Giovedì 24 aprile il Comitato permanente del Congresso Nazionale del Popolo, il più importante organo legislativo della Cina, ha adottato una nuova interpretazione della legge per la protezione delle specie a rischio. D’ora in poi chiunque mangerà o acquisterà per altri scopi animali a rischio potrà essere punito con la prigione fino a dieci anni. La Cina è uno dei più grandi importatori di animali rari e a rischio di estinzione. Spesso la carne di questi animali è considerata una prelibatezza o un segno di prestigio sociale, mentre parti non commestibili vengono utilizzate nella cucina e soprattutto nella cosiddetta “medicina tradizionale”.
Cliccando dentro ogni foto c’è la breve storia di otto tra le specie a rischio usate nella cucina o medicina tradizionale cinese
Prima della nuova interpretazione, la legge puniva soltanto chi cacciava animali a rischio, ma non era prevista alcuna pena per il loro acquisto. Circa 420 specie sono attualmente considerate a rischio dal governo cinese. Per evitare la legge (e anche perché molti degli animali più ricercati sono oramai estinti in Cina), la caccia avviene spesso nei paesi vicini. I pangolini, ad esempio, vengono tutt’ora cacciata in Vietnam e nelle Filippine (qui avevamo raccontato la storia del contrabbando dei pangolini), mentre per procurarsi parti di tigre e di rinoceronte, i “medici” cinesi si riforniscono in India e Africa.
I tentativi di sconfiggere il contrabbando di animali rari in Cina finora sono falliti, ma secondo diverse organizzazioni ambientaliste la nuova interpretazione della legge potrebbe contribuire a combattere il fenomeno. Il problema è che in Cina, al di là delle leggi, il consumo di animali selvatici e rari rimane socialmente accettato. Non è chiaro quanto le superstizioni sulle proprietà curative di certe parti di animali influenzino questo commercio, ma secondo un recente studio dell’ONU servire a tavola animali rari è molto importante per impressionare i proprio ospiti e dimostrare un elevato status sociale.