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  • Domenica 6 ottobre 2013

In Siria è iniziata la distruzione delle armi chimiche

Lo ha riferito un funzionario dell'Organizzazione che sta portando avanti il programma stabilito dall'ONU lo scorso 28 settembre

A Syrian rebel tries on a gas mask seized from a Syrian army factory in the northwestern province of Idlib on July 18, 2013. Western countries say they have handed over evidence to the UN that Bashar al-Assad's forces have used chemical arms in the two-year conflict. More than 100,000 people have died in the conflict, which morphed from a popular movement for change into an insurgency after the regime unleashed a brutal crackdown on dissent. AFP PHOTO/DANIEL LEAL-OLIVAS (Photo credit should read DANIEL LEAL-OLIVAS/AFP/Getty Images)
A Syrian rebel tries on a gas mask seized from a Syrian army factory in the northwestern province of Idlib on July 18, 2013. Western countries say they have handed over evidence to the UN that Bashar al-Assad's forces have used chemical arms in the two-year conflict. More than 100,000 people have died in the conflict, which morphed from a popular movement for change into an insurgency after the regime unleashed a brutal crackdown on dissent. AFP PHOTO/DANIEL LEAL-OLIVAS (Photo credit should read DANIEL LEAL-OLIVAS/AFP/Getty Images)

Domenica 6 ottobre sono iniziate le operazioni di smantellamento e distruzione dell’arsenale chimico siriano da parte di un gruppo di esperti di disarmo. Questi esperti fanno parte dell’Organizzazione per la messa al bando delle armi chimiche che sta portando avanti il programma stabilito dall’ONU: lo scorso 28 settembre, infatti, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato all’unanimità una risoluzione che impone a Bashar al Assad, presidente del regime, di distruggere le armi chimiche entro nove mesi.

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Agence France Press, un membro dell’organizzazione, presente in Siria, ha spiegato che saranno distrutte bombe per aerei e dispositivi per mescolare i componenti chimici, mentre dei mezzi pesanti passeranno sopra le testate dei missili, per distruggerle. Non è chiaro però in quale dei diciannove siti dichiarati dal governo siriano siano iniziate queste operazioni.

La missione degli ispettori internazionali è iniziata il 2 ottobre: oltre alle operazioni di smantellamento, gli esperti stanno portando avanti una serie di indagini per verificare le informazioni fornite dal governo siriano sull’arsenale chimico presente nel paese, stimato in circa mille tonnellate di armi chimiche.

Secondo quanto scrive il New York Times, gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno pensato a un programma in tempi rapidi, per evitare possibili ostacoli organizzati dal regime e limitare il tempo delle operazioni dei propri esperti, al fine di tutelare la loro sicurezza: i movimenti non sono stati resi pubblici, sia per questioni di sicurezza sia per permettere al governo siriano di mantenere il segreto militare sulla localizzazione del proprio arsenale.

Il presidente Bashar al Assad ha assicurato la piena collaborazione agli ispettori, mentre i ribelli non hanno dato alcun tipo di rassicurazione. Le cose sono ulteriormente complicate dal fatto che un terzo dei siti in cui si trovano le armi chimiche della Siria sono fuori dal controllo del governo, e alcuni di quelli che si trovano sotto controllo governativo sono raggiungibili solo da strade controllate dai ribelli.

I funzionari americani citati dal New York Times hanno spiegato che nei primi giorni di novembre una squadra di esperti siriani, sotto il controllo degli ispettori internazionali, si occuperà di distruggere altre attrezzature per la produzione di prodotti chimici. Per il disarmo sarà utilizzato anche un sistema mobile e sofisticato progettato dal Pentagono – chiamato Field Deployable Hydrolysis System – che dovrà neutralizzare grandi quantità di prodotti chimici una volta trasportati fuori dalla Siria: il sistema è in grado di convertire gli agenti chimici in composti che non possono essere utilizzati per scopi militari. Un funzionario del Dipartimento di Stato ha detto che questo sistema mobile dovrebbe accorciare i tempi delle operazioni, entro la metà del 2014.

Foto: DANIEL LEAL-OLIVAS/AFP/Getty Images