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  • Lunedì 1 aprile 2013

Il ritorno di Tommy Haas

La storia e le foto del tennista tedesco che a 35 anni ha battuto Djokovic, numero uno al mondo, nell'ennesima rimonta di una gran carriera «tutta un su e un giù»

Tommy Haas of Germany returns a shot to David Ferrer of Spain during the Mens Semi Final match on Day 12 of the Sony Open at the Crandon Park Tennis Center on March 29, 2013 in Key Biscayne, Florida.
Tommy Haas of Germany returns a shot to David Ferrer of Spain during the Mens Semi Final match on Day 12 of the Sony Open at the Crandon Park Tennis Center on March 29, 2013 in Key Biscayne, Florida.

Negli ultimi giorni si sta parlando molto del tennista tedesco Tommy Haas, dopo che ha battuto al quarto turno del torneo Miami Masters, in Florida, il tennista serbo Novak Djokovic, al primo posto della classifica ATP dei tennisti professionisti. Haas ha poi sconfitto anche il francese Gilles Simon ed è stato fermato in semifinale dallo spagnolo David Ferrer, quinto nella classifica ATP.

Haas ha quasi 35 anni – li compirà il 3 aprile, mercoledì – e grazie alle recenti vittorie è salito al quattordicesimo della classifica ATP. Haas non è affatto uno sconosciuto per gli appassionati di tennis: nato ad Amburgo, si trasferì in Florida a 13 anni per frequentare l’accademia di tennis di Nick Bollettieri, maestro di molti grandi tennisti tra cui Andre Agassi. Iniziò a giocare tra i professionisti nel 1996, a 18 anni; nel 1999 vinse il suo primo titolo ATP, l’Open di Memphis, e arrivò in semifinale agli Australian Open. Nel 2000 vinse la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Sydney (in semifinale aveva sconfitto Roger Federer) e nel 2002 raggiunse il secondo posto nella classifica ATP, a oggi il suo ranking migliore. Da quel momento la sua carriera è stata rallentata e ostacolata da infortuni e problemi familiari che lo hanno costretto a ritirarsi più volte per lunghi periodi di tempo. Haas, che non ha mai vinto uno Slam, è sempre riuscito a rimettersi in piedi e risalire con tenacia la classifica, fino a quando la scorsa settimana ha battuto – dopo 14 anni che non succedeva – il numero uno al mondo.

Stefano Semeraro ha raccontato sulla Stampa la sua carriera che, come ha detto Haas stesso a Miami, «è stata tutta un su e giù».

Tommy Haas è il dottor Frankestein di se stesso. Nato in Germania, cresciuto in Florida, stile da fenomeno, volto da attore hollywoodiano – ma fisico, vita e carriera piena di cicatrici. Il suo mestiere è il tennis. Il suo hobby, come direbbe 007, è risorgere. L’ultimo miracolo Haas l’ha messo in scena a Miami, dove alla soglia dei 35 anni (il compleanno è il 3 aprile, happy birthday Tommaso) ha battuto il numero 1 Atp Novak Djokovic e sfiorato la finale, eliminato solo dal n.5 del mondo David Ferrer in tre set in semifinale. Dalla prossima settimana rientrerà nei top-15: mica male per uno che quattordici anni fa è arrivato in semifinale agli Australian Open, che nel 2000 ha vinto l’argento alle Olimpiadi stroncando Federer e che nel 2001, prima che la jella iniziasse a sorridergli, si era arrampicato al numero 2 del ranking mondiale.

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