 ottobre le autorità curde hanno detto che 150 miliziani del Kurdistan iracheno, i peshmerga, hanno lasciato la città irachena di Erbil e stanno andando a combattere contro lo Stato Islamico a Kobane, in Siria. Un giornalista di Al Jazeera ha detto di aver visto un convoglio di più di cinquanta veicoli – bus pieni di soldati e camion che trasportavano armi di artiglieria pesante – lasciare Erbil martedì pomeriggio. Hemin Hawrami, un membro del Partito Democratico del Kurdistan (PDK), ha scritto su Twitter che i peshmerga arriveranno in Turchia con gli aerei e poi oltrepasseranno il confine turco-siriano via terra.

Kobane si trova nel nord della Siria, vicino al confine con la Turchia: da diverse settimane qui c’è una delle più importanti battaglie nell’ambito della guerra contro l’organizzazione terroristica sunnita conosciuta come Stato Islamico (IS), che vede coinvolta una coalizione internazionale composta da decine di paesi, tra cui gli Stati Uniti. L’importanza della battaglia di Kobane è soprattutto simbolica: secondo molti è un terreno di prova per la strategia del governo americano contro l’IS, e decisiva per valutare l’efficacia e la tenuta della coalizione. I miliziani curdi siriani da settimane combattono per il controllo della città contro l’IS, ma finora è stato difficile capire chi stia effettivamente vincendo, e la situazione è molto dinamica e instabile. Lunedì 20 ottobre la Turchia aveva annunciato l’intenzione di permettere ai curdi iracheni di attraversare il territorio turco e unirsi ai curdi siriani: la decisione del governo turco non era scontata ed è stata una sorta di capovolgimento, visto che il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva più volte detto di considerare i curdi siriani che combattono a Kobane dei terroristi, per via dei legami con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), gruppo che per anni ha compiuto attentati in Turchia per ottenere l’indipendenza. Gli Stati Uniti nelle ultime settimane hanno condotto diversi bombardamenti aerei a Kobane, a supporto dei combattenti curdi.

Halgord Hekmat, un portavoce del ministero curdo responsabile per i peshmerga, ha detto che i combattenti curdi iracheni sono “forze di supporto”, e che non è previsto combattano direttamente al fronte: sono armati con armi automatiche, mortai e lanciarazzi risalenti al periodo della presidenza di Saddam Hussein in Iraq. I peshmerga arriveranno a Kobane o martedì o mercoledì: il generale Halgrud Hikmat ha detto a CNN che i miliziani hanno avuto negli ultimi giorni dei problemi logistici, ma che ora sono stati risolti. Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha detto che i bombardamenti aerei da soli non sono sufficienti a sconfiggere i militanti dell’IS, e che «l’unico modo per aiutare Kobane, dal momento che gli altri paesi non vogliono utilizzare truppe di terra, è inviare corpi militari moderati o orientati alla pace. Quali sono? I peshmerga, e l’Esercito siriano libero».

Foto: Rifugiati siriani guardano i combattimenti a Kobane da una collina (AP Photo/Vadim Ghirda).