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  • Venerdì 26 luglio 2013

Chi compra l’Inter

A che punto sono le trattative per la cessione della società da Massimo Moratti a Erick Thohir, uno degli uomini più ricchi dell'Indonesia

Nelle ultime settimane si è parlato spesso dell’acquisto della società calcistica dell’Inter da parte di un imprenditore indonesiano, Erick Thohir, che giovedì 25 luglio era a Milano. Si tratterebbe di una novità importante e storica negli assetti societari di una delle squadre di calcio più famose d’Italia e d’Europa, che da quasi vent’anni è di proprietà dell’imprenditore nel settore petrolifero Massimo Moratti.

A che punto sono le trattative
Le trattative sono state più volte annunciate e smentite e si è parlato molto anche dei modi in cui Thohir entrerebbe nella proprietà dell’Inter: in alcuni momenti l’ipotesi più plausibile è sembrata che l’imprenditore entrasse nella proprietà solamente come socio di minoranza, mossa che gli lascerebbe almeno formalmente pochi spazi di decisione nella gestione della società. Negli ultimi giorni si è cominciato a dare per sicuro invece che Thohir acquisterà una quota di maggioranza (si parla del 75 per cento), al costo – hanno scritto la Gazzetta dello Sport e il Sole 24 Ore – di oltre 300 milioni di euro.

Un’altra possibilità è che Moratti e Thohir si accordino per un ingresso graduale dell’indonesiano nella proprietà, con una fase di transizione della durata di alcuni anni.

I conti dell’Inter
Oggi l’Inter è una società per azioni di proprietà per il 95 per cento di Massimo Moratti, attraverso la Internazionale Holding (un altro 4,2 per cento è della Pirelli). Non ha quindi un legame diretto, almeno da punto di vista degli organigrammi societari, con la società petrolifera Saras della famiglia Moratti, che invece è controllata dalla holding Angelo Moratti Spa.

La situazione patrimoniale dell’Inter non è molto buona: al 30 giugno 2012 il rendiconto patrimoniale parlava di debiti totali per 458 milioni di euro e 155 milioni di crediti. Il bilancio per l’anno 2012 aveva un passivo di circa 77 milioni di euro. Non è la prima volta che, negli ultimi anni, si parla di modifiche nella proprietà dell’Inter: il primo agosto 2012 la società annunciò un accordo che avrebbe portato alla vendita del 15 per cento delle azioni al grande complesso industriale cinese – di proprietà statale – China Railway Construction Corporation (CRCC), per 55 milioni di euro. Nell’accordo rientrava anche la costruzione di un nuovo stadio nell’arco di cinque anni, ma successivamente la questione si complicò e non se ne fece più nulla.

Massimo Moratti acquistò l’Inter nel febbraio del 1995 da Ernesto Pellegrini (che era presidente dal 1984), dopo che la proprietà era già stata di suo padre Angelo tra il 1955 e il 1968. Negli anni successivi Massimo Moratti – pur restando sempre proprietario – si è dimesso dalla carica di presidente della società due volte: nel 1999, dopo le critiche per aver preso come allenatore Roy Hodgson, e nel 2004, quando la carica venne assunta da Giacinto Facchetti. Alla morte di Facchetti, nel 2006, Massimo Moratti tornò presidente e lo è rimasto fino ad oggi.

È difficile stimare il valore complessivo di una società calcistica, al di là della situazione dei conti societari, perché rientrano nella valutazione il valore commerciale del “marchio” e di tutta la rosa dei giocatori. Forbes ha messo l’Inter al 14esimo posto in una recente classifica delle squadre di maggior valore commerciale nel mondo, stimandolo in questo caso a circa 401 milioni di dollari (305 milioni di euro).

Chi è Erick Thohir
Erick Thohir ha 43 anni ed è un imprenditore nel settore dei media e dell’intrattenimento. Possiede diversi canali televisivi e stazioni radiofoniche, oltre a giornali, riviste e case editrici, tramite il gruppo da lui fondato nel 1992, MAHAKA Media con sede a Jakarta. Tra le proprietà del gruppo ci sono Harian Republika, un grande quotidiano che si rivolge alla comunità musulmana del paese (oltre l’ottanta per cento dei 240 milioni di abitanti dell’Indonesia, il che ne fa il paese a maggioranza musulmana più popoloso del mondo), Jak TV, una televisione locale della capitale, e la radio Gen FM.

In un articolo del 2005, il New York Times parlò dell’allora 35enne Erick Thohir come di uno dei migliori esempi di “una nuova generazione di giovani manager, molti dei quali figli della vecchia élite affaristica dell’Indonesia, che è tornata negli ultimi anni dagli studi negli Stati Uniti e in Europa sposando una nuova moralità da business school e promettendo di fare cambiamenti nella cultura industriale predatoria del paese”. Ha aiutato questa “nuova generazione” anche la crisi economica asiatica del 1997, che ha reso per anni gli investitori stranieri molto cauti dal fare nuovi investimenti in quella regione del mondo e ha lasciato quindi campo libero agli imprenditori locali.

Una vicenda notevole, nel caso di Thohir, è stata quella del quotidiano Harian Republika, agli inizi della sua carriera: lo comprò insieme ad altri tre investitori da una fondazione confessionale islamica, fece aumentare le vendite del 70 per cento in cinque anni e lo riportò in attivo. Nel frattempo, la linea editoriale – un tempo voce del conservatorismo religioso – si spostò su istanze musulmane moderate, in modo da far presa sul grande pubblico, e adottò la linea dura contro la corruzione nel paese, un altro tema molto popolare visti i lunghi anni di scarsa democrazia e monopoli durante il regime di Suharto, dal 1966 al 1998.

Thohir è anche presidente del VIVA Group, una società che possiede uno dei maggiori portali di news nazionali dell’Indonesia e ha molte collaborazioni con operatori delle telecomunicazioni e nel settore dell’informazione. Per dare un’idea dell’importanza del gruppo, a dicembre scorso VIVA ha acquistato i diritti di trasmissione delle partite del mondiale 2014 in Indonesia per i suoi due canali in chiaro. Un’altra attività di Thohir è ELIVE (Entertainment Live), che si occupa di promozione eventi, vendita di biglietti e produzioni cinematografiche.

Ma oltre alle attività commerciali, Thorir ha già molte partecipazioni in diverse società sportive intorno al mondo: nel luglio 2012 ha comprato una quota di controllo della squadra di calcio americana D.C. United (è la maglia che si vede sul suo profilo Twitter, dal quale si intuisce anche la sua passione per l’Inter). È proprietario di minoranza (come Will Smith, tra gli altri) dei Philadelphia 76ers, squadra di basket del campionato NBA. Possiede due squadre di basket in Indonesia: i Satria Muda BritAma Jakarta, che giocano nel campionato nazionale (lo hanno vinto sette volte) e gli Indonesia Warriors, che fanno parte invece dell’ASEAN Basketball League, un campionato internazionale del sudest asiatico fondato nel 2009 e attualmente formato da sei squadre (Thohir è stato tra i fondatori della competizione).

Erick Thohir è il fratello minore di uno degli uomini più ricchi dell’Indonesia: Garibaldi Thohir, di cinque anni più vecchio di lui – il nome viene da quel Garibaldi, anche se tutti lo chiamano “Boy” – che è l’amministratore delegato di Adaro Energy, la quarta azienda produttrice di carbone più grande del mondo, e ha diverse altre partecipazioni nel settore minerario (qui molte informazioni sulle sue attività, in un pezzo di due anni fa su Forbes). Boy, che ha acquistato Adaro insieme ad altri quattro investitori nel 2005, possiede anche una grande raffineria, la Surya Esa Perkasa. La sua quota in Adaro, che è di circa un sesto, vale oltre un miliardo di dollari.

I Thohir non vengono dal nulla. Sono figli di Mochamad Teddy Thohir, oggi 76enne, che fu il più alto dirigente indonesiano nella succursale nel paese del gigante chimico statunitense Union Carbide. Più tardi fondò la Astra International, che diventò la più grande concessionaria e produttrice di auto del paese (oggi fa parte di un gruppo di Hong Kong) grazie anche a collaborazioni con aziende come Toyota e Peugeot. La fortuna di Teddy Thohir permise ai suoi figli di studiare all’estero – Erick ha un master in business administration alla National University di San Diego, in California – e di entrare nel mondo degli affari molto giovani.

È probabile che un eventuale acquisto dell’Inter implichi anche un notevole ritorno di immagine per Thohir: nonostante la nazionale indonesiana non sia mai riuscita a qualificarsi a un mondiale dopo l’indipendenza del paese nel 1945 (ai mondiali del 1938 c’era la rappresentativa delle Indie Orientali Olandesi) il calcio è lo sport più popolare del paese. Molte persone, come in diversi altri paesi asiatici, seguono con attenzione i campionati come quello inglese o quello italiano, e l’Inter è una delle squadre straniere con il maggior numero di tifosi nel paese: il sito ufficiale dell’Inter è disponibile in sette lingue, tra cui appunto l’indonesiano, e quando andò a giocare un’amichevole a Jakarta contro una selezione locale, nel maggio 2012, circa 70 mila persone andarono allo stadio per quella che il Jakarta Post definì “la partita più attesa della città”.

Foto: Patrick McDermott/Getty Images