Il ghetto politico cattolico

Per Ernesto Galli della Loggia il voto propriamente cattolico in Italia non vale più del 10% e progetti "egemonici" come quello di Comunione e LIberazione sono destinati a essere insignificanti

L’editoriale in prima pagina sul Corriere della Sera di oggi è firmato da Ernesto Galli della Loggia, e riflette sulle necessità dei movimenti politici cattolici di reinventare il proprio rapporto con il resto del paese.

C’è nella parabola di Comunione e Liberazione, nella crisi d’immagine e di senso in cui è precipitata, qualcosa in cui si rispecchia un nodo storico cruciale dell’intero cattolicesimo italiano.
Germogliata dal tronco inesausto della fede cristiana, alimentata e cresciuta per la speranza che questa ancora e sempre continua a recare con sé, Cl si è trovata a un tratto a dover fare i conti con la politica. Checché se ne dica e se ne pensi da parte delle anime belle che immaginano il mondo secondo quanto è prescritto dai principi, il destino della politica, la sua vocazione, sono iscritte nel Dna stesso del cristianesimo. Non si combatte impunemente per due, tre secoli l’impero romano; non si decide di uscire dalla dimensione della setta e dell’etnicità per diventare un’istituzione universale; non si decide di stare nella storia e di cimentarsi con il secolo ad ogni istante, sotto ogni cielo e in ogni ambito, senza fare i conti con la politica. Senza essere obbligati a entrare nella sua dimensione.

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