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  • Giovedì 12 dicembre 2013

L’Alta Corte dell’Australia ha vietato i matrimoni gay

Erano stati approvati nella regione di Canberra, nonostante la legge federale li escludesse: non è ancora stato deciso se quelli già celebrati resteranno validi

Same sex couple Krishna and Veronica hug outside the High Court of Australia, in Canberra on December 12, 2013. Australia's High Court on December 12 struck down gay marriage in the nation's capital where dozens have wed under a landmark law, ruling that parliament must decide whether to approve same-sex unions. AFP PHOTO / Mark GRAHAM (Photo credit should read MARK GRAHAM/AFP/Getty Images)
Same sex couple Krishna and Veronica hug outside the High Court of Australia, in Canberra on December 12, 2013. Australia's High Court on December 12 struck down gay marriage in the nation's capital where dozens have wed under a landmark law, ruling that parliament must decide whether to approve same-sex unions. AFP PHOTO / Mark GRAHAM (Photo credit should read MARK GRAHAM/AFP/Getty Images)

L’Alta Corte australiana, la massima autorità giuridica del paese, ha vietato i matrimoni tra persone dello stesso sesso in tutta la nazione. La sentenza invalida una legge approvata lo scorso ottobre nel territorio della capitale australiana, l’ACT, uno dei distretti in cui è suddivisa l’Australia e la cui capitale è Canberra.

L’Australia, che ha legalizzato l’omosessualità ufficialmente nel 1994, vieta a livello federale i matrimoni dello stesso sesso. Nel 2004, infatti, il governo conservatore di John Howard approvò il Marriage Amendment Act, che definisce esplicitamente il matrimonio come esclusiva “unione tra un uomo e una donna”. In diversi stati del paese sono invece riconosciute le unioni civili. In ottobre il parlamento locale dell’ACT aveva approvato una legge a favore del matrimonio egualitario, permettendo alle coppie omosessuali di sposarsi all’interno di quel territorio. La legge era stata sostenuta dai Verdi e dai Laburisti, mentre i Liberali avevano votato a sfavore. Il governo – guidato da Tony Abbott, cattolico e conservatore – aveva immediatamente presentato un ricorso. L’avvocato del governo federale sostenne che avere leggi differenti sul matrimonio nei vari stati e territori australiani avrebbe creato confusione. Giovedì 12 dicembre quel ricorso è stato accolto: «La legge sul matrimonio non è valida per la formazione o il riconoscimento dell’unione di coppie dello stesso sesso», dice nella sentenza la Corte, che ha preso la decisione all’unanimità. «Secondo la Costituzione e la legge federale l’autorizzazione legale del matrimonio omosessuale dipende dal parlamento federale».

La legge che legalizzava i matrimoni gay all’interno del Territorio della capitale australiana era entrata in vigore sabato 7 dicembre e dalla mezzanotte erano state celebrate le prime 27 unioni tra persone dello stesso sesso. In base al pronunciamento della Corte questi matrimoni non sono validi e dovrebbero essere pertanto annullati. Una decisione del Parlamento australiano su questo è attesa per oggi.