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  • Lunedì 16 dicembre 2013

I guai dello stadio di Manaus

È quello in mezzo alla foresta amazzonica, dove esordirà l'Italia ai Mondiali di calcio: sabato è morto un operaio, i lavori sono stati sospesi

(AP Photo/Renata Brito)
(AP Photo/Renata Brito)

Sabato 14 dicembre un operaio che stava lavorando alla costruzione dello stadio di Manaus, in Brasile, è morto in ospedale dopo essere caduto da 35 metri. L’operaio aveva 22 anni e stava installando dei pannelli sulle grate che formano il tetto della struttura, quando un cavo si è spezzato facendolo cadere. Lo stadio di Manaus è uno dei sei stadi che il Brasile sta costruendo in vista dei Mondiali di calcio del 2014, ed è quello dove l’Italia disputerà la prima partita del suo girone, il 15 giugno, contro l’Inghilterra.

Lo stadio di Manaus si trova in mezzo alla foresta amazzonica e la sua realizzazione sta comportando numerosi problemi logistici. Dopo l’incidente di sabato i pubblici ministeri hanno chiesto e ottenuto l’immediata sospensione dei lavori, che potranno riprendere solo quando sarà dimostrata l’adozione di tutte le misure di sicurezza richieste dalla legge. Se queste condizioni saranno disattese, il tribunale ha previsto una multa giornaliera per l’impresa costruttrice. Questo non è il primo caso di morti sul lavoro nelle strutture in costruzione in Brasile per i mondiali: due operai sono morti lo scorso 27 novembre, in seguito al crollo di una gru allo stadio di San Paolo, e un altro era morto a Brasilia. Intanto i sindacati dei lavoratori allo stadio di Manaus hanno indetto uno sciopero per chiedere migliori condizioni di sicurezza (non è ancora chiaro fino a quando durerà lo sciopero).

Inizialmente il Brasile prevedeva di completare la realizzazione di tutte le strutture necessarie ai Mondiali entro dicembre, ma nessuna di queste lo sarà. Il ministro dello Sport, Aldo Rebelo, ha promesso che tutti gli impianti saranno pronti entro gennaio ma l’incidente di sabato ritarderà i lavori allo stadio di Manaus, che si prevede verrà terminato a metà aprile. Gli altri sei stadi in cui si giocherà il mondiale erano stati costruiti per la Confederations Cup, il torneo giocato nell’estate del 2013, e già allora erano stati terminati in ritardo. A questi problemi si sommano quelli legati alle numerose proteste contro le spese sostenute dal governo per ospitare i Mondiali del 2014.