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  • Mercoledì 21 novembre 2012

Lo sciopero generale in Argentina

Il primo dopo dieci anni e il primo per la presidente Kirchner, mentre le condizioni dell'economia peggiorano: le foto

Workers carry an Argentine flag as they block a bridge leading to Buenos Aires during a general strike in Buenos Aires, Argentina, Tuesday, Nov. 20, 2012. Argentina’s biggest unions are holding their first national strike against President Cristina Fernandez to demand a higher minimum wage and protest against rising inflation, among other demands.(AP Photo/Victor R. Caivano)

Workers carry an Argentine flag as they block a bridge leading to Buenos Aires during a general strike in Buenos Aires, Argentina, Tuesday, Nov. 20, 2012. Argentina’s biggest unions are holding their first national strike against President Cristina Fernandez to demand a higher minimum wage and protest against rising inflation, among other demands.(AP Photo/Victor R. Caivano)

Ieri Cristina Fernandez de Kirchner ha affrontato il primo sciopero generale da quando è stata eletta nel 2007 presidente dell’Argentina. Quello di ieri è stato anche il primo sciopero generale dopo quasi 10 anni, da quando a dicembre del 2002, nei giorni del default, il tasso di disoccupazione aveva superato il 21 percento a causa della gravissima crisi economica. Le proteste, che hanno interessato tutto il paese, hanno bloccato molti settori tra cui le banche e il trasporto ferroviario. Il sindacato dei camionisti ha interrotto la raccolta di rifiuti mentre Buenos Aires è apparsa ieri come una città deserta, con molti negozi chiusi e senza traffico per le strade.

Allo sciopero di 24 ore, convocato dalla Confederación General del Trabajo (CGT), hanno aderito soprattutto i dipendenti statali. La CGT è il principale sindacato dei lavoratori in Argentina ed è guidato dal “camionero” Hugo Moyano, ex alleato importante di Fernandez prima di diventare oggi una delle figure di spicco dell’opposizione. I dimostranti chiedono un aumento del salario minimo e una riduzione delle tasse federali per i lavoratori, per compensare un tasso di inflazione altissimo che alcuni economisti stimano sia arrivato al 25 percento. Il governo, che negli ultimi tempi sta perdendo sempre più consensi, ha definito la protesta “un’estorsione” alimentata dalle ambizioni dei suoi leader.

Le foto del default in Argentina, dieci anni fa