Google non mostrerà più le anteprime degli articoli in Germania

È un ulteriore sviluppo dell'annoso contenzioso con gli editori, che chiedono a Google di pagare i diritti per l'utilizzo dei loro contenuti nelle pagine dei risultati

In Germania, a partire dalla prossima settimana, Google non pubblicherà più le anteprime degli articoli di diversi grandi giornali nelle sue pagine dei risultati, in servizi come Google News, segnando un nuovo sviluppo nel contenzioso legale che da anni vede contrapposta la società statunitense con i principali editori di quotidiani tedeschi. Gli editori sostengono che la riproduzione delle anteprime costituisce un utilizzo senza autorizzazioni di materiale protetto dal diritto d’autore, e che quindi Google dovrebbe pagare i diritti per mostrare le stesse anteprime nelle sue pagine. Google ha sempre respinto questa tesi, sostenendo di citare gli articoli solo per dare più informazioni di contesto sui loro contenuti e di non dovere quindi pagare nessun diritto per poterlo fare.

Google in Germania non mostrerà più né le prime righe degli articoli né le immagini di anteprima che li accompagnano. Il nuovo sistema sarà applicato a tutti i giornali degli editori che hanno portato avanti il contenzioso legale, compreso Axel Springer SE, che pubblica la Bild, il giornale più letto in Germania.

Gli editori hanno criticato duramente la scelta di Google, definendola “un ricatto”. Con questa nuova politica, dicono, Google sta cercando di obbligare i siti dei giornali a cedere e a non chiedere il pagamento dei diritti per l’utilizzo di parte dei loro articoli. Essere presenti nelle pagine dei risultati di Google, soprattuto nella sezione News, senza immagini di anteprima e senza riassunto degli articoli significa essere meno visibili, e meno visitati.

Una nuova legge in Germania stabilisce che i motori di ricerca possono liberamente pubblicare titoli e link verso gli articoli di giornale nelle loro pagine dei risultati, mentre per pubblicare tutto il resto (dalle anteprime in poi) devono ottenere il permesso e acquisire i diritti dalle società editrici. Google ha più volte spiegato di non ritenere equa questa soluzione, perché la pubblicazione delle anteprime è un elemento importante per dare informazioni su cosa i lettori troveranno veramente cliccando sul link verso l’articolo. Per questo motivo ha scelto di non pagare i diritti e ha dato a ogni editore la possibilità di scegliere tra due opzioni: dare il permesso a Google di pubblicare le anteprime gratuitamente, ottenendo così più visibilità nelle pagine dei risultati; non dare il permesso e accettare di conseguenza che gli articoli siano segnalati in servizi come Google News con il solo titolo e link della pagina, senza testi e immagini di anteprima.

Diversi editori hanno scelto la prima opzione, mentre altri, come l’editore della Bild, sono rimasti sulle loro posizioni, insistendo sul fatto che Google debba pagare come stabilito dalla legge. Gli editori ricordano che nelle sue pagine dei risultati il motore di ricerca mostra anche annunci pubblicitari, ricavando quindi dalla pubblicazione seppure parziale di contenuti altrui.

Google ha avuto negli ultimi anni problemi simili con gli editori in diversi paesi europei. Nel 2012 riuscì a trovare un accordo con quelli del Belgio, dopo un lungo contenzioso che aveva portato alla rimozione di alcuni giornali dai risultati delle ricerche. In Francia la società statunitense ha seguito un approccio diverso, prima che si arrivasse a una situazione come quella attuale in Germania: con la mediazione del governo francese, Google ha stretto un accordo per fornire alle società editrici dei giornali 60 milioni di euro per modernizzarsi, ottenendo in cambio la fine del contenzioso sulla pubblicazione delle anteprime degli articoli. Il fondo è una cosa diversa dal pagamento del diritto d’autore per gli articoli e ha permesso in questo modo a Google di non creare un precedente.