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  • Domenica 24 novembre 2013

Le voci sul “Knockout Game” a New York

Alcuni media americani hanno collegato diverse aggressioni avvenute negli ultimi mesi e hanno cominciato a parlare di un "gioco" che consisterebbe nel dare pugni ai passanti

Venerdì 22 novembre un ragazzo di 28 anni di nome Amrit Marajh è stato incriminato per l’aggressione a un ragazzo di 24 anni che, quella mattina, ha ricevuto un pugno in faccia nel quartiere di Borough Park, a Brooklyn, New York. È l’ultimo caso di una serie di attacchi che alcuni mezzi di informazione hanno collegato tra loro e messo in relazione con un presunto “gioco”, chiamato Knockout Game: alcuni giovani in diverse città americane sceglierebbero tra i passanti un obiettivo e proverebbero poi a stenderlo con un solo pugno.

Il New York Times scrive che, nonostante le ricostruzioni di parte della stampa, “la polizia di diverse città in cui si è parlato di quegli attacchi ha detto che il “gioco” è in concreto poco più che una leggenda metropolitana, e che gli attacchi in questione potrebbero non essere nulla di diverso dal genere di aggressioni casuali che sono sempre accadute”.

Richard W. Kelly, il capo della polizia di New York da oltre dieci anni, ha detto venerdì 22 novembre: “stiamo cercando di determinare se si tratti o meno di un fenomeno reale. Voglio dire, sì, qualcosa del genere potrebbe succedere. Ma vorremmo che la gente si facesse avanti e ci desse qualsiasi informazione in suo possesso”.

Il New York Times aggiunge che, secondo il deputato dell’assemblea dello Stato di New York Dov Hikind, il timore di esser presi di mira dal presunto Knockout Game si sta diffondendo nelle comunità ebraiche di alcune zone di Brooklyn, come Crown Heights, Midwood e Borough Park: in quest’ultima, chiamata spesso Boro Park, si trova una delle più grandi comunità ebraiche ortodosse al di fuori di Israele. Hikind, un politico democratico eletto a Brooklyn, ha dato per certa l’esistenza del “gioco” e ha suggerito che ci sia una motivazione discriminatoria e antisemita: “è il ‘knockout’ e succede che la vittima è sempre e in ogni caso un ebreo”.

Nell’aggressione di venerdì, la vittima – che portava lo yarmulke, il copricapo degli ebrei osservanti – ha dichiarato di aver sentito dire dal ragazzo che lo ha colpito, che era in compagnia di altre tre persone (fermate e poi rilasciate): “Sì, posso farlo! Guardate, lo farò a questo tizio”. La polizia ha detto che le quattro persone erano in giro per festeggiare una ricorrenza e che avevano bevuto.

La polizia ha comunque chiarito che al momento non ci sono prove di un “gioco” organizzato in qualche modo tra i giovani e il NYT aggiunge che “c’è una particolare preoccupazione nel dipartimento di polizia che un’ampia copertura da parte dei media possa creare l’atmosfera in cui un simile ‘gioco’ prenda piede a New York”.

Tra i casi che la stampa ha collegato al presunto Knockout Game – ad esempio in questo articolo di CBS – c’è l’aggressione a una donna di 78 anni, avvenuta due settimane fa a Brooklyn, un caso in cui la vittima è stata colpita alla testa e poi abbandonata senza che venissero toccate le sue buste della spesa o il portafoglio, ma anche alcuni casi sporadici risalenti agli ultimi mesi e svoltisi in diverse città americane. Uno dei più citati risale al 2012 ed è avvenuto a Pittsburgh, ma in quel caso l’aggressore negò che il suo gesto avesse qualcosa a che fare con un “gioco”.

Foto: il capo della polizia di New York Ray Kelly.
(Andrew Burton/Getty Images)