• Mondo
  • Lunedì 10 marzo 2014

In Crimea sono arrivati i nazionalisti serbi

I cetnici, combattenti in molte delle guerre in Jugoslavia del secolo scorso, dicono di voler aiutare russi e cosacchi contro gli occidentali

Da qualche giorno la crisi in Crimea è in qualche modo “congelata”, senza particolari sviluppi sul territorio, almeno da un punto di vista militare: ucraini e russi non si sono ancora scontrati direttamente – per questo non si può parlare esattamente di guerra – anche se la Crimea è di fatto controllata interamente dalle forze armate russe. Tra le cose più curiose di cui si sta occupando la stampa internazionale c’è l’incredibile varietà (e stranezza) di alcuni gruppi stranieri che sono arrivati a combattere in Crimea a fianco dei russi. Dopo i cosacchi, infatti, pochi giorni fa è apparso a Sebastopoli, città portuale della Crimea sede della flotta russa sul Mar Nero, un gruppo di volontari serbi, membri del movimento dei cetnici. Sono arrivati in Crimea, hanno spiegato, per evitare che la regione «passi nelle mani degli Stati Uniti e dell’Unione Europea» e per aiutare gli “amici russi”, che durante le guerre in Jugoslavia negli anni Novanta sostennero la causa del nazionalismo serbo.

Un discorso del leader dei cetnici serbi in Crimea, Milutin Malisic, a Sebastopoli

Il movimento dei cetnici si formò nella prima metà del Ventesimo secolo e partecipò a molte guerre che si combatterono in Jugoslavia. Durante la Seconda guerra mondiale i cetnici emersero come gruppo di resistenza all’invasione delle potenze dell’Asse, anche se svilupparono diverse collaborazioni con i tedeschi e gli italiani: l’obiettivo della loro lotta era la protezione dei serbi (tedeschi e croati sembravano condividere l’intento di colpire estesamente i serbi), unita all’ostilità per i musulmani – sia serbi che croati – e per i comunisti: il traguardo da raggiungere era la creazione di una “Grande Serbia” etnicamente pura. Alla fine della Seconda guerra mondiale, i cetnici furono messi fuori legge nella nuova Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia, ma ripresero forza dopo il 1989, con l’arrivo del presidente serbo Slobodan Milošević. Durante le guerre jugoslave degli anni successivi, si formarono diverse organizzazioni paramilitari basate sulle idee e sulle modalità di azione dei cetnici: questi gruppi divennero per lo più subordinati a Milošević e collaborarono con l’esercito jugoslavo in molte operazioni militari particolarmente violente in Croazia e Bosnia ed Erzegovina.

 

Il leader dei cetnici arrivati a Sebastopoli si chiama Milutin Malisic e ha spiegato di essere in Crimea perché «durante le guerre jugoslave molti volontari russi combatterono con i serbi, per questo ora noi, come loro fratelli, abbiamo deciso di aiutarli». Malisic ha dato una breve intervista al giornalista di Vice Simon Ostrovsky, mentre si trovava al checkpoint di Belbek, tra Sebastopoli e Simferopoli, dove i cetnici gestiscono in autonomia un posto di blocco. Malisic ha raccontato di avere intenzione di fermarsi in Crimea almeno fino al referendum per lo status della Crimea, che si terrà il 16 marzo e che dovrebbe ratificare una decisione già approvata dal parlamento locale, cioè quella di annettersi alla Russia. Malisic ha detto però che che la sua permanenza in Crimea potrebbe allungarsi, se ce ne fosse bisogno, e ha aggiunto che nei prossimi giorni arriveranno altri serbi. Nel 2000, tra l’altro, Malisic fu accusato anche di voler uccidere Slobodan Milošević, l’allora presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia, e Nebojsa Pavkovic, capo delle forze armate della Serbia e Montenegro.

Il servizio di Simon Ostrovsky di Vice sui cetnici

Secondo il sito Balkan Insight, non è chiaro quanti serbi ci siano in Crimea, ma potrebbero non essere gli unici stranieri arrivati lì: una decina di giorni fa su VKontakte, il più diffuso social network in russo, è iniziata una campagna di reclutamento di un gruppo chiamato “Difesa civile dell’Ucraina”, che chiede agli uomini tra i 18 e i 45 anni di andare in Crimea come volontari (la pagina che si occupa del reclutamento ha circa 7mila iscritti). Ad ogni modo i rapporti tra cetnici e cosacchi russi, gli stessi che sembra siano responsabili dell’assalto alla base militare ucraina di Sebastopoli la sera venerdì 7 marzo, esistono da diverso tempo: lo stesso Malisic l’anno scorso aveva partecipato a degli incontri con i cosacchi russi in Kosovo e Metohija, e in precedenza era stato diverse volte in Crimea.