Agitazione e trattative in Senato, per niente

Le rappresentative foto di martedì in aula, tra capannelli, telefonate, proteste, videogiochi e scambi di battute

I senatori della Lega e del M5S accusano il Senato di oscurare la diretta dei loro interventi. (Fabio Cimaglia / LaPresse)
I senatori della Lega e del M5S accusano il Senato di oscurare la diretta dei loro interventi. (Fabio Cimaglia / LaPresse)

Dopo giorni di trattative e accuse, martedì sembrava che in Senato si fosse trovato un accordo sulla questione della riforma del bicameralismo perfetto; e l’accordo era il più classico accordo della politica italiana: un rinvio. La proposta era il rinvio del voto dell’aula a settembre, rispetto alla scadenza iniziale fissata dal governo all’inizio di agosto, l’esame in questi giorni di un ristretto numero di emendamenti e una contestuale scrematura dei quasi ottomila presentati pretestuosamente dall’opposizione allo scopo di rallentare i tempi dei lavori e fare ostruzionismo.

La decisione finale doveva essere presa dalla conferenza dei capigruppo ma era necessario il ritiro degli emendamenti da parte di chi li ha presentati, una strada che si è mostrata impraticabile nel giro di qualche ora. Le foto della giornata in Senato riflettono un po’ questo tipo di atmosfera: più che foto di interventi, sono soprattutto foto di capannelli, colloqui, telefonate, proteste, occhiate e scambi di battute sottovoce. E quindi la “battaglia sulle riforme” continua a usurpare tutto l’impegno del governo, per la gioia delle pagine di politica e la preoccupazione di chi si aspetta anche altro.

Partoriremo un Senatino?