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  • Domenica 2 marzo 2014

La prima partita di calcio del Kosovo

Mercoledì giocherà un'amichevole riconosciuta dalla FIFA: le trattative sono state lunghe e alcuni convocati hanno declinato l'invito

Switzerland's Xherdan Shaqiri, center, flanked by Valon Behrami, right, and Granit Xhaka, left, celebrate after the first goal for Switzerland during a World Cup 2014 group E qualification soccer match between Switzerland and Albania at the Swisspor Arena in Lucerne, Switzerland, Tuesday, Sept. 11, 2012. (AP Photo/Keystone/Walter Bieri)
Switzerland's Xherdan Shaqiri, center, flanked by Valon Behrami, right, and Granit Xhaka, left, celebrate after the first goal for Switzerland during a World Cup 2014 group E qualification soccer match between Switzerland and Albania at the Swisspor Arena in Lucerne, Switzerland, Tuesday, Sept. 11, 2012. (AP Photo/Keystone/Walter Bieri)

Mercoledì 5 marzo, nello stadio di Mitrovica, a nord della capitale Pristina, il Kosovo giocherà la prima partita di calcio della sua breve storia ufficialmente riconosciuta dalla FIFA, un’amichevole contro la nazionale di Haiti. È la prima dal 2008, anno della dichiarazione d’indipendenza del Kosovo dalla Serbia. Eroll Salihu, ex giocatore e attualmente dirigente della Federazione calcistica del Kosovo, ha raccontato al New York Times che in Kosovo c’è una lunga tradizione calcistica (“esistono squadre di calcio dal 1922, avevamo partite con 40 mila spettatori”) e che, per quanto impegnativo, è un momento di grande soddisfazione entrare a far parte del calcio europeo.

Anche se ha dichiarato l’indipendenza dalla Serbia nel 2008 ed è attualmente riconosciuto come Stato da 23 dei 28 paesi dell’Unione Europea e 108 dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite, il Kosovo non ha ancora uno status giuridico formalmente e univocamente riconosciuto. Questa condizione di fatto gli impedisce di far parte dell’UEFA, il massimo organismo governativo del calcio europeo, e della FIFA, il massimo organismo di quello mondiale.

Dopo anni di trattative sostanzialmente fallite, a settembre 2012, poco prima di una partita di qualificazione ai Mondiali di calcio tra Svizzera e Albania, ci fu un incontro tra Eroll Salihu e Fadil Vokrri, il presidente della Federcalcio del Kosovo (e forse il più forte calciatore originario del Kosovo di tutti i tempi, unico ad aver giocato con la maglia della Jugoslavia). I due approfittarono proprio di quella partita per far emergere un dato rilevante: nove dei 22 giocatori presenti in campo in quella partita tra Svizzera e Albania erano nati in Kosovo o avevano origini del Kosovo, e avrebbero teoricamente potuto giocare per una nazionale di calcio del Kosovo, se ce ne fosse stata una. Inviarono quindi una lettera di petizione alla FIFA ponendo la questione e chiedendo la formazione di una nazionale di calcio: la petizione fu firmata anche da diversi calciatori che oggi giocano in altre nazionali e in alcune delle squadre di club più forti d’Europa, come ad esempio il Bayern Monaco.

La Svizzera è una delle nazionali che ha accolto calciatori nati in Kosovo o cresciuti da genitori originari del Kosovo: tra questi ci sono tre dei suoi giocatori più forti, e cioè Valon Behrami del Napoli, Granit Xhaka del Borussia Monchengladbach e Xherdan Shaqiri del Bayern Monaco. Altri calciatori del Kosovo giocano nella nazionale dell’Albania – e in Italia, per squadre di club – e sono il difensore Lorik Cana, i portieri Etrit Berisha e Samir Ujkani, e il centrocampista Migjen Basha: Berisha e Cana giocano nella Lazio, Basha nel Torino e Ujkani nel Palermo. Anche Perparim Hetemaj, giocatore del Chievo Verona, ha origini del Kosovo, ma gioca nella nazionale finlandese.

Alla petizione del Kosovo ha fatto seguito il 13 gennaio scorso una comunicazione della FIFA in cui veniva finalmente concessa a “club e squadre rappresentative del Kosovo” la possibilità di organizzare partite amichevoli contro altre federazioni, ma ad alcune condizioni, secondo alcuni osservatori in parte dettate dall’opposizione della Serbia, che continua a vedere il Kosovo come una parte inalienabile della propria storia (e del proprio territorio). Per questo motivo – e principalmente perché il Kosovo non è uno stato membro delle Nazioni Unite – la nazionale del Kosovo potrà esporre il nome dello Stato sulle maglie ma non potrà usare bandiere né stemmi o simboli, e non potrà nemmeno essere suonato un inno nazionale.

Il Kosovo non potrà giocare partite di qualificazione a tornei internazionali finché non sarà ufficialmente riconosciuto (secondo Salihu è soltanto questione di tempo). Altre condizioni stabilite dalla FIFA sono che il Kosovo non giochi partite contro altre squadre dei paesi della ex Jugoslavia, e che ogni eventuale amichevole sia organizzata e giocata in Kosovo, il cui unico stadio omologato per partite internazionali è proprio quello di Mitrovica.

Per la partita contro Haiti sono stati invitati diversi giocatori che attualmente giocano o hanno giocato in altre nazionali, come appunto la Svizzera e l’Albania, ma anche Belgio, Norvegia, Svezia e Finlandia. La loro eventuale partecipazione a questa amichevole non comprometterebbe la loro possibilità di continuare a giocare per quelle altre nazionali – che al momento sono le uniche con cui possono partecipare a tornei internazionali come i Mondiali e gli Europei – ma nonostante questo alcuni giocatori hanno declinato l’invito.

Il padre di Adnan Januzaj – un promettente giocatore di 19 anni del Manchester United, che ha passaporto belga ma che ora come ora potrebbe ancora scegliere di giocare per la Serbia, la Turchia o l’Inghilterra, per via delle sue origini – ha detto che suo figlio non parteciperà all’amichevole del Kosovo, provocando un certo rammarico da parte di Salihu. «Volevamo soltanto incontrarlo e spiegargli quanto sarebbe importante che lui giochi simbolicamente anche solo per dieci minuti», ha detto Salihu al New York Times. Non è invece stato convocato nessuno dei giocatori della nazionale svizzera, che a giugno parteciperà ai Mondiali di calcio: «non volevamo metterli in difficoltà», ha detto Salihu, «e non sarebbe stato giusto per loro chiedergli di scegliere prima della Coppa del Mondo». Ci saranno invece in campo, tra gli altri, Samir Ujkani e l’attaccante del Kaiserslautern Albert Bunjaku, che giocò con la Svizzera nei Mondiali del 2010.

Nell’amichevole contro Haiti, l’allenatore del Kosovo sarà Albert Bunjaki, un medico che lasciò il Kosovo negli anni Novanta e andò a lavorare in Svezia, e che da cinque anni allena la nazionale del Kosovo. In questo periodo la squadra ha giocato soltanto quattro partite (tre delle quali contro squadre di club). Tutti i biglietti della partita sono stati venduti al prezzo di cinque euro: Salihu ha detto di aver ricevuto richieste per un totale di 50 mila biglietti, anche se lo stadio di Mitrovica può contenere soltanto 18 mila spettatori.

Foto: da sinistra, Granit Xhaka, Xherdan Shaqiri e Valon Behrami durante la partita di qualificazione ai Mondiali del 2014 tra Svizzera e Albania, giocata a Lucerna, in Svizzera, l’11 settembre 2012.
(AP photo/Keystone/Samuel Truempy)