La questione dei diritti del Buio oltre la siepe

L'autrice, l'87enne Harper Lee, ha fatto causa al genero del suo ex agente letterario dicendo che le ha rubato i diritti del libro, uno dei più celebri degli ultimi cinquant'anni

Con una denuncia presentata venerdì scorso a New York, Harper Lee, autrice del celebre romanzo Il buio oltre la siepe, ha fatto causa a Samuel Pinkus, il genero del suo storico agente che si era occupato del libro fin dalla sua pubblicazione nel 1960. Secondo Lee, che ha 87 anni, parzialmente cieca e sorda e costretta in una sedia a rotelle, nel 2007 il genero di Pinkus le ha sottratto con l’inganno i diritti sul libro e tutti i guadagni ad esso associati.

Lee non ha alcun ricordo di aver firmato il documento con il quale sarebbero stati trasferiti i diritti a Pinkus. Nella sua denuncia richiede il ritorno del pieno godimento dei diritti d’autore, la restituzione di tutti i guadagni dal 2007 ad oggi e una cifra non specificata come risarcimento per i danni subiti. Nella denuncia è scritto che Pinkus si è impegnato «in un piano per raggirare» l’autrice del romanzo.

Nella denuncia si scopre anche che nel 2007 Lee si trovava in una casa di cura per riprendersi da un infarto. La sua biografia, in particolare degli ultimi anni, non è molto conosciuta: Lee, dopo la pubblicazione del libro ha scelto di vivere una vita molto ritirata e lontana dalle attenzione dei media. Le poche notizie che sono state pubblicate su di lei negli ultimi anni arrivavano spesso da interviste con suoi amici stretti.

Dopo la pubblicazione del libro, nel 1960, Lee è stata spesso invitata a ritirare numerosi premi e riconoscimenti, ha accettato alcuni inviti, ma ha sempre preferito evitare di fare discorsi e di rivolgersi al pubblico. «Preferisco stare in silenzio che dire cose stupide», ha dichiarato durante una di queste premiazioni nel 2007.

Il buio oltre la siepe è stato il suo primo ed unico romanzo. Un amico riferì in un’intervista la spiegazione che Lee aveva dato per la propria decisione di non scrivere più altre opere di narrativa.

Due ragioni: la prima, non mi sottoporrei alla pressione e alla pubblicità nella quale sono passata con Il buio oltre la siepe per nessuna ragione al mondo. Due, ho detto quello che volevo dire e non mi ripeterò una seconda volta.

Il romanzo è stato pubblicato nel 1960 ed è uno dei libri che hanno avuto il maggior successo del dopoguerra in tutto il mondo. È stato tradotto in dieci lingue e ha venduto circa 30 milioni di copie. Racconta la storia di due ragazzi orfani di madre che vivono nel profondo sud degli Stati Uniti durante la Grande Depressione. Il padre è un avvocato antirazzista che, nel corso del libro, si trova a difendere un afroamericano ingiustamente accusato di stupro.

Il libro è stato considerato una pietra miliare per il movimento dei diritti civili. Il titolo originale To kill a mockingbird, “uccidere un usignolo”, è una metafora della vicenda del libro: uccidere un usignolo è una cosa sciocca, visto che è un uccello innocuo, che si ciba di insetti invece che danneggiare i campi ed emette un canto piacevole. Così come è sbagliato uccidere un usignolo, nella metafora, è sbagliato condannare Tom Robinson, l’uomo ingiustamente accusato di stupro. Il libro vinse il premio Pulitzer lo stesso anno della sua pubblicazione. Nel 1962 Robert Mulligan ne trasse un film con Gregory Peck nel ruolo dell’avvocato.

Il film è uno dei classici della cinematografia americana, mentre il libro viene letto e studiato in moltissime scuole di tutti i paesi di lingua inglese. Il linguaggio del libro, scritto quando la segregazione negli Stati Uniti era ancora in atto, contiene espressioni all’epoca considerate normali che oggi sono diventate ingiuriose: per questo motivo il libro è stato paradossalmente oggetto di alcune campagne che ne hanno chiesto la rimozione dai programmi scolastici a causa della terminologia giudicata razzista.