L’esecutivo non esegue

Roger Abravanel sul Corriere della Sera cerca di spiegare perché in Italia molte riforme restano solo sulla carta: il governo si dedica troppo a fare le leggi, dice

Lo scrittore e manager Roger Abravanel, sul Corriere della Sera, spiega il problema del distacco tra quello che leggi e provvedimenti promettono sulla carta e quello che poi viene concretamente messo in atto. La causa, dice Abravanel, è che i governi si sono messi a fare leggi – funzione che dovrebbe essere lasciata più propriamente al parlamento – e non fanno più quello che dovrebbe fare il potere esecutivo: «eseguire», cioè mettere in atto, le leggi che il potere legislativo approva.

Nel nostro Paese non si riesce a tradurre gli obiettivi annunciati dai provvedimenti legislativi in risultati tangibili. Non funziona la «cinghia di trasmissione» tra quello che viene raccontato ai cittadini (l’annuncio, spesso con fini elettorali), i provvedimenti effettivamente approvati (le leggi, i decreti), i regolamenti attuativi emanati e l’effettiva azione della Pubblica amministrazione. Alla fine, se qualcosa succede, è solo grazie al coraggio e all’iniziativa di sconosciuti dirigenti che tengono in moto la macchina statale indipendentemente da chi guida il loro ministero. Questo avviene perché la capacità di eseguire dell’«esecutivo» (ovvero il governo) italiano è purtroppo limitata.

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