Sampdoria coach Vujaden Boskov despairs during the Italian First Division soccer match in Genoa, Saturday, March 14, 1998. Lazio beat Sampdoria 4-0, marking Sampdoria's 5th straight defeat. (AP Photo/Italo Banchero)

Vujadin Boskov è morto

Era serbo, era stato un calciatore e soprattutto un allenatore popolarissimo in Italia, vincitore di un campionato con la Sampdoria

Vujadin Boskov, ex calciatore e soprattutto ex allenatore per molto tempo in Italia – soprattutto a Genova con la Sampdoria, dove è stato molto amato – è morto domenica in Serbia, il suo paese, a 82 anni.

Boskov era nato nel 1931 e aveva giocato 57 partite con la nazionale Jugoslava, nazione di cui faceva parte allora la Serbia. Aveva partecipato a un’Olimpiade e a due Mondiali di calcio. Nel 1961 fu alla Sampdoria come giocatore per un anno, poi andò a giocare in Svizzera nello Young Boys, che fu anche la prima squadra che allenò. Ne seguirono molte altre in tutta Europa e nel 1985 Boskov arrivò da allenatore in Italia, ad Ascoli. Poi fu per sei anni alla Sampdoria con cui vinse il campionato del 1991, diventando amatissimo e stimatissimo per quella vittoria storica. In Italia Boskov ha poi allenato anche la Roma, il Napoli e il Perugia.

Si è spento all’età di 82 anni, Vujadin Boskov, leggendario allenatore della Sampdoria dello scudetto 1990-91. La stampa serba rende noto che i funerali si svolgeranno martedì prossimo a Begec, nella sua citta natale, a 15 chilometri da Novi Sad. A parte i (molti) trionfi in panchina, la popolarità di Boskov è stata alimentata anche dalla sua innata verve da istrione, in panchina e davanti ai microfoni. Alcune sue frasi, elette a “tormentoni” (bravissima in questo la Gialappa’s Band), sono rimaste nei cuori degli appassionati del calcio italiano.

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