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  • Venerdì 14 febbraio 2014

La morte di Pantani, 10 anni fa

Il 14 febbraio 2004 morì in un residence di Rimini uno dei più famosi ciclisti italiani di sempre

Marco Pantani morì a Rimini sabato 14 febbraio 2004, a 34 anni. Era stato il più famoso ciclista italiano, noto con il suo soprannome “il Pirata”, e aveva vinto nello stesso anno (il 1998) un Tour de France – l’ultimo italiano a farlo – e un Giro d’Italia. Negli anni da professionista, dal 1992 al 2003, ottenne 46 vittorie, un numero inferiore a quello di molti altri grandi campioni, ma guadagnò ugualmente un grandissimo seguito di tifosi e di appassionati.

A fianco delle sue vittorie e degli episodi più famosi – come la fuga in solitaria sul passo del Mortirolo nel Giro del 1994, con cui diventò veramente famoso, o quella del Col du Galibier al Tour del 1998 – la sua carriera e la sua biografia ebbero una svolta il 5 giugno 1999, durante un Giro d’Italia che stava dominando: nelle prime ore di quel giorno si presentarono alla sua camera d’albergo gli ispettori dell’UCI (Unione Ciclistica Internazionale) e poche ore dopo, quella stessa mattina, venne annunciato che Pantani aveva un ematocrito – cioè il livello di globuli rossi nel sangue – troppo alto.

Nonostante Pantani abbia sempre negato di aver fatto uso di sostanze proibite, il colpo alla sua immagine fu durissimo: più tardi avrebbe accusato i giornali e le televisioni di averlo rovinato, mentre cominciò una lunga serie di processi e ricorsi della giustizia sportiva e di quella ordinaria. La sua carriera ciclistica, ad ogni modo, non finì nel 1999, anche se da allora i suoi successi sportivi si limitarono ad alcuni episodi, come la lotta con Armstrong al Tour del 2000 e il Giro d’Italia del 2003.

Negli ultimi anni della sua vita Pantani soffrì di depressione. Il 4 marzo 2004 il Foglio pubblicò un lunghissimo reportage, intitolato Il romanzo di Pantani, in cui Alessandro Giuli raccontò i luoghi della morte di Pantani e tutto quanto ci stava intorno.

Un pieghevole cartonato lucido di dodici pagine con foto a colori e testo. “Sul famoso Lungomare di Rimini, a viale Regina Elena 46, il Residence Hotel Le Rose vi offre un nuovo stile di vacanza, ideale per voi e per i vostri bambini, il migliore servizio senza obblighi di orari e in massima libertà. Potrete ricevere i vostri amici e trascorrere insieme a loro piacevoli momenti di relax, in giardino, nella nostra piscina riscaldata o al bar sempre a vostra disposizione. Al Residence troverete appartamenti su misura con comfort ad alto livello. Inoltre, se arrivate in auto, il parcheggio è assicurato”.

Marco Pantani arriva qui alle 12 di lunedì 9 febbraio, privo di bagaglio, sulle spalle uno zainetto scuro. Niente cellulare. Lascia la carta d’identità alla reception e sale in uno dei sei monolocali soppalcati “Mimosa” da tre/quattro posti, il D5: 55 euro a notte per 28 metri quadrati con salottino, angolo cottura su piano di marmo; pensili, mobiletto all’ingresso e tavolo centrale tondo con sedie in legno laccato verde. Tv color e telefono diretto. E’ l’appartamentino più economico al quinto piano di un residence dai muri versi che ai clienti ne offre in tutto 40. […] Due ore dopo Pantani usa il telefono in camera per quattro brevissime chiamate ad altrettanti cellulari. Chiude le tre finestre che affacciano sul palazzo accanto al residence, accende il condizionatore al massimo. La notte, se dorme, lo fa sul divano. Di giorno scende solo per la colazione. Quando è chiuso in camera lascia malvolentieri che la quarantenne cameriera ucraina Lorissa metta ordine. Lui intanto ha spostato il televisore davanti al divanetto, l’étagère dell’ingresso di fronte alla macchina del gas.

Fra poche ore, alle nove e mezza della sera di sabato 14 febbraio, san Valentino, Marco Pantani sarà trovato qui, senza vita. Indosso solo un paio di jeans, la faccia a terra tra il divano e i quindici gradini di una scala a chiocciola che conduce al letto matrimoniale. Morto dalle cinque del pomeriggio, dopo aver rotto due sedie e rovesciato del caffè. Sul tavolo, poco distante dal cadavere, tre bottigliette di farmaci e della polvere bianca. I farmaci si chiamano Control, Flunox e Surmontil. Il primo è un tranquillante a base di benzodiazepine indicato per stati d’ansia disabilitanti, “quando il soggetto è in grave disagio”. Se preso in dosaggio eccessivo può provocare riduzione della vigilanza, affaticamento, confusione, vertigini, visioni doppie. Se l’assunzione è continua, bisogna diminuirla progressivamente. Mai di botto. La seconda boccetta contiene un liquido che ha le stesse caratteristiche ma in più, essendo un ipnotico, contrasta l’insonnia. La terza medicina è un antidepressivo con un pronunciato effetto sedativo per agitazione, nevrosi, angoscia fobica, isterica, ossessiva. Sconsigliabile interromperne bruscamente il trattamento.

La polvere bianca è invece cocaina, Pantani la fuma e sniffa da almeno tre anni. Da quando ha smesso di essere il più grande ciclista scalatore del mondo.

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