I complottisti in Parlamento
Ci sono già stati, prima di quelli del M5S: negli ultimi anni, per esempio, sono state presentate decine di interrogazioni sulle scie chimiche, ecco da chi
Dopo le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, i mezzi di comunicazione hanno rivolto grande attenzione ai parlamentari eletti con il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, una forza politica fondata solo nel 2009 che ha raggiunto il 25 per cento dei voti ottenendo l’elezione di 108 deputati e 54 senatori.
Un tema ricorrente di queste settimane, conseguenza di quell’attenzione, è individuare alcuni eletti che hanno esposto o espongono tuttora credenze bizzarre, strampalate, se non apertamente complottiste. L’ultimo caso è quello del neodeputato Paolo Bernini, eletto in Emilia-Romagna, che ha parlato a un giornalista di una specie di “documentario” complottista che ebbe grande successo qualche tempo fa, Zeitgeist, dicendo che gli aveva mostrato il mondo “in un modo completamente diverso” e sostenendo che gli Stati Uniti impiantano microchip sotto la pelle dei cittadini.
È comprensibile che la rappresentanza eletta dal Movimento 5 Stelle attiri molta attenzione, sia per la radicale diversità dalle altre forze politiche che predica, sia per la sua novità. Ma è bene tenere in mente che i singoli casi di abissale ignoranza scientifica e di adesione a teorie bizzarre sono da parecchi anni un classico del Parlamento italiano. Prendiamo quello che è il tema complottista per eccellenza: le scie chimiche.
In breve, le “scie chimiche” (chemtrails in inglese) sono il modo in cui un gruppo di complottisti ha cominciato a chiamare a partire dalla seconda metà degli anni Novanta un fenomeno normalissimo e sotto gli occhi di tutti: le scie bianche di condensazione degli aeroplani civili e militari, che sono formate né più né meno che da vapore acqueo e che tutti quanti avranno visto nel cielo. Per saperne di più sul fenomeno atmosferico c’è questa utile FAQ del CICAP.
Secondo i complottisti, queste scie di condensazione sono invece i resti di operazioni di dispersione di vari metalli (come il bario o l’alluminio) orchestrate dal governo – o dai governi: spesso si chiamano in causa gli Stati Uniti e il programma HAARP – con una varietà di effetti che vanno dal controllo del clima all’induzione di malattie e il “controllo delle menti” delle persone.
Solo negli ultimi dieci anni, tra il 2003 e il 2013, sono state presentate al Parlamento italiano almeno una quindicina di interrogazioni parlamentari sulle scie chimiche, quasi tutte da parte di deputati o senatori del centrosinistra (e ci sono un paio di nomi ricorrenti). Sono solitamente interrogazioni per cui si richiede una risposta scritta, rivolte di volta in volta ai ministeri dell’Ambiente, della Salute o della Difesa (o a combinazioni di questi). Non solo le prime – le interrogazioni in tema cominciarono nella XIII legislatura, quella durata dal 1996 al 2001: fummo rapidi a importare le novità – e non sono le uniche in Europa, dato che richieste di “chiarimenti” in tema sono state fatte nei parlamenti di diversi paesi e al Parlamento Europeo.
1. Italo Sandi, deputato dei Democratici di Sinistra, 2 aprile 2003.
2. Piero Ruzzante, deputato dei Democratici di Sinistra, 27 ottobre 2003. Questa interrogazione venne presentata insieme a Italo Sandi.
3. Severino Galante, deputato dei Comunisti Italiani, 3 febbraio 2005.
4. Gianni Nieddu, senatore dell’Ulivo, 13 giugno 2006. Si parla di «scie conseguenti ad un intenso traffico di aerei non identificati i quali percorrono rotte non convenzionali […] sui cieli della Sardegna».
5. Amedeo Ciccanti, senatore dell’UdC, 8 agosto 2007. L’interrogazione non ricevette risposta e dunque Ciccanti ne presentò altre negli anni successivi (nel 2008 venne eletto alla Camera sempre con l’UdC). Il senatore intervenne anche a una trasmissione televisiva, Rebus, parlando di «troppa reticenza» da parte del governo.
6. Katia Bellillo, deputata dei Comunisti Italiani e due volte ministro (agli Affari regionali e alle Pari opportunità), 20 dicembre 2007. Nell’interrogazione, rivolta ministero della Salute, si parla di «spiegazioni ufficiali […] piuttosto limitate e scarsamente convincenti».
7. Sandro Brandolini, deputato del Partito Democratico, 5 giugno 2008. A questa interrogazione rispose nel settembre 2008 il sottosegretario per l’Ambiente Roberto Menia, ma Brandolini presentò successivamente altre due interrogazioni sul tema.
8. Amedeo Ciccanti, ora deputato dell’UdC, 16 giugno 2008.
9. Sandro Brandolini, deputato del Partito Democratico, 1 ottobre 2008. A questa interrogazione rispose il 15 gennaio successivo il ministro della Difesa Ignazio La Russa, richiamandosi sostanzialmente alla risposta di Menia. Due settimane dopo (vedi sotto) Brandolini presentò la sua terza interrogazione di contenuto analogo.
10. Sandro Brandolini (insieme ad altri tre deputati), deputato PD, 28 gennaio 2009.
11. Amedeo Ciccanti, ora deputato UdC, 18 novembre 2009. Ciccanti, che questa volta chiede una risposta in commissione parlamentare, ricordò anche la sua interrogazione al Senato di due anni prima che però è rimasta senza risposta. Nel marzo 2011, Ciccanti intervenne in aula – probabilmente ignaro delle risposte di La Russa e Menia – dicendo «Perché il Governo non risponde? Cosa deve nascondere?».
12. Oskar Peterlini, senatore del Südtiroler Volkspartei (SVP), 5 novembre 2009.
13. Antonio Di Pietro, deputato dell’Italia dei Valori, 17 settembre 2008. Questa interrogazione ha un tono di curiosità piuttosto che di aperta adesione alle teorie complottiste, anche se si allude a «diverse teorie» secondo cui «alcune scie chimiche potrebbero essere composte da sostanze chimiche, introdotte al fine di creare modificazioni climatiche». Due mesi più tardi, il sottosegretario per l’Ambiente Roberto Menia (FLI) risposte dettagliatamente, elencando le obiezioni alle teorie complottiste.
14. Domenico Scilipoti, 22 febbraio 2011. È quella più recente, che sembra aderire su tutta la linea alla tesi complottista: si parla senza ombra di dubbio di «piogge provocate dalle operazioni militari», della necessità di «cancellazione del segreto di Stato relativo alle scie chimiche» e si invita a «chiarire l’influenza che le operazioni di scie chimiche dal 2003 ad oggi hanno avuto sulla salute degli italiani». L’interrogazione non ha ricevuto risposta. Allora Scilipoti faceva parte del gruppo Iniziativa Responsabile, mentre alle ultime elezioni politiche è stato rieletto nelle liste del PdL.
Foto: AP Photo/Ferdinand Ostrop