La lettera delle studentesse di Saluzzo

Le ex allieve del professore accusato di avere avuto rapporti sessuali con due minorenni hanno scritto alla Stampa per difenderlo non dalle accuse, ma dai giornali

La notizia di un professore di scuola superiore arrestato e accusato di avere avuto rapporti sessuali con due ex allieve a Saluzzo, in Piemonte, è da diversi giorni molto dibattuta sulla stampa locale (ma anche nazionale). Non solo per le accuse, ma anche per la stima e le difese che il professore sta raccogliendo. Oggi la Stampa pubblica l’appassionata e commossa lettera di un gruppo di sue ex studentesse che criticano “l’immagine completamente distorta” che ne è stata data.

Egregio Direttore, siamo un gruppo di ex studentesse del Liceo Socio Pedagogico di Saluzzo, alunne per quatto anni del professore arrestato per aver intrattenuto rapporti sessuali con minorenni.
Le scriviamo per dire a lei, e a tutti i lettori, che la notizia ci ha profondamente sconvolte, è stata per noi come un fulmine a ciel sereno. I giornali e i media ci hanno restituito un’immagine del nostro caro professore completamente distorta, l’hanno dipinto come un mostro, un carnefice, una persona subdola capace di utilizzare il suo fascino intellettuale come mezzo per ottenere favori sessuali.
Fin dal primo giorno in cui lui è entrato nella nostra classe è stato subito feeling.
V.G. è il professore che ogni studente vorrebbe avere. Dotato di infinita cultura, sapeva far appassionare ogni studente, anche quello più ostico, alle sue lezioni. Nelle ore di storia e di letteratura riusciva a conquistare la nostra attenzione con il solo mezzo della parola. Quando spiegava Dante o Foscolo lui era lì, all’Inferno, nel girone dei traditori con il Conte Ugolino a piangere per la miseria e la disperazione di un essere umano lasciato solo a compiere miserabile atti, ed era anche a Firenze, nella Chiesa di Santa Croce, ad ammirare le tombe di quei Grandi che hanno reso l’Italia la patria della cultura e dell’arte mondiale.
Noi lo vogliamo ricordare così. Con le lacrime agli occhi per l’emozione mentre cercava di convincerci che conoscere la Storia vuol dire conoscere noi stessi, che le gesta o le atrocità compiute nel passato non sono conoscenze vuote, ma sale prezioso per il nostro futuro, per la nostra vita. Lui ha dato tutto se stesso per i suoi studenti, ci ha dato l’anima.

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