• Mondo
  • Venerdì 16 dicembre 2011

Inizia il processo a Bradley Manning

Il soldato accusato di aver passato migliaia di documenti a Wikileaks affronterà oggi l'udienza preliminare nel processo della giustizia militare

Oggi inizia alla base dell’esercito statunitense di Fort Meade, nel Maryland, la prima udienza del processo della giustizia militare contro Bradley Manning, il soldato dell’esercito arrestato in Iraq nel maggio del 2010 con l’accusa di aver dato centinaia di migliaia di documenti segreti dell’amministrazione militare e civile degli Stati Uniti all’organizzazione WikiLeaks. L’udienza di oggi è la prima apparizione pubblica di Manning dal momento del suo arresto, dopo un anno e mezzo di detenzione (e di quasi totale isolamento) in un carcere militare di massima sicurezza in Virginia.

L’udienza, che potrà durare per tutto il weekend, deve produrre un parere non vincolante per il comandante del distretto militare di Washington, a cui spetta l’ultima parola nella decisione se sottoporre Manning al giudizio della corte marziale. Il comandante può decidere se far apparire Manning davanti a una corte marziale, eventualmente eliminando qualcuno dei 22 capi di accusa contro il soldato, oppure dare a Manning una semplice sanzione amministrativa.

Il processo si aprirà alla base militare sotto pesanti misure di sicurezza, che secondo molti difensori di Manning sono ingiustificate e motivate solo dalla volontà di far apparire Manning un soggetto pericoloso. Manning compirà 24 anni domani. La pena massima che rischia è l’ergastolo senza possibilità di uscita anticipata su cauzione, anche se, per avere “aiutato il nemico”, rischierebbe la condanna a morte, una strada che l’accusa ha già annunciato di non voler percorrere.

A marzo 2011 sono state formalizzate le accuse contro Manning, che avrebbe fornito a WikiLeaks documenti sull’Afghanistan e sull’Iraq, comunicazioni riservate tra le ambasciate degli Stati Uniti nei paesi di tutto il mondo e un celebre video in cui un elicottero militare in Iraq apriva il fuoco su un gruppo di civili, tra cui due dipendenti dell’agenzia di stampa Reuters. Manning sarebbe stato in grado di entrare in possesso dei documenti mentre lavorava in una base dei servizi segreti fuori da Baghdad.

I sostenitori di Manning hanno organizzato manifestazioni fuori dalla base di Fort Meade. Ritengono che anche in caso di consegna di materiali riservato il soldato abbia aiutato la libertà di informazione e aiutato a capire gli errori degli Stati Uniti nella politica diplomatica e militare degli ultimi anni, e criticano la decisione di aprire il processo nel weekend prima di Natale, dicendo che è una strategia per dare il minor spazio possibile al processo sui mezzi di comunicazione e rendere più difficile l’organizzazione delle proteste.