Le citazioni false su Internet

"C’est la vie", diceva Schopenhauer. O forse era Shakespeare? Leggiamo e usiamo citazioni tutti i giorni, le prendiamo da internet e non sappiamo più cosa vogliono dire

di Mark O'Connell – Slate

Illustration entitled 'Tindale's Tribulation', depicting William Tyndale (1494-1536) seated at a table in his cell, writing a letter by candle light to the Governor of the Castle, the Marquis of Bergen-op-Zoom, Belgium, circa 1535. The letter from Tyndale, a Protestant reformer and Bible translator, asked for a lamp, a blanket, and Hebrew texts, grammar and dictionary, so that he could study while charged with heresy for his English translations of the Bible. In 1536 he was tried for heresy and put to death. He was burned at the stake, but, as was often done, the officer strangled him before lighting the fire. His last words were, 'Lord, open the King of England's eyes.' (Photo by Hulton Archive/Getty Images)
Illustration entitled 'Tindale's Tribulation', depicting William Tyndale (1494-1536) seated at a table in his cell, writing a letter by candle light to the Governor of the Castle, the Marquis of Bergen-op-Zoom, Belgium, circa 1535. The letter from Tyndale, a Protestant reformer and Bible translator, asked for a lamp, a blanket, and Hebrew texts, grammar and dictionary, so that he could study while charged with heresy for his English translations of the Bible. In 1536 he was tried for heresy and put to death. He was burned at the stake, but, as was often done, the officer strangled him before lighting the fire. His last words were, 'Lord, open the King of England's eyes.' (Photo by Hulton Archive/Getty Images)

Arthur Schopenhauer – il filosofo tedesco del XIX secolo per cui la vita era come “un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore”, e “il mondo è un inferno e gli uomini sono da un lato le anime torturate e dall’altro i diavoli” – passa spesso come un ragazzo triste e un po’ depresso. Ma lo stesso autore di saggi eleganti e corrosivi come “Della vanità e dei dolori della vita” sembrerebbe essere anche l’autore della citazione che probabilmente vostro padre ha trovato scritta nel bigliettino di auguri il giorno del suo cinquantesimo compleanno: “Ricorda che una volta arrivato in cima alla collina comincerai ad andare più veloce”. [In inglese l’espressione “to be over the hill” viene comunemente usata per indicare il compimento del 40esimo o 50esimo anno di età.]

Questa cosa non l’ho scoperta alla vecchia maniera, leggendo gli scritti di Schopenhauer – che tendono a essere pieni di considerazioni sul fatto che la vita sia un’incomprensibile sequenza di dolore alleviata solo da un’altrettanto incomprensibile morte – ma nel modo in cui oggi si scoprono le citazioni, cioè sul sito brainyquote.com. In verità stavo cercando le fonti di un’altra citazione di Schopenhauer, ma di questi tempi se cerchi qualcosa di anche lontanamente conciso su internet, inevitabilmente finisci su BrainyQuote o su un altro di quei raccoglitori di citazioni. Questi siti sono l’esito necessario del processo con cui la conoscenza è stata data in appalto alla tecnologia. Questa superficiale democratizzazione della conoscenza non è necessariamente una cosa negativa, ma significa che per poter includere nel lavoro che state preparando la perfetta citazione di Schopenhauer non vi serve aver letto neanche una pagina di Schopenhauer: e di certo non avete alcun modo di verificare che la citazione scelta provenga davvero dalla sua fonte dichiarata.

Vedete, come ho modestamente affermato poco fa, un pochino di Schopenhauer io l’ho letto davvero: è l’unica cosa che più o meno ricordo dalla mia laurea triennale in filosofia. Per questa ragione ho subito sospettato che quella frase da cartolina non provenisse dalla sua penna appuntita e avvelenata. A quella frase manca proprio il bagliore oscuro della prosa schopenhaueriana: si farebbe anche fatica a considerarlo un lavoro di qualcuno della sua scuola, per la verità.

Allora ho fatto ancora un po’ di ricerche su Google e ho scoperto che BrainyQuote non è l’unico posto dove la citazione della “collina” è stata attribuita a a Schopenhauer. Anzi. Lo stesso errore lo si trova su quote-wise.com, searchquotes.com, quote.lifehack.org, quotespedia.info, quoteswave.com, izquotes.com, excellentquotations.com, solo per citare alcuni dei siti più famosi. Attraverso tutta una serie di citazioni incrociate e attribuzioni sbagliate, poi, l’errore è uscito da Internet è si è sedimentato nell’uso comune. L’errore non è arrivato sui grandi giornali e di certo non lo si trova negli articoli accademici, almeno per il momento, ma certamente Schopenhauer ha cominciato a saltar fuori in posti in cui non ci si sarebbe mai aspettati di trovarlo. Eccolo qui, per esempio, incitare quelli che cercano di tenere a bada il dolore e la futilità dell’esistenza mentre modellano glutei e addominali.

 

Ma il vecchio Arthur lo trovate anche che offre consiglio ai neonazisti di Stormfront.org, che nonostante i benefici intellettuali e psicologici dati dalla loro provenienza ariana sembra che debbano affrontare il dolore di invecchiare come noi altri e lo faranno accompagnati da una salutare dose di farlocche citazioni di Schopenhauer.

A causa della velocità e della spensieratezza con cui l’Internet dissemina e diffonde le cose, risalire alla sorgente di un errore di attribuzione è di solito un lavoro piuttosto difficile. Spesso il vero autore di queste citazioni è del tutto sconosciuto e a queste frasi in cerca di autore viene appioppato il nome di qualche scrittore che potrebbe plausibilmente avere detto una cosa del genere. Questo è il processo per cui a Edmund Burke finisce per essere attribuita una frase ingegnosa ma solo superficialmente burkiana: “Tutto quello che è necessario per il trionfo del male è che gli uomini buoni non facciano nulla”. E questa sembrerebbe anche essere la ragione per cui al virulento compatriota di Burke, W. B. Yeats, è stata attribuita una frase analogamente accattivante: “Essendo irlandese aveva un persistente senso per la tragedia, che lo aiutava a superare gli sporadici momenti di felicità”. (Essendo irlandese io stesso, so riconoscere una frase di Yeats quando ne vedo una e questa mi sembra profondamente non sua. A parte il fatto che non compare in nessuno dei suoi lavori pubblicati, questa citazione starebbe meglio in una raccolta di frasi di Oscar Wilde o H. L. Mencken. Yeats è stato molte cose, ma di certo non è mai stato particolarmente incline agli aforismi.)

Ho rovistato un po’ online per vedere se riuscivo a trovare l’origine dell’errore di attribuzione della frase di Schopenhauer e ho messo insieme una spiegazione che, pur non essendo a prova di bomba, mi sembra almeno credibile. La citazione della “collina” è spesso attribuita a Charles Schulz, creatore dei Peanuts, probabilmente non perché lui ne sia il vero autore ma perché è usata in una delle sue strisce ed è anche diventata il titolo di una raccolta di suoi fumetti. L’origine della confusione, qui, penso che sia la contiguità alfabetica di Schulz e Schopenhauer. Se si mettono citazioni in ordine alfabetico, è probabile che Schopenhauer finisca con l’essere molto vicino a Schulz. Qui, per esempio, una cosa che ha detto Schopenhauer è subito sopra una citazione di Schulz, e la cosa può offrire forse un indizio riguardo come la confusione sia cominciata. Tutto questo non ci avvicina di un passo a scoprire il vero autore ella citazione della “collina”, ma d’altronde, a chi importa veramente? Non è che sia esattamente Shakespeare. (Anche se ora che ci penso, Shakespeare potrebbe essere un’origine più plausibile di Schopenhauer.)

Per amor di precisione, ho sottoposto la citazione di Schopenhauer a Julian Young, un professore di filosofia alla Wake Forest University e autore di un’importante introduzione critica al pensiero di Schopenhauer. Secondo Young, la citazione è “esattamente il tipo di cosa che Schopenhauer non avrebbe mai detto”; a parte tutto, è decisamente “troppo noiosa” per essere opera sua. Chris Janaway, redattore del Cambridge Companion to Schopenhauer e autore di tre monografie di vario genere sull’opera di Schopenhauer, ha avuto una reazione simile. Janaway ha anche fatto notare che Schopenhauer non avrebbe mai usato l’espressione “in cima alla collina” [con il significato di “compiere 50 anni”], senza cui la citazione diventerebbe, da banale, totalmente priva di significato.

Ma il vero cattivo qui, per quanto mi riguarda, è la grande industria delle citazioni che sovrasta lo stretto mondo di Internet come un colosso, per parafrasare…non ricordo, forse Shia Labeouf [La frase originale è del “Giulio Cesare” di Shakespeare, e Shia Labeouf è un attore e regista recentemente accusato di aver plagiato diversi cortometraggi]. Questi siti, i vari quotefreak.com e cose del genere, offrono una risposta al crescente appetito per un certo tipo di cultura già disossata e pronta per essere consumata. Io stesso uso quegli aggregatori di citazioni ben più di quanto mi faccia piacere ammettere. Quando leggo un libro sottolineo costantemente – parole, frasi paragrafi e intere pagine – come se il semplice fatto di prendere enfaticamente la matita da dietro il mio orecchio per cerchiare e sottolineare una frase particolare la imprimerà per sempre nella mia memoria. Ovviamente non lo fa. Dopo una settimana di quella frase ho solamente un ricordo sbiadito e mi ritrovo a dover cercare su google “schopenhauer pendolo noia” o qualsiasi altra cosa, finendo inevitabilmente su BrainyQuote a discernere tra pessimisti e frasi dei Peanuts. 

BrainyQuote in particolare sembra aver monopolizzato il mercato delle citazioni online. Il suo account Twitter, che ogni ora sputa fuori una bella frase edificante, ha circa 328.000 follower. Il sito stesso, a quanto pare, è il 952esimo più popolare del mondo: una cosa piuttosto notevole per un sito che non ha un briciolo di contenuti originali. La pagina Chi siamo del sito non fornisce nessuna informazione su chi siano quelli che gestiscono il sito, ma almeno c’è una bella citazione che parla di citazioni, attribuita a un certo Jorge Luis: “La vita è una citazione”. (Sono piuttosto certo che questa citazione sia da attribuire a Jorge Luis Borgesuno scrittore abbastanza scettico e pessimista da aver detto che la vita è, per la precisione, una raffazzonata citazione attribuita erroneamente a un autore che non esiste.) BrainyQuote sembra essere uno dei tanti siti controllati da Jeff Rich, un imprenditore dal nome romanzesco. In un gesto intrigantemente borgesiano, la pagina di Jeff Rich su BrainyQuote contiene una serie di curiosi aforismi da bancarella come “Fare o non fare, questo è il problema”, oppure “se non stai vincendo, allora stai perdendo” e l’incredibilmente beffardo “l’attribuzione è potere”.

Non ho idea di cosa voglia dire “l’attribuzione è potere”, ma nella misura in cui è ovviamente una corruzione della frase “la conoscenza è potere” – comunemente, anche se non certamente, attribuita a Francis Bacon – riesce in qualche modo a essere illuminante. È chiaramente in atto una rimozione letterale e figurata della conoscenza, che in qualche modo riflette l’idea che sta alla base di BrainyQuote e tutti i suoi epigoni. (Epigoni che, a leggere quello che viene detto nella sopra citata pagina “Chi siamo”, devono essere attentamente evitati perché rendono stupidi: “Recenti studi hanno mostrato che il tempo speso su siti di citazioni diversi da questo produce una perdita di quoziente intellettivo”.) Tutta questa storia, in altre parole, sembra una parodia del modo in cui Internet ha spostato l’asse della conoscenza da Wikipedia a Brain Pickings e fino alle vette del giornalismo esplicativo di Vox. Ma d’altronde, come ha mirabilmente detto Schopenhauer, c’est la vie.

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