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  • Mercoledì 6 novembre 2013

La protesta di Ayse Gokkan in Turchia

Una donna, sindaco di una piccola città al confine con la Siria, contesta da giorni – seduta su un campo minato – la costruzione di un muro che dividerebbe la comunità curda

Ayse Gokkan è sindaco di Nusaybin, città di confine della Turchia che si trova a poche centinaia di metri dalla città siriana di Qamishli dove, come nel resto del paese, è in corso una grave crisi umanitaria a causa della guerra civile: tutti i valichi di confine tra la Turchia e la Siria sono stati chiusi, bloccando il flusso di rifornimenti umanitari e il transito di civili, e la popolazione vive di fatto sotto embargo. Mancano medicinali, acqua potabile, elettricità, latte per i bambini.

Da settimane Ayse Gokkan e il partito di cui fa parte – il BDP, Partito curdo per la Pace e la Democrazia: e i rapporti tra curdi e governo centrale sono storicamente molto complicati – tentano di fare pressione sulle autorità sia turche che siriane per permettere l’invio di aiuti umanitari e chiedere, più in generale, che venga fermata la costruzione del rafforzamento di una barriera per dividere le due città. Non avendo ricevuto risposta, Ayse Gokkan ha iniziato uno sciopero della fame che dura da sette giorni e quotidianamente protesta sedendosi in un campo minato vicino al posto di confine.

 

Venerdì 1 novembre i negozi di Nusaybin sono rimasti chiusi in suo sostegno e centinaia di persone l’hanno raggiunta nella zona che divide le due città, ma sono state disperse dalla polizia con i lacrimogeni. Per domani, giovedì 7 novembre, è stata organizzata una manifestazione pacifica in sostegno al sindaco. Ayse Gokkan ha ricevuto molta visibilità e sostegno anche attraverso i social network, che hanno diffuso la sua storia (l’hashtag è #AyseGokkan) e le fotografie della sua protesta.

 

 

Nella città in cui Gokkan è sindaco vive una grande comunità curda, la maggior parte della quale ha parenti dall’altra parte del confine. Il muro, sostiene, dividerà le persone: «È un muro della vergogna che viene costruito nel ventunesimo secolo», ha detto utilizzando una frase che il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan aveva ripetuto contro la divisione del governo israeliano tra la Striscia di Gaza e Israele. «È inaccettabile costruire un muro in mezzo al popolo curdo. Come il muro di Berlino, questo muro diventerà una macchia nella storia dell’umanità», ha spiegato Ayse Gokkan che ha anche detto come questa divisione abbia un significato fortemente simbolico: «Se necessario lo abbatterò con le mie mani, a rischio della mia stessa vita»

Il governo turco ha negato che quello in costruzione sia un vero e proprio muro: il vicepremier Bülent Arinç ha detto che le autorità stanno semplicemente sovrapponendo filo spinato a una struttura già esistente e che la costruzione di un muro è “fuori questione”. Il timore è che la guerra civile siriana contagi la Turchia e secondo diverse fonti locali è stata piantata una struttura di acciaio, che viene progressivamente ricoperta di cemento.