Sul doppiaggio dei film

Un dibattito eterno e tutto italiano riaperto da un articolo di Repubblica e da un piccolo dato romano su Django unchained

Oggi il quotidiano Repubblica ha affrontato la questione del doppiaggio dei film in Italia, partendo dal dato di Django Unchained, il nuovo film di Quentin Tarantino, che in un cinema di Roma ha incassato più nella versione originale in inglese con sottotitoli che in quella doppiata. Il fatto che tutti i prodotti audiovisivi (film, cartoni animati e serie televisive) vengano doppiati in Italia comporta un incredibile lavoro da parte degli addetti ai lavori, che devono tradurre e adattare tutti i dialoghi rendendoli coerenti con una serie di fattori culturali di cui bisogna obbligatoriamente tener conto in fase di traduzione. Per questo motivo si corre spesso il rischio di fare traduzioni bizzarre o del tutto slegate dal contesto, sia per quanto riguarda i titoli che i dialoghi (Eternal sunshine of the spotless mind che diventa Se mi lasci ti cancello, per esempio) e non si sfrutta il grandissimo potenziale che può offrire un prodotto audiovisivo in lingua originale in termini di apprendimento di una lingua straniera. Il tema è dibattuto tra addetti ai lavori e appassionati da sempre, ma la questione è diventata ancora più seguita da quando internet offre una grande disponibilità di film in lingua originale o sottotitolati.

Il cinema? Meglio nella lingua originale, basta col doppiaggio. Nell’epoca di Internet e dell’inglese per tutti, cresce anche la richiesta fra il pubblico italiano di una maggiore offerta di film non doppiati. La prova? Django Unchained, per esempio, in programma al cinema Barberini di Roma, sta incassando più nella versione originale con sottotitoli che in quella doppiata. D’accordo, le cifre sono sproporzionate: la versione originale del film di Tarantino a Roma è in programmazione in un’unica sala, mentre in italiano occupa 47 schermi. Ma è un segnale.

“La versione originale di un film” dice il regista Marco Tullio Giordana “è sempre preferibile, perché il doppiaggio comporta inevitabilmente un certo tradimento. Doppiare un film non è come tradurre un romanzo, ma come tradurre una poesia: si tratta di un lavoro complicato. Il mio sogno cinefilo è che per tutti film distribuiti in Italia fosse prevista la programmazione di una copia in originale”. Non siamo ancora a questo ma le possibilità di vedere un film in versione originale crescono in tutta Italia. A Roma, oltre al Barberini, film in originale si possono trovare al Nuovo Olimpia, e in alcuni giorni all’Alcazar, al Nuovo Sacher, e nelle multisale Lux e Odeon. A Milano proiezioni in originale sono in programma all’Anteo, all’Arcobaleno e al Mexico. A Bari all’ABC e alla Galleria, oltre che nel Circuito d’Autore, organizzato dalla Regione; a Bologna al Chaplin e al Lumière. Ma non mancano esperienze di questo tipo anche a Parma, Modena, Ravenna, Catania, fino a Faenza e Treviglio.

(continua a leggere sul sito di Repubblica)

– Luca Sofri: La morte del doppiaggio e La i di inglese