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  • Venerdì 8 novembre 2013

La scelta di Diego Costa

La storia del calciatore conteso dalle due nazionali favorite ai mondiali del 2014, ora che sappiamo con chi giocherà

Atletico Madrid’s Brazilian forward Diego da Silva Costa celebrates after scoring against Sevilla during the Spanish league football match Sevilla FC vs Club Atletico de Madrid at the Ramon Sanchez Pizjuan stadium in Sevilla on August 18, 2013. AFP PHOTO / CRISTINA QUICLER (Photo credit should read CRISTINA QUICLER/AFP/Getty Images)

Atletico Madrid’s Brazilian forward Diego da Silva Costa celebrates after scoring against Sevilla during the Spanish league football match Sevilla FC vs Club Atletico de Madrid at the Ramon Sanchez Pizjuan stadium in Sevilla on August 18, 2013. AFP PHOTO / CRISTINA QUICLER (Photo credit should read CRISTINA QUICLER/AFP/Getty Images)

Giovedì 7 novembre l’allenatore della nazionale di calcio della Spagna Vicente Del Bosque ha convocato per la prima volta Diego da Silva Costa, attaccante 25enne dell’Atletico Madrid. La sua storia è notevole perché qualche mese fa il giocatore aveva giocato due partite con la nazionale del Brasile, esordendo contro l’Italia il 21 marzo 2013. Quattro mesi più tardi ha però preso la nazionalità spagnola, e fino a ieri ha atteso di essere chiamato a giocare per la Spagna. Il 29 ottobre aveva infatti consegnato alla federazione brasiliana un documento in cui dichiarava che aveva scelto di rispondere positivamente a una eventuale convocazione da parte della squadra spagnola.

Il regolamento della FIFA, che proibisce che un giocatore possa cambiare nazionale dopo aver disputato almeno una partita ufficiale con una di esse, permette infatti che Diego Costa possa giocare con la Spagna proprio perché le due partite disputate con il Brasile erano due amichevoli. In un’intervista alla televisione ufficiale dell’Atletico Madrid, Costa ha spiegato che «è stata una scelta difficile» ma che ha scelto di giocare per la Spagna perché «è qui che ho realizzato tutto quello che ho fatto. Tutto ciò che possiedo nella mia vita me l’ha dato questo paese. Per me questo è molto importante: qui mi sento valorizzato per il lavoro che svolgo ogni giorno, e sento di essere davvero apprezzato dalla gente». La federazione brasiliana ha fatto sapere che con tutta probabilità la scelta di Diego Costa è dovuta a «motivi di soldi», senza chiarire con precisione a cosa faccia riferimento. Costa ha però dichiarato che la sua famiglia vive ancora in Brasile, cioè il posto dove spera di tornare a vivere quando smetterà di giocare a calcio, e che si augura che «la gente capisca e rispetti» la sua scelta.

Diego Costa gioca in quasi tutte le posizioni dell’attacco, ed è considerato un giocatore piuttosto completo: è veloce, se la cava con entrambi i piedi – sebbene sia destro – e ha un ottimo senso del gol. È alto quasi un metro e novanta ma riesce a essere parecchio agile. Nel video qui sotto, a partire dal minuto 1:35, viene mostrato mentre segna due gol molto differenti, per preparazione, l’uno dall’altro. Nella prima azione riceve un passaggio molto lungo dal centrocampo, lascia sfilare il pallone, poi lo controlla superando in velocità i due difensori centrali e tira rasoterra nell’angolo opposto della porta: un movimento che di solito fanno gli attaccanti esterni o i trequartisti, o comunque giocatori piuttosto rapidi e tecnici. Nella successiva azione del video difende con il fisico un pallone molto difficile al limite dell’area (come fanno le punte centrali), finta il tiro di sinistro ma sposta molto rapidamente il pallone sul piede destro, con il quale tira di collo e spiazza il portiere.

Costa ha cominciato a giocare a calcio nelle giovanili di una squadra organizzata molto tardi, attorno ai 16 anni: fino ad allora, racconta El País, giocava solo per le strade del paesino brasiliano di Lagarto, dove è cresciuto. Due anni più tardi l’ingresso in una piccola società sportiva brasiliana si trasferì in Portogallo, dove venne acquistato dallo Sporting Braga e poi dato in prestito nella Serie B portoghese, al Penafiel, dove segnò 5 gol in 13 partite. A quel punto fu comprato dall’Atletico Madrid, che cominciò a mandarlo in prestito a varie squadre spagnole (dopo alcuni mesi passati ancora al Braga): giocò per Celta Vigo, Albacete e Real Valladolid ma non segnò mai più di 10 gol a stagione. Esplose nel gennaio 2012, durante un prestito al Rayo Valleycano, dove riuscì a segnare 10 gol in 16 partite. La stagione successiva venne tenuto in prima squadra dall’Atletico Madrid, dove segnò 20 gol in 44 partite (la squadra vinse sia la Coppa del Re che la Supercoppa Europea). Nelle 16 partite giocate in questa stagione ha già segnato 16 gol.

foto: CRISTINA QUICLER/AFP/Getty Images