José “Pepe” Mujica, il più elegante capo di stato del mondo
È stato un guerrigliero di sinistra, ora è presidente dell'Uruguay ed è più fotogenico di Hamid Karzai: in questi giorni è in Europa
Il presidente dell’Uruguay José Mujica – detto Pepe – si trova in questi giorni in visita ufficiale in Europa, dove si fermerà una decina di giorni per promuovere gli investimenti nel suo Paese e rafforzare i legami con gli stati europei. Ha già visitato la Svezia e la Norvegia, oggi si trova in Germania e la prossima tappa è il Belgio. E le foto che sono circolate in questi giorni – insieme a quelle dei suoi primi due anni di presidenza – suggeriscono che l’attitudine delle riviste patinate a considerare il presidente afgano Hamid Karzai il capo di stato più elegante del pianeta debba essere rivista.
Mujica ha 76 anni ed è un ex guerrigliero di sinistra. Dagli anni Sessanta ha fatto parte del Movimento di liberazione nazionale dei Tupamaros, un’organizzazione radicale ispirata al marxismo e che si rifaceva agli obiettivi della Rivoluzione cubana. Sotto la dittatura di Jorge Pacheco Areco, alla fine degli anni Sessanta, il movimento si è trasformato in un’organizzazione di guerriglia urbana che praticava sequestri e omicidi. Mujica è stato ferito sei volti in scontri armati, è stato arrestato quattro volte, è evaso altre due e ha trascorso in carcere un totale di circa 15 anni. Nel 1971 è stato arrestato e imprigionato ed è stato liberato nel 1985 grazie all’amnistia generale concessa dalle forze democratiche – che nel frattempo erano prevalse – a tutte le persone incarcerate dal regime.
Da allora Mujica ha trascorso il tempo nella sua fattoria a Rincón del Cerro, vicino alla capitale Montevideo, e si è impegnato nella fondazione del Movimento di partecipazione popolare, che fa parte del partito di centro-sinistra Frente Amplio e che è stato decisivo per l’elezione alla presidenza del Paese del socialista Tabaré Vázquez, nel 2005. Nel 1999 Mujica è entrato nella politica istituzionale ed è stato eletto deputato e poi senatore, e tra il 2005 e il 2008 è stato ministro per l’Allevamento, l’agricoltura e la pesca. A novembre 2009 è stato eletto presidente con quasi il 53 per cento dei voti, battendo il candidato del Partido Nacional, Luis Alberto Lacalle. È entrato in carica nel marzo del 2010.
Le sue immagini hanno cominciato a circolare anche nel resto del mondo: è piuttosto invecchiato da quando venne liberato, ma ha guadagnato uno stile presidenziale notevolissimo, fatto soprattutto di una certa rotondezza, una chioma grigia spesso scompigliata, mai la cravatta, e l’aria di uno che si trovi lì per caso, in particolare quando è vicino ad altri capi di stato (con la presidente argentina Cristina Kirchner ha un gran feeling fotografico).
Dopo l’elezione la sua unica visita in Europa è stata in Spagna, lo scorso novembre. Si trattava però di un viaggio privato per incontrare uomini d’affari e potenziali investitori. Ora Mujica vuole attrarre nuovi investitori stranieri, soprattutto nel settore minerario, promuovere il commercio e lo sviluppo economico nel suo Paese. Mujica ha anche colto l’occasione per ringraziare il governo svedese e norvegese per il sostegno che hanno fornito agli esuli uruguaiani al tempo della dittatura: circa duemila tra loro sono stati infatti accolti nei Paesi scandinavi.
Dal 2005 Mujica è sposato con Lucía Topolansky, senatrice e dirigente storica del Movimento di partecipazione popolare, con cui conviveva da tempo. Topolansky è stata la prima donna presidente dell’Uruguay – anche se solo per pochi giorni. In Uruguay infatti quando il presidente è all’estero le sue veci vengono svolte da un sostituto che diventa presidente ad interim e lo scorso novembre Mujica si trovava in visita in Spagna, mentre il vicepresidente e il senatore dell’Assemblea Generale si trovavano in Corea del Sud: seguendo la linea gerarchica è toccato a sua moglie, la senatrice Topolansky, diventare presidente del paese.