Rosa femmina, blu maschio

L'artista sudcoreana JeongMee Yoon mostra nel suo progetto fotografico uno dei più grandi e discussi stereotipi legati alla differenza di genere

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The Pink and Blue Project è un progetto fotografico dell’artista sudcoreana JeongMee Yoon iniziato nel 2005, quando si rese conto che sua figlia di 5 anni voleva indossare solo abiti di colore rosa. Dopo alcune ricerche JeongMee Yoon scoprì che il caso di sua figlia non era insolito, ma che rifletteva un fenomeno molto diffuso tra i bambini di tutto il mondo, dalla Corea del Sud agli Stati Uniti, indipendentemente dalla loro estrazione sociale e culturale. Come avevamo raccontato qualche tempo fa quello dei colori attribuiti in modo automatico a bambini e bambine è uno degli stereotipi più radicati e scontati legati alla differenza di genere, e ha una storia molto interessante: l’associazione tra il rosa e il femminino, infatti, è avvenuta solo in tempi recenti e per secoli il colore rosa è rimasto asessuato.

Il progetto, come spiega la stessa JeongMee Yoon, esplora la tendenza ad associare un determinato colore ad un genere e le differenze nei gusti dei bambini (e dei loro genitori) in diverse culture, sollevando questioni come il rapporto tra i generi, la globalizzazione dei consumi e gli effetti della pubblicità sulle preferenze dei consumatori, che hanno reso questi colori uno standard mondiale.

Le differenze tra gli oggetti dei ragazzi e quelli delle ragazze influenzano il loro pensiero e i loro modelli comportamentali. Molti giocattoli e libri per ragazze sono rosa, viola, o rossi, e sono legati al makeup, alla moda, alla cucina. Invece, la maggior parte dei giocattoli e libri per bambini sono realizzati con le diverse sfumature di blu e sono legati ai robot, all’industria, alla scienza, ai dinosauri eccetera. Queste “linee guida” divise per i due sessi influenzano profondamente l’identificazione del gruppo di genere dei bambini e l’apprendimento sociale.

JeongMee Yoon ha fotografato decine di bambini nelle loro stanze e ha scelto di usare un approccio simile a quello delle campagne di marketing che promuovono questa tendenza, dando alle immagini un aspetto “affollato”, organizzando tutti gli oggetti con gli elementi più piccoli in primo piano, in un modo simile a quello in cui i musei espongono le loro collezioni. Le altre foto del progetto si possono vedere sul sito della fotografa.