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  • Venerdì 14 giugno 2013

Un rapper tunisino condannato a due anni di carcere

È colpevole di aver insultato la polizia in una canzone, ed è l'ultimo episodio di una serie di casi simili in Tunisia

Tunisian rapper Ala Yaacoubi, better know by his rap name "Weld El 15, arrives for his trial at the court in the Tunis suburb of Ben Arous on June 13, 2013. The Tunisian rapper risks up to seven years in prison for insulting the police has said he was "afraid" ahead of his trial and criticised the authorities for not respecting freedom of expression. AFP PHOTO / FETHI BELAID (Photo credit should read FETHI BELAID/AFP/Getty Images)
Tunisian rapper Ala Yaacoubi, better know by his rap name "Weld El 15, arrives for his trial at the court in the Tunis suburb of Ben Arous on June 13, 2013. The Tunisian rapper risks up to seven years in prison for insulting the police has said he was "afraid" ahead of his trial and criticised the authorities for not respecting freedom of expression. AFP PHOTO / FETHI BELAID (Photo credit should read FETHI BELAID/AFP/Getty Images)

Giovedì 13 giugno il cantante rap tunisino “Weld El 15”, il cui vero nome è Ala Yaacoub, è stato condannato a due anni di carcere per aver insultato la polizia in una sua canzone. La sentenza è stata letta dal giudice del tribunale di Ben Arous, nella periferia di Tunisi, e subito dopo ci sono state proteste e scontri in aula tra gli agenti e i sostenitori del cantante. Alcuni di loro sono stati picchiati e cacciati fuori dal tribunale.

Ala Yaacoub era stato accusato dopo la pubblicazione su YouTube di un video intitolato “Boulicia Kleb” (“I poliziotti sono cani”) in cui dice che i poliziotti “devono essere macellati al posto delle pecore durante Eid al-Adha”, una festa musulmana. «Nella canzone ho usato gli stessi termini che ha usato la polizia per parlare dei giovani. La polizia deve rispettare i cittadini, se vuole essere rispettata», ha spiegato. Ala Yaacoub era stato condannato a due anni di carcere in contumacia a marzo e aveva deciso poi di presentarsi in tribunale con la speranza di ottenere una pena minore. Altri quattro cantanti che erano apparsi nello stesso video e che erano stati condannati a marzo, durante un secondo processo in aprile erano stati rilasciati. Ala Yaacoub è stato accusato di “oltraggio” e di “cospirazione per commettere violenza contro un pubblico ufficiale”.

Ennahda, partito islamista al governo, è accusato di utilizzare i tribunali per limitare la libertà di espressione. Negli ultimi mesi in Tunisia ci sono state diverse condanne con motivazioni simili a quelle del cantante Ala Yaacoub. La più discussa riguarda Amina, la militante tunisina di FEMEN che è stata arrestata il 19 maggio e condannata a due anni di prigione per aver scritto “FEMEN” sul muro di un cimitero musulmano. Altre tre militanti europee del gruppo FEMEN sono state condannate il 12 giugno a quattro mesi e un giorno in carcere per aver manifestato a seno nudo il 29 maggio a Tunisi in sostegno di Amina. Ghazi Beji e Jabeur Mejri, due giovani attivisti atei, sono stati condannati il 25 marzo del 2012 a sette anni e mezzo di reclusione per aver pubblicato sulla loro pagina Facebook delle caricature del profeta Maometto.