Formigoni non si dimette

Dopo aver visto Alfano e Maroni ha annunciato l'azzeramento della giunta regionale della Lombardia di cui resta presidente

© Stefano Meluni/LaPresse
10-11-2008 Milano,Italia
Interni
Incontro tra il Ministro Brunetta e il presidente della Regione Lombardia Formigoni sull’Innovazione tecnologica
Nella foto:Roberto Formigoni
©Stefano Meluni/LaPresse
10-11-2008 Milan
Meeting on Innovation Tecnologies between the minister Brunetta and the region Lombardia President Formigoni
In the picture:Roberto Formigoni

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10-11-2008 Milano,Italia
Interni
Incontro tra il Ministro Brunetta e il presidente della Regione Lombardia Formigoni sull’Innovazione tecnologica
Nella foto:Roberto Formigoni

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10-11-2008 Milan
Meeting on Innovation Tecnologies between the minister Brunetta and the region Lombardia President Formigoni
In the picture:Roberto Formigoni

Aggiornamento 19.45. Roberto Formigoni ha tenuto una conferenza stampa a Roma insieme a Roberto Maroni e Angelino Alfano, e ha annunciato l’azzeramento della giunta regionale della Lombardia. Formigoni ha detto di non avere intenzione di dimettersi ma che «serve discontinuità». «Abbiamo deciso che non si può mandare a casa un’amministrazione che ha fatto e lavorato bene», ha detto Alfano. Maroni ha ricordato che «ieri avevo detto: o azzeramento o dimissioni di Formigoni. Abbiano ottenuto l’azzeramento e quindi abbiamo il dovere di andare avanti». Questo scenario già stamattina era considerato il più probabile.

Aggiornamento 15.30. I consiglieri regionali di opposizione presenteranno oggi una lettera in cui chiedono le dimissioni della giunta Formigoni e chiedono ad almeno 10 esponenti del centrodestra di ritirare il loro sostegno al governo regionale, così da metterlo in minoranza e farlo cadere.

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Mentre ieri in Lombardia veniva arrestato l’assessore del PdL Domenico Zambetti, accusato di aver comprato voti dalla ‘ndrangheta, e mentre la Guardia di Finanza sequestrava documenti dopo la contestazione della procura dei reati di truffa aggravata e peculato ad altri tre esponenti della Regione, Roberto Formigoni si trovava alla cerimonia delle bandiere organizzata per Expo con più di mille delegati da tutto il mondo.

Dopo un incontro nel pomeriggio con i suoi assessori, dopo aver commentato l’arresto dicendo che «o la magistratura sta commettendo un clamoroso errore o Zambetti ha tradito me e ha tradito tutti voi» e dopo una telefonata con il ministro Annamaria Cancellieri, Roberto Formigoni in serata ha formalmente ritirato le quattro deleghe degli assessori della Lega (facendosene carico), che nel frattempo si erano riuniti con il segretario della Lega in Lombardia Matteo Salvini per decidere cosa fare e avevano di fatto chiesto una nuova giunta o le elezioni anticipate.

In questo momento, infatti, sembra che tutto dipenderà dalla decisione della Lega Nord di ritirare o no il proprio sostegno alla giunta Formigoni. Il PdL già ieri diceva che rompere l’alleanza in Lombardia voleva dire anche romperla in Veneto e Piemonte, perché “frutto dello stesso accordo politico”. In Veneto e Piemonte è la Lega a esprimere il presidente. Oggi Roberto Formigoni incontrerà a Roma il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, e il segretario del Popolo della Libertà, Angelino Alfano. Alla fine di queste consultazioni verrà presa una decisione sul futuro politico della Regione. Le possibili ipotesi le ha spiegate lo stesso Formigoni in mattinata, intervistato da Maurizio Belpietro nella trasmissione La Telefonata su Canale 5.

1 – Rimpasto totale della giunta: una sorta di «giunta tecnica di alto profilo», ha spiegato Formigoni, presieduta da lui e con alcune personalità che non siano necessariamente espressione diretta dei partiti dell’attuale maggioranza, per arrivare alla fine del mandato. Questa ipotesi potrebbe verificarsi se la Lega deciderà di confermare il proprio appoggio.

2 – Se la Lega non confermerà l’alleanza le elezioni anticipate saranno inevitabili. Formigoni dice però così, parlando di sé in terza persona: «A quel punto sarà Formigoni con il PdL a decidere». Non solo per la Lombardia: «Se cade la nostra Regione cadono anche le due guidate dal Carroccio», Piemonte e Veneto. «L’alleanza in tutte e tre le Regioni è chiara da tempo. Non si tratta di un ricatto o di una ripicca. Nel 2010 il patto era unico. Se qualcuno deciderà di romperlo da una parte lo romperà dappertutto».

Il Consiglio della Lombardia non cadrebbe nemmeno se i 31 consiglieri regionali dell’opposizione (e che fanno parte dei gruppi consiliari di PD, IdV, SEL, Gruppo misto, Pensionati, UdC) decidessero di dimettersi: non ci sono infatti i numeri sufficienti. Non può insomma accadere come in Lazio, dove all’opposizione pronta a dimettersi si aggiunse l’UdC (che in Lombardia fa già parte della minoranza). La soluzione più probabile, in questo momento, sembra dunque essere quella di un compromesso tra le prime due: un rimpasto totale con la proposta della Lega di votare ad aprile e il PdL che, per ragioni di opportunità politica, nel frattempo accetterà.