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  • Lunedì 8 luglio 2013

6 cose sull’incidente di San Francisco

Le nuove foto dell'aereo che si è schiantato, a che punto sono le indagini e perché lo stesso guaio 20 anni fa sarebbe probabilmente finito in tutt'altro modo

di Emanuele Menietti – @emenietti

Domenica 7 luglio decine di funzionari del National Transportation Safety Board (NTSB) – l’agenzia investigativa degli Stati Uniti che tra le altre cose si occupa degli incidenti aerei – hanno trascorso l’intera giornata intorno ai resti del Boeing 777 dell’Asiana Airlines che si è schiantato sabato all’aeroporto di San Francisco. Hanno scattato fotografie e raccolto reperti, mentre a migliaia di chilometri di distanza, a Washington, un altro gruppo di esperti del NTSB ha iniziato l’analisi delle cosiddette “scatole nere” dell’aereo. Grazie ai loro dati, e alle testimonianze dei passeggeri e dei piloti, sarà possibile ricostruire le cause che hanno portato all’incidente, in cui sono morte due persone. A bordo dell’aeroplano c’erano 291 passeggeri e 16 membri dell’equipaggio.

1. L’incidente
Stando alle ricostruzioni effettuate fino a ora – sulla base delle immagini dell’incidente, di diverse testimonianze e di alcune registrazioni a bordo – il volo 214 della compagnia sudcoreana Asiana Airlines, partito da Seul, si è schiantato durante la fase di atterraggio a San Francisco a causa di alcune manovre errate. Il Boeing 777 sarebbe arrivato corto, cioè più basso del dovuto rispetto alla distanza dalla pista, e avrebbe urtato un muro collocato come protezione a inizio pista, che si affaccia sul tratto di mare della Baia di San Francisco. Il sistema di atterraggio strumentale (ILS), usato per guidare gli aeroplani verso la pista in modo strumentale, era in parte disattivo all’aeroporto a causa di alcuni lavori. L’apparato non attivo sembra fosse il sistema di indicazione per impostare il corretto angolo di discesa dell’aeroplano. I responsabili dell’aeroporto hanno comunque spiegato che i sistemi necessari per effettuare gli atterraggi in sicurezza erano normalmente attivi.

Pochi istanti dopo l’impatto, i motori e la coda (impennaggio) dell’aereo si sono staccati, seguiti dagli stabilizzatori. Ingovernabile e con i carrelli d’atterraggio distrutti, l’aereo ha iniziato a scivolare sull’asfalto della pista, fino a girare su se stesso e ad arrestarsi per il forte attrito fuori pista, a oltre 600 metri di distanza dal muro su cui era andato a sbattere pochi secondi prima. Nonostante un’iniziale fiammata (dicono i testimoni) l’aereo non ha preso immediatamente fuoco, cosa cha ha permesso ai passeggeri – feriti e non – di abbandonarlo in relativa sicurezza.

Non è ancora chiaro perché l’aereo sia arrivato corto sulla pista, ma dalle prime informazioni raccolte sembra difficile che la causa possa essere stata un malfunzionamento meccanico. La registrazione dei dialoghi nella cabina di pilotaggio fa ipotizzare che, pochi istanti prima dell’impatto, i piloti avessero cercato di abortire l’atterraggio ridando potenza ai motori. Asiana Airlines sembra escludere che la causa dell’incidente possa essere stato un malfunzionamento dei propulsori.

2. I piloti
A bordo del volo 214 c’erano quattro piloti, che si sono alternati a coppie alla guida dell’aeroplano. Al momento dell’incidente il Boeing 777 era governato da Lee Jeong, con 3.220 ore di esperienza su quel tipo di aereo. Insieme con lui c’era Lee Kang-kook, quasi 9.800 ore di volo, in fase di addestramento per diventare pilota dei Boeing 777: era il suo primo atterraggio con questo tipo di aereo a San Francisco, ma ne aveva già realizzati altri con diversi aeroplani. Per diventare capitano di un Boeing 777, ha spiegato Asiana Airlines, sono necessarie 60 ore di volo e 10 decolli, e relativi atterraggi, eseguiti con questo modello.

3. Morti e feriti
A bordo del volo 214 c’erano complessivamente 307 persone. Oltre 180 di queste sono state trasportate negli ospedali di San Francisco poco dopo l’incidente. Molti se la sono cavata con ferite lievi, ma circa 50 passeggeri hanno subito ferite più gravi, con ustioni e fratture. I feriti hanno un’età tra i 20 e 76 anni. Otto sono in condizioni critiche, due sono paralizzati e non è ancora chiaro se riusciranno o meno a recuperare tutte le loro funzionalità.

Le due persone morte nell’incidente erano due ragazzine di 16 anni. Erano cinesi e avevano iniziato un viaggio insieme con altri coetanei di una scuola di Jiangshan, nella provincia orientale costiera dello Zhejiang. Avrebbero dovuto partecipare a un campo estivo organizzato dalla West Valley Christian School in California. La vacanza studio, da 5mila dollari per partecipante, serve agli studenti stranieri per migliorare il loro inglese, anche in vista di un possibile corso di studi negli Stati Uniti.

Si ipotizza che almeno una delle due ragazzine sia morta non a causa dell’impatto dell’aeroplano sulla pista, ma nelle fasi molto concitate subito dopo l’incidente. Potrebbe essere stata travolta da un mezzo dei vigili del fuoco che stava raggiungendo ad alta velocità la zona. L’autopsia e ulteriori indagini dovrebbero chiarire come sono andate le cose.

4. L’evacuazione
Il Wall Street Journal ha raccolto una serie di testimonianze dai passeggeri sull’incidente, molto efficaci per farsi un’idea degli eventi a bordo. Eugene Anthony Rah, un passeggero che vola spesso con Asiana Airlines, ha notato che l’aereo era più basso del solito rispetto alla distanza dalla pista. Ha sentito i motori aumentare di potenza, a conferma che il pilota stava cercando di recuperare quota: “Poi siamo andati a sbattere molto duramente. La gente urlava”.

A causa dei danni causati dall’impatto su un lato dell’aereo, uno scivolo di emergenza si è gonfiato all’interno dell’aereo, invece di aprirsi verso l’esterno. Rah ha notato che un’assistente di volo era rimasta schiacciata dallo scivolo contro la parete della cabina. Insieme con altri passeggeri è riuscito a liberarla e a portarla in salvo: ha ferite gravi, ma dovrebbe farcela. Intanto il pilota aveva dato ordine a tutti i passeggeri di evacuare immediatamente l’aereo.

Un’assistente di volo faceva la spola lungo il corridoio per portare i passeggeri feriti verso le uscite di emergenza. Rah la racconta così: «Era una cosa da eroi. Questa ragazza minuta stava portando sulla schiena i feriti, correndo da tutte le parti, con le lacrime agli occhi. Piangeva, ma era ugualmente calma e aiutava tutti».

Sul posto erano intanto arrivati i mezzi di soccorso per spegnere l’incendio e dare una mano con l’evacuazione dell’aereo. Alcuni agenti saliti a bordo hanno aiutato a tagliare le cinture di sicurezza di chi era ancora rimasto imprigionato al proprio posto. Grazie agli sforzi dei soccorritori e ai sistemi di sicurezza, è stato possibile evacuare l’intero aereo in pochi minuti, prima che si sviluppasse un incendio.

5. Sicurezza
Diversi esperti concordano sul fatto che a San Francisco si sia evitato un disastro di maggiori proporzioni grazie ai molti progressi raggiunti negli ultimi 20 anni per quanto riguarda la sicurezza del volo. Negli anni Ottanta le autorità di controllo di diversi paesi hanno imposto che su tutti gli aerei fossero montati sedili più resistenti, in grado di resistere a collisioni che li sottopongano a una forza pari a 16 volte quella della forza di gravità (16g). Senza simili soluzioni, nel caso di incidenti come quello di San Francisco i sedili si potrebbero staccare al momento dell’impatto, schiacciando il passeggero contro le pareti della cabina.

Le norme di sicurezza hanno progressivamente imposto negli anni l’utilizzo di materiali ignifughi, che riducano il più possibile le probabilità che un incendio a bordo si diffonda rapidamente. I membri dell’equipaggio, inoltre, seguono ciclicamente corsi per la gestione delle emergenze a bordo e sono addestrati per organizzare l’evacuazione di un intero aereo di linea nel tempo massimo di un minuto e mezzo. I tempi, naturalmente, possono variare a seconda delle circostanze, ma è essenziale che l’aereo sia abbandonato da tutti pochissimi istanti dopo l’impatto, proprio per evitare che un probabile incendio successivo allo schianto possa ostacolare la fuga dei passeggeri.

Nel caso del volo 214, la velocità relativamente bassa dell’aeroplano al momento dell’atterraggio ha reso meno duro l’impatto al suolo. Negli oltre 600 metri percorsi senza carrello, l’aereo ha progressivamente decelerato e si è inclinato su un lato mentre finiva fuori pista. È bene comunque ricordare che l’intero incidente si è verificato in pochissimi secondi e che l’entità dei colpi subiti dai passeggeri, colti di sorpresa e non pronti ad assumere la posizione di sicurezza (cioè seduti con il torso in avanti), è stata notevole.

6. I precedenti
Grazie alle norme di sicurezza, perfezionate negli ultimi decenni, capita sempre più spesso che gli incidenti con aerei di linea siano meno mortali rispetto al passato. Nel 2008 tutti i passeggeri a bordo di un volo della Continental Airlines, che andò fuori pista a Denver a causa del forte vento, sopravvissero nonostante l’aeroplano si fosse spezzato a metà a causa dell’impatto. Nell’agosto del 2010 morirono due passeggeri di un Boeing 737 atterrato in condizioni molto difficili ai Caraibi. Lo scorso aprile a Bali, in Indonesia, un altro Boeing 737 si schiantò a causa della bassa visibilità: sopravvissero tutte le 108 persone a bordo.

Gli incidenti agli aerei di linea sono spesso spettacolari, sono molto rari e coinvolgono di solito centinaia di persone, per questo motivo suscitano molto interesse e sono seguiti con assiduità dai media. Anche se può apparire innaturale starsene a diecimila metri su un enorme e pesantissimo affare di metallo, però, l’aereo è il mezzo di trasporto più sicuro. Il rischio più grande, per chi vola, è di solito il viaggio in auto verso l’aeroporto.