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  • Martedì 2 settembre 2014

A che punto sono le presidenziali in Brasile

Per i sondaggi è in vantaggio la socialista Marina Silva, candidata da appena dieci giorni fa, che però sta commettendo diversi errori in campagna elettorale

Marina Silva, a 56-year-old former environment minister, participates the presidential debate at the TV Bandeirantes in Sao Paulo, Brazil, on July 26, 2014. AFP PHOTO / Miguel SCHINCARIOL (Photo credit should read Miguel Schincariol/AFP/Getty Images)
Marina Silva, a 56-year-old former environment minister, participates the presidential debate at the TV Bandeirantes in Sao Paulo, Brazil, on July 26, 2014. AFP PHOTO / Miguel SCHINCARIOL (Photo credit should read Miguel Schincariol/AFP/Getty Images)

Si è svolto in Brasile il secondo dibattito televisivo tra i candidati alle presidenziali del prossimo 5 ottobre. In totale sono sette, ma i principali sono solo tre: Marina Silva del Partito Socialista, la presidente uscente Dilma Rousseff del Partito dei Lavoratori e Aécio Neves del Partito della Social Democrazia Brasiliana. Marina Silva, che è stata scelta lo scorso 20 agosto al posto di Eduardo Campos, morto in un incidente aereo, in poco tempo ha ottenuto una grande rimonta nei sondaggi: gli ultimi dati dicono che in un ballottaggio (considerato ormai certo) tra Silva e Rousseff, la prima sarebbe eletta con dieci punti di distacco dalla seconda. Secondo diversi analisti, però, l’esito delle presidenziali potrebbe non essere così scontato, a causa di alcune incertezze ed errori commessi da Silva negli ultimi giorni della campagna elettorale, oltre agli attacchi e alle critiche che si stanno facendo sempre più duri da parte degli altri candidati.

Sono in molti ad aver spiegato che il successo di Silva nei sondaggi è legato in gran parte alla morte di Campos e che il sostegno dimostrato nei suoi confronti potrebbe calare altrettanto velocemente di come è aumentato: quando cioè l’emozione per l’incidente inizierà a diminuire e quando le posizioni politiche di Silva diventeranno più chiare soprattutto in campo economico. La discussione dell’ultimo dibattito televisivo è stata proprio dedicata in gran parte a questo argomento. Silva è stata attaccata sia da Aécio Neves – al terzo posto nei sondaggi – sia da Dilma Rousseff, che ha colto ogni occasione per accusare la candidata del Partito Socialista di non spiegare come e dove intende trovare i «140 miliardi di reais» (46 miliardi di euro) per finanziare il suo programma di governo, pubblicato lo scorso venerdì: «La candidata Silva ha parlato, ma non ha risposto alla domanda su dove prenderà il denaro per finanziare il suo piano. Chi vuole governare deve spiegare come vuole procedere. Non è sufficiente impegnarsi a promettere», ha commentato Rousseff.

Marina Silva ha detto semplicemente di voler finanziare il progetto ponendo fine «agli sprechi della spesa pubblica» e ha a sua volta attaccato Rousseff dicendo che è meglio ammetta semplicemente i suoi errori e il fatto di non essere riuscita a fare molto durante il primo mandato: «Rousseff è stata eletta assicurando che avrebbe tenuto sotto controllo l’inflazione, fatto crescere il paese e abbassato i tassi di interesse. Oggi abbiamo un’inflazione elevata, una bassa crescita e alti tassi». Sulla questione dell’inflazione Rousseff è stata criticata anche da Neves e ha dovuto spiegare più volte le ragioni del calo del PIL del suo paese nel secondo trimestre del 2014 (il secondo consecutivo) assicurando però che il Brasile non è in recessione: «Oggi, l’economia mondiale non si è ancora ripresa dalla crisi. Prendete gli Stati Uniti, la Germania e il Giappone: hanno anche loro cattivi risultati».

Silva ha sempre posto al centro della sua campagna politica l’ambientalismo e nel precedente dibattito i candidati rivali avevano cercato di evidenziare gli scontri che potrebbero nascere a causa delle sue posizioni con le industrie che operano nel settore agroalimentare brasiliano che rappresenta un quarto delle entrate economiche del paese. Lo scorso venerdì, e dopo quelle critiche, Silva ha incontrato una serie di importanti investitori e imprenditori compresi quelli del settore agroalimentare che hanno commentato in modo positivo la riunione: «Ha dimostrato di essere una persona aperta al dialogo e che riconosce l’importanza del settore», ha detto ad esempio Luiz Cornacchioni, direttore esecutivo di un’importante associazione che opera nell’agroalimentare.

Questioni economiche a parte, negli ultimi giorni ci sono stati alcuni «episodi imbarazzanti» nella campagna elettorale di Silva. Venerdì scorso, il suo partito ha infatti pubblicato ufficialmente il programma di governo in caso di vittoria, ma lo ha dovuto correggere e rivedere per ben due volte, eliminando qualsiasi dichiarazione di sostegno agli investimenti nel nucleare e ritirando il sostegno al matrimonio gay e all’adozione da parte di persone dello stesso sesso: Silva è una cristiana evangelica e questa crescente comunità religiosa avrebbe criticato quel punto specifico del programma, hanno scritto i media brasiliani.

Dopo la correzione, il responsabile dei diritti LGBT della campagna presidenziale del Partito Socialista, Luciano de Freitas, ha lasciato l’incarico (dichiarando però di averlo fatto per altri motivi). Entrambi questi argomenti (nucleare e diritti degli omosessuali) non sono tra le principali preoccupazioni degli elettori brasiliani, ma il fatto di aver dichiarato una cosa e di averla poi rettificata rafforzerebbe l’idea – già piuttosto diffusa – che Silva sia una candidata poco affidabile e ambigua su molte questioni. Un altro esempio è rappresentato dalla depenalizzazione dell’aborto o della marijuana: Silva, durante il dibattito, ha detto che si tratta di questioni «filosofiche, morali e spirituali» che richiedono una lunga discussione, che lei è personalmente contraria, ma che è favorevole a un referendum.

Foto: Marina Silva (Miguel Schincariol/AFP/Getty Images)