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  • Giovedì 21 giugno 2012

L’Uruguay vuole legalizzare la marijuana

Non solo il consumo ma anche la vendita, all'interno di un piano per contrastare la criminalità

Il governo dell’Uruguay ha presentato ieri sera un piano per legalizzare la vendita e la distribuzione della marijuana, ponendole entrambe sotto lo stretto controllo statale.

Il progetto, che verrà presentato al Parlamento del paese, è stato annunciato in una conferenza stampa a cui hanno partecipato i ministri della Difesa, dell’Interno e dello Sviluppo sociale. La legalizzazione della vendita della marijuana, in un paese che già permette il consumo e il possesso per uso personale, fa parte di un insieme di 15 misure per combattere il crimine di cui fanno parte anche pene più severe per la corruzione tra le forze dell’ordine, per il traffico di cocaina e per la delinquenza minorile.

Il governo del presidente José Mujica, eletto nel 2010 con una coalizione di centrosinistra, non ha spiegato tutti i dettagli del piano ma ha detto che lo scopo è quello di scoraggiare il consumo di droghe pesanti, come la cocaina, e allo stesso tempo combattere il traffico di droga. Secondo le autorità, in Uruguay c’è stato un aumento dei crimini violenti (in particolare da parte di minori) a causa della crescente diffusione del paco (da pasta di cocaina), una droga a basso costo simile al crack.

Secondo quanto riporta il quotidiano uruguaiano El País, la distribuzione e la vendita della marijuana sarebbero strettamente controllate dallo stato, che potrà dare un numero ristretto di sigarette – si parla di circa 40 al mese – a consumatori registrati e all’interno di locali controllati, fornendo anche trattamenti di riabilitazione per i consumatori più abituali. Una ricerca del governo ha mostrato che la percentuale di persone che hanno fumato marijuana almeno una volta nel corso del 2011 è dell’8,3 per cento (ma altre stime parlano del 20 per cento) mentre una su cento ha fatto uso di cocaina.

foto: una manifestazione per la legalizzazione della marijuana a Montevideo, Uruguay, 5 maggio 2012
MIGUEL ROJO/AFP/GettyImages