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  • Lunedì 20 febbraio 2012

I soldi che diamo alla Grecia

Oggi l'Eurogruppo darà molto probabilmente il suo ok al nuovo prestito da 130 miliardi di euro: iniziamo a capire a cosa serviranno, come saranno spesi, e da chi

AP/Thanassis Stavrakis
AP/Thanassis Stavrakis

Oggi a Bruxelles si terrà il vertice dell’Eurogruppo, cioè un incontro tra i ministri delle Finanze dei paesi che adottano l’euro. Questi dovranno approvare il secondo prestito internazionale per la Grecia, del valore di circa 130 miliardi di euro, già annunciato lo scorso ottobre. Il vertice era previsto mercoledì scorso ma poi il capo dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker l’aveva rinviato perché la Grecia non aveva ancora approvato alcuni tagli e altre richieste considerate fondamentali dall’Europa.

Un punto cruciale è la copertura del debito di bilancio greco per il 2012, che richiede ulteriori tagli. Si parla di circa 325 milioni di euro da trovare in fretta, oltre alla manovra da 3,3 miliardi già approvata la settimana scorsa dal Parlamento di Atene. Il premier greco, Lucas Papademos, è volato ieri a Bruxelles proprio per convincere l’Europa che la Grecia troverà questi 325 milioni, presumibilmente grazie a ulteriori tagli alle pensioni e a sussidi statali per le famiglie numerose. Le norme devono essere ancora votate in Parlamento.

Il via libera al prestito sembra scontato, soprattutto perché il 20 marzo è sempre più vicino e quel giorno la Grecia dovrà rimborsare 14,4 miliardi di euro di titoli di Stato. Molti però in Europa, soprattutto la Germania, ancora non si fidano delle finanze della Grecia né dei suoi politici. I 130 miliardi di euro potrebbero quindi essere versati su un fondo bloccato dall’Europa, che deciderà come investirli. La cosa certa è che, una volta approvato il pacchetto, 23 miliardi serviranno a ricapitalizzare le banche greche, 35 miliardi per emettere nuove obbligazioni (più altri 5,7 per pagare i tassi di interesse cresciuti nel frattempo), mentre 30 miliardi serviranno per convincere i privati e le banche a tagliare il debito della Grecia del 70 per cento, un accordo che sembra oramai molto vicino.

Il problema è che anche questo prestito europeo da 130 miliardi potrebbe non essere sufficiente per salvare la Grecia dal fallimento. Secondo alcune stime del Fondo Monetario Internazionale (FMI), di questo passo la Grecia non riuscirà, come sperato, a ridurre il suo debito pubblico al 120 per cento del PIL entro il 2020 (oggi è al 160), ma riuscirà ad arrivare al massimo al 129 per cento. Una soglia giudicata eccessivamente alta da tutte le parti in causa e che starebbe convincendo l’FMI a limitare notevolmente la sua partecipazione al prestito, scaricando così ancora di più il peso degli aiuti sull’Europa.

Ieri intanto in Grecia migliaia di persone sono scese in strada per protestare contro le misure di austerità, ma stavolta non ci sono stati gli scontri e i gravi danni dalla settimana scorsa, quando è stata approvata la manovra da 3,3 miliardi di euro. Affinché il prestito da 130 miliardi alla Grecia venga formalmente approvato, dopo la probabile intesa dell’Eurogruppo di oggi, ci vorrà una rapida ratifica da parte dei parlamenti dei singoli paesi le cui costituzioni prevedono il voto delle Camere su simili questioni (è il caso della Germania, il cui Bundestag voterebbe il 27 febbraio) e infine l’approvazione formale dei leader dell’Unione Europea, che si riuniranno molto probabilmente il primo marzo.

foto: AP/Thanassis Stavrakis

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