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La rinascita del Borussia Dortmund

La squadra tedesca che ha appena battuto il Real Madrid ha una storia recente avventurosa, tra quasi retrocessioni e prestiti del Bayern Monaco

di Francesco Marinelli – @frankmarinelli

Nella partita giocata mercoledì 24 aprile, la squadra di calcio tedesca del Borussia Dortmund ha battuto per 4 a 1 il Real Madrid, nella semifinale di andata di Champions League: una partita spettacolare e in parte sorprendente, ma non troppo. Il Real Madrid è tra le squadre favorite dell’edizione di questa stagione, ma il Borussia Dortmund si è rivelata la più grande sorpresa. È stato un risultato pesante per gli spagnoli e storico per i tedeschi e per l’attaccante polacco Robert Lewandowski, che ha segnato quattro gol: nessuno ci era mai riuscito prima, in una semifinale di Champions League.

Ma la storia recente del Borussia è stata parecchio avventurosa, fatta di quasi retrocessioni, prestiti dai rivali del Bayern per pagare i giocatori e nuovi sistemi di allenamento.

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La quotazione in borsa
La storia del Borussia Dortmund degli ultimi dieci anni è stata contrassegnata da una serie di alti e bassi, costringendo la società a riorganizzarsi in più occasioni, fino a quando è stata trovata una formula vincente. Nei primi anni Duemila, la squadra di Dortmund, la più grande città della regione tedesca della Ruhr, fu la prima – e unica finora – squadra della Bundesliga a quotarsi in Borsa. Proprio quell’anno, la squadra vinse il campionato (per la terza volta nella sua storia) e perse la finale di Coppa Uefa contro gli olandesi del Feyenoord. La squadra stava ottenendo buoni risultati a livello sportivo e la società cercava di sviluppare un nuovo modello di gestione.

I prestiti del Bayern Monaco e il cambio di nome dello stadio
Tutto questo però venne gestito in modo sbagliato da parte della dirigenza, che accumulò grossi debiti: anche il mercato azionario non ebbe l’andamento che si era sperato. La situazione dei conti della società era così grave che i dirigenti del Bayern Monaco, la più importante squadra di calcio tedesca e storica rivale del Borussia Dortmund, decisero di versare per alcuni mesi una cifra intorno ai 2,3 milioni di euro, per permettere alla dirigenza del Borussia di onorare i contratti con i propri giocatori. Altro passo necessario per evitare il fallimento, fu, nel 2005, la vendita del nome dello stadio.

Il suo nome storico, Westfalenstadion, fu sostituito dal nome dell’azienda di assicurazioni locale. Cambiò nome, almeno ufficialmente, in Signal Iduna Park. L’accordo fatto nel 2005 sarà valido fino al 2016. Lo stadio del Borussia Dortmund – il più grande di Germania – è un luogo simbolico del calcio tedesco: da anni non c’è mai un posto vuoto quando gioca la squadra e la sua gradinata sud è conosciuta in tutta europa come il “muro giallo“. I tifosi la riempiono in ogni occasione, trasformando i gradini in cemento di cui è fatta in una delle cose più belle e spettacolari del tifo calcistico europeo.

Il rischio retrocessione
Nel 2005 il Borussia Dortmund rischiò nuovamente di fallire: il valore originale delle proprie azioni, intorno a 11 euro, crollò di oltre l’80 per cento. Oltre a cambiare nome allo stadio, la società dovette ridurre gli stipendi dei giocatori del 20 per cento, dovendo quindi cercare strade alternative all’acquisto di campioni affermati, e quindi molto costosi.

Questa situazione si ripercosse anche a livello sportivo: nella stagione successiva ai Mondiali di calcio giocati proprio in Germania, nel 2006-2007, il Borussia Dortmund rischiò addirittura la retrocessione nella Serie B tedesca. Fu un’annata difficile, con la sostituzione di tre allenatori in un solo campionato. Più o meno sulla stessa linea fu anche la stagione successiva, anche se, al di là delle brutte prestazioni in campionato, la squadra riuscì ad arrivare in finale della Coppa di Germania, persa 2 a 1 contro il Bayern Monaco.

L’arrivo di Jürgen Klopp
Il 2008 fu l’anno del cambiamento, segnato soprattutto dall’arrivo di un nuovo allenatore, che ancora oggi guida il Borussia Dortmund: Jürgen Klopp. L’allenatore originario di Stoccarda aveva già fatto vedere grandi cose con il Mainz, riuscendo a portare la squadra in Bundesliga per la prima volta nella sua storia, qualificandosi anche per l’Europa League. Klopp portò idee e un metodo precisi. Un modello costruito negli anni, senza la necessità di grossi investimenti.

La società iniziò a puntare sui giovani del proprio vivaio, cercando di pescare nel frattempo giocatori interessanti nel campionato polacco: una pratica comune anche ad altre squadre tedesche e alla federazione nazionale, che in questi anni, tra l’altro, ha naturalizzato molti giocatori con origini polacche. Il primo successo della nuova gestione fu la Supercoppa di Germania, vinta nel 2010 proprio contro il Bayern Monaco, il principale rivale di questi ultimi anni.

Il metodo Klopp
La “filosofia” che Klopp ha trasmesso alla squadra in questi anni si è basata soprattutto su due punti fondamentali: la dedizione al modulo di gioco e il divertimento dei giocatori. Il Borussia Dortmund gioca basandosi su un copione imparato a memoria, diventato naturale: schemi precisi, in cui sono i giocatori stessi ad essere esaltati dal gioco e non viceversa. Questo è dimostrato in parte dal fatto che nonostante la squadra abbia cambiato diversi giocatori importanti negli ultimi anni, i risultati hanno continuato ad essere ottimi.

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