Le tensioni nel nord del Kosovo
I militari della NATO sono intervenuti per rimuovere i blocchi stradali eretti dai serbi al confine, e hanno sparato lacrimogeni per disperdere i manifestanti
I militari della KFOR, la forza militare di peacekeeping guidata dalla NATO in Kosovo hanno sparato gas lacrimogeni per disperdere centinaia di serbi a un posto di frontiera conteso al confine tra il Kosovo e la Serbia.
Soldati austriaci e tedeschi della KFOR e di EULEX, la forza di peacekeeping dell’Unione Europea, sono intervenuti oggi con una dozzina di blindati e con truppe in tenuta antisommossa per rimuovere i blocchi stradali eretti dai serbi kosovari vicino a Jagnjenica, un paesino a poca distanza dalla cittadina di Zubin Potok, che si trova a circa 100 km a nord della capitale del Kosovo, Pristina. Gli altoparlanti montati sui mezzi della KFOR hanno invitato a sgomberare la zona delle centinaia di persone che si sono radunate per impedire lo sgombero, ma la folla ha rifiutato di farlo. Ci sono stati momenti di tensione e scontri. Secondo quanto riportato da Reuters, 22 serbi hanno avuto bisogno di cure mediche a causa dei gas lacrimogeni, mentre la KFOR ha dichiarato che otto soldati sono rimasti feriti. La NATO ha deciso di procedere alla sgombero forzato dopo che ieri era fallite le trattative con la comunità serba locale per raggiungere un accordo sui blocchi stradali.
Nel Kosovo settentrionale, gli abitanti di etnia serba hanno eretto a luglio scorso sedici barricate con camion, pietre e tronchi lungo le strade che portano a due posti di confine tra la Serbia e il Kosovo, dopo che le autorità kosovare hanno dichiarato di voler sostituire le guardie di confine, che attualmente sono di etnia serba, con altre di etnia albanese.
I serbi kosovari non riconoscono l’indipendenza del Kosovo dalla Serbia, dichiarata nel 2008 e sostenuta dagli Stati Uniti e da gran parte dell’Unione Europea – in totale, circa ottanta paesi hanno riconosciuto l’esistenza del Kosovo indipendente – e si dichiarano ancora parte della Serbia.
Gran parte del Kosovo non è più sotto il controllo serbo dal 1999, dopo una campagna di bombardamenti della NATO durata 78 giorni e tesa a interrompere le violenze contro l’etnia albanese. I bombardamenti NATO, effettuati con il mandato delle Nazioni Unite, portarono a un’amministrazione provvisoria dell’ONU nella regione dal 1999 al 2008, oggetto di molte polemiche per inefficienza e corruzione, dopo di che le Nazioni Unite vennero sostituite dalla missione EULEX dell’Unione Europea. Tuttavia, parte del Kosovo nordoccidentale è sotto l’effettivo controllo serbo, e in questa complessa situazione sono molto frequenti le tensioni e gli scontri nelle zone di confine.
– Soffia il vento sul Kosovo, il reportage di Filippomaria Pontani