Tre notizie per la scuola

Niente più tagli, soldi per l'edilizia scolastica e nuovi concorsi: le spiega il nuovo sottosegretario Marco Rossi Doria

L’Unità di oggi intervista Marco Rossi Doria, nominato sottosegretario all’Istruzione nel governo Monti, sui progetti del ministero per la scuola e sull’annuncio di nuovi concorsi.

Da maestro di strada Marco Rossi Doria, se ripensa al “suo” ingresso nella scuola, ancora oggi non trattiene l’entusiasmo: «È un mestiere bello, anzi direi esaltante, io ho iniziato a farlo che avevo ventun’anni…». Da neo-sottosegretario all’Istruzione però quando parla di ridare ai giovani la possibilità di diventare insegnati, misura parole e numeri. Sa cosa vuol dire, dopo tredici anni, tornare ad annunciare un concorso.
Quando sarà bandito? «Attenzione: non siamo ancora a questo. Ma c’è uno studio intenso negli uffici del ministero per capire come applicare finalmente le normative esistenti. Metà dei docenti di cui la scuola avrà bisogno, come prevede la legge124 del 1999, saranno reclutati attraverso le graduatorie permanenti, l’altrà metà, come prevede la legge del 244 del 2007, attraverso concorso. Così è stabilito dalle norme che già esistono. Da una parte ci sono le esigenze di fatto e di diritto di chi è già inserito in graduatoria, dall’altra però occorre anche rispondere all’esigenza di fare entrare nuove persone giovani nell’insegnamento».
Di quanti posti stiamo parlando? «Certo non abbiamo trecentomila cattedre da ricoprire come hanno scritto alcuni giornali. Ci sono quelle che si libereranno man mano che la gente andrà in pensione, tenendo conto che con le nuove norme anche gli insegnanti andranno in pensione più lentamente. Io, per esempio, ci dovevo andare nel 2013 e ci andrò invece nel 2019. Comunque dei posti si libereranno e si faranno ripartire i concorsi perché metà di quelle cattedre saranno assegnate per concorso. Questa è l’ipotesi di studio».

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