Le primarie della Lega

Chi sono i candidati che il 7 dicembre – un giorno prima delle primarie del PD – si contenderanno la successione a Maroni, tra indipendentisti e vecchie conoscenze

Il prossimo 7 dicembre – il giorno prima delle primarie del Partito Democratico – si svolgeranno le primarie per la scelta del nuovo segretario federale della Lega Nord: le prime nella storia del partito, le prime in cui a votare il segretario saranno direttamente tutti gli iscritti (senza passare dall’elezione di delegati attraverso congressi locali). I “precandidati”, quelli che ieri hanno consegnato i moduli e sono stati ammessi dal comitato esecutivo, sono cinque: il requisito fondamentale era una “anzianità di militanza” nel partito di almeno dieci anni consecutivi.

Chi sono i cinque candidati a segretario della Lega: dentro ogni foto ci sono informazioni e storie.

Le candidature più forti – e in contrapposizione tra loro – sono quelle di Matteo Salvini e Umberto Bossi. Bossi è stato segretario della Lega fino al 2012, quando è stato costretto alle dimissioni per una serie di inchieste giudiziarie ed è stato sostituito da Roberto Maroni, che nel frattempo è stato eletto presidente della Lombardia; Matteo Salvini, segretario della Lega in Lombardia, è considerato vicino a Roberto Maroni ed è visto come la possibilità per il partito di staccarsi definitivamente dal suo fondatore. Maroni ha indirettamente appoggiato la sua candidatura dichiarando: «La Lega avrà un grande futuro se sceglierà il nuovo leader tra i giovani leoni. Altrimenti si riduce a partitino dei nostalgici». Ci sono poi Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, e Manes Bernardini, consigliere regionale dell’Emilia Romagna, considerati come rappresentanti di una Lega meno vicina alle origini e sostenitori di una svolta; infine c’è Roberto Stefanazzi, consigliere comunale di Vizzola Ticino in provincia di Varese, indipendentista considerato molto vicino alle posizioni di Umberto Bossi. Non ci sarà invece Flavio Tosi, segretario della Lega in Veneto, sindaco di Verona e a lungo indicato come dirigente emergente leghista: ha detto di aver rinunciato «per favorire la nomina di una candidatura unitaria».

Roberto Calderoli, responsabile organizzativo del partito, ha detto che «non è detto che da cinque nomi alla fine ci siano cinque candidati». Ora i cinque precandidati dovranno raccogliere almeno 1.000 firme (e non più di 1.500) a sostegno della loro presentazione, fra il 15 e il 28 novembre. Il 7 dicembre circa 20 mila militanti leghisti (iscritti da almeno un anno) saranno chiamati al voto: lo spoglio avverrà subito, la sera, ma la convalida dell’elezione del nuovo segretario la faranno i delegati al congresso di Torino la mattina del 15 dicembre.