La pirateria aiuta i film piccoli?

Uno studio ha fatto i conti di cosa è successo da quando è stato chiuso il sito Megaupload, con risultati intuitivi ma criticati dai produttori

Un gruppo di economisti della Scuola di management di Monaco (Germania) e della Scuola universitaria in economia di Copenhagen (Danimarca) ha pubblicato uno studio sugli incassi dei film al cinema prima e dopo l’oscuramento di Megaupload.com, il sito da cui ogni giorno milioni di persone scaricavano illegalmente enormi quantità di film messi online illegalmente. Il sito è stato oscurato il 19 gennaio del 2012 dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per violazione del copyright e pirateria e si è stimato che nel suo momento di massimo utilizzo generasse il 4 per cento circa di tutto il traffico di Internet. I ricercatori di Monaco e Copenhagen hanno ipotizzato che, se davvero Megaupload avesse danneggiato così tanto l’industria del cinema come sostenevano i produttori, allora i ricavi dovuti alle vendite dei biglietti al cinema sarebbero dovuti aumentare in qualche quantità dopo la chiusura.

Secondo lo studio, almeno in parte un recupero di vendite c’è stato. I nuovi episodi di saghe molto conosciute hanno in effetti avuto maggiori ricavi, al netto di diverse variabili da tenere in considerazione come film più o meno riuscito, concorrenza di altri titoli e periodo di uscita nei cinema. Altri studi in precedenza erano già arrivati a risultati simili, ma secondo la nuova ricerca ci sono anche diverse altre implicazioni interessanti, soprattutto per i film meno conosciuti.

Mentre i film molto famosi e pubblicizzati hanno venduto meglio, la stessa cosa non si è verificata per i film meno promossi e realizzati con produzioni più economiche. In molti casi, questi tipi di film hanno perso qualcosa rispetto a come andavano le cose prima, quando Megaupload non era stato ancora oscurato.

I ricercatori spiegano di non essere del tutto certi sulle cause di un andamento simile, ma hanno comunque una teoria abbastanza convincente e intuitiva, come spiega Caitlin Dewey sul sito del Washington Post. Il passaparola e la notorietà ricevuta grazie alla visione illecita online è un mezzo di promozione prezioso per i film piccoli che hanno poche e a volte nessun’altra occasione di promozione; mentre per i film grandi pubblicizzati da produzioni costose, la notorietà acquisita attraverso i siti pirata è superflua e ridondante. Per i primi, con la chiusura dei siti pirata la mancanza di passaparola si può rivelare più dannosa del fatto che il film sia scaricabile illegalmente. La conclusione della ricerca è che dovrebbero essere quindi considerati con maggiore accuratezza gli effetti negativi dovuti alla riduzione della pirateria su Internet, tema del resto già molto discusso (si è detto spesso che i siti che offrono copie pirata di dischi contribuiscono a far conoscere e preascoltare musica che così otterrà nuovi fans e potenziali ricavi).

Lo studio dei ricercatori di Monaco e Copenhagen non è piaciuto alla Motion Picture Association of America (MPAA), l’associazione che promuove gli interessi dei principali studi cinematografici statunitensi. In un comunicato stampa, la MPAA ha ricordato che nel complesso la ricerca dimostra – come altre – che la pirateria danneggia comunque le vendite. Secondo la MPAA lo studio non ha tenuto sufficientemente conto di altre variabili legate alla vendita dei biglietti e che non sono legate direttamente all’oscuramento di Megaupload.