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  • Venerdì 22 giugno 2012

4 squadre di calcio fallite (o quasi)

Storie di fallimenti, cessioni e difficoltà finanziarie nel calcio italiano, dalla Serie B in giù

Da diversi anni i campionati italiani di calcio, dalla Serie B in giù, vanno incontro a decine di fallimenti e di accertamenti di difficoltà economiche nelle società che li compongono, che ogni estate ridisegnano le classifiche. Spesso le squadre coinvolte hanno fatto parte della storia calcistica italiana, più o meno recente; altrettanto spesso dietro ci sono storie complicate di cessioni, cambi di nome, ripescaggi in serie maggiori nei casi più fortunati e ripartenza dai dilettanti in quelli più sfortunati. Queste sono quattro squadre, tra quelle più conosciute per gli appassionati di calcio, che quest’anno sono già fallite o in pesante difficoltà.

Triestina
L’Unione Sportiva Triestina Calcio era già fallita nel 1994, ma negli anni successivi aveva giocato molte stagioni in Serie B. Dall’agosto 2011 era di proprietà dell’imprenditore Sergio Aletti, immobiliarista di Casalpusterlengo (Lodi) che aveva già interessi in società calcistiche locali (è proprietario del Ravenna). Nel campionato 2011/2012 ha giocato nella Prima Divisione della Lega Pro (la vecchia C1) ma ben prima della fine della stagione, con il campionato ancora in corso, il tribunale civile di Trieste ha accertato che la società aveva debiti per oltre 5 milioni di euro e ha avviato le procedure per il fallimento e l’amministrazione provvisoria. A partire da marzo la società è stata affidata a un curatore, il commercialista Giovanni Turazza, e ha concluso il campionato con una nuova retrocessione. Nelle ultime settimane diverse aste per vendere il titolo sportivo (cioè il diritto ad usare il nome e a mantenere il piazzamento raggiunto nelle serie calcistiche) sono andate deserte. Il 19 giugno la società è stata definitivamente cancellata dai campionati professionistici italiani.

SPAL
SPAL è una sigla che sta per Società Polisportiva Ars et Labor, ed è il nome della squadra di calcio più importante di Ferrara. Era famosa soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, quando aveva giocato parecchie stagioni in Serie A (con un quinto posto nel campionato 1959/1960). Dopo molti anni tra B, C1 e C2, la società aveva avuto anche diverse difficoltà economiche che avevano causato un primo fallimento e una rifondazione della società nel 2005. La proprietà è attualmente di Cesare Butelli, che ha il problema di trovare entro il 30 giugno circa 2 milioni e mezzo di euro per pagare alcuni creditori e iscriversi ai campionati professionistici. Nel frattempo c’è stato il terremoto in Emilia, e questo ha portato un colpo di scena piuttosto imprevisto: una società creditrice, con sede nel comune di Bondeno (in provincia di Ferrara), ha deciso di chiedere il rinvio dei procedimenti giudiziari che la coinvolgono, tra cui la causa per il fallimento della SPAL, a dopo il 31 luglio, usando una norma approvata per aiutare le zone colpite dai terremoti. Con la sospensione estiva delle udienze si andrà probabilmente a settembre, e il presidente Butelli avrà qualche settimana in più per trovare i soldi al momento mancanti.

Piacenza
Il Piacenza Football Club è stato coinvolto nel recente scandalo delle scommesse nel calcio, e la giustizia sportiva l’aveva condannato a una penalizzazione di 11 punti da scontare nel prossimo campionato. Ma nei prossimi campionati professionistici italiani il Piacenza, probabilmente, non ci sarà, dato che il tribunale di Piacenza a marzo ne aveva decretato il fallimento e lo aveva affidato a due curatori, l’avvocato Franco Spezia e il commercialista Filippo Giuffrida. Da quasi trent’anni la società era di proprietà della famiglia Garilli, e la squadra giocava da quest’anno in Prima divisione della Lega Pro, dopo essere stata in Serie A tra il 1994 e il 2000 e, negli anni successivi, una presenza fissa della Serie B (nonché a lungo l’unica squadra ad avere solo giocatori italiani). Come per la Triestina, la storia si è conclusa con un’altra retrocessione, aste fallimentari deserte e la scomparsa definitiva del nome da quello delle squadre professionistiche italiane.

Allo stadio di Piacenza, che si chiama “Leonardo Garilli”, nel prossimo campionato giocherà comunque la Serie B, almeno per qualche mese: un’altra gloriosa società sportiva italiana, la Pro Vercelli, è tornata in Serie B dopo parecchi anni e lo ha affittato per i primi tre mesi del campionato, dato che nello stadio di Vercelli devono essere fatti lavori di adeguamento.

Taranto
Anche l’Associazione Sportiva Taranto Calcio ha giocato l’ultimo campionato in Prima Divisione, e anche lei è in difficoltà finanziarie da mesi. Negli ultimi anni è arrivata diverse volte ai play-off per la promozione in Serie B. È fallita ed è stata rifondata nel 2004. Dal 2009 è di proprietà dell’imprenditore tarantino Enzo D’Addario, ma da diversi mesi la società fa fatica a pagare gli stipendi ai giocatori: per ora non si parla ancora di fallimento, ma la società è fortemente indebitata e nei giorni scorsi ci sono state anche riunioni in Comune, con la partecipazione del sindaco Ezio Stefàno. La cifra necessaria, tra debiti precedenti e soldi necessari alla prossima stagione, è intorno ai 10 milioni di euro.

I tifosi della Triestina a Siena-Triestina, 1 marzo 2011
foto: Mario Marmo- LaPresse